Loïc Nottet: Sillygomania – Recensione Album

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Partecipare all’Eurovision Song Contest può essere una benedizione, ma anche una maledizione. Fortunatamente, è andata bene per Loïc Nottet, perché il cantante fino ad allora abbastanza sconosciuto ha messo in scena uno spettacolo che lo ha portato ad un quarto posto alla manifestazione canora nel 2015. Da allora è divento una superstar nel suo paese, ed abbastanza conosciuto anche nel resto d’Europa. Quasi tre anni dopo il suo album di debutto Selfocracy, l’artista ha da pochi giorni pubblicato il suo nuovo album Sillygomania, con il quale vuole posizionarsi più ampiamente come artista.

Su Sillygomania, Loïc Nottet afferma di approfondire le sue passioni e paure mettendo in evidenza quattro diversi personaggi. Il malinconico, il seduttore, il clown e il bambino sono personaggi con cui sa esprimere le sue emozioni da una prospettiva diversa. In ogni caso, quelle quattro diverse angolazioni si riflettono anche nel suono, perché tra le quattordici canzoni Nottet salta da un genere all’altro e, a volte, bisogna ammettere che manca un pò di coerenza. Ad esempio, l’interludio di apertura “Sillygomania” crea immediatamente l’atmosfera, che è già in qualche modo spezzata dall’appassionata “On Fire”.

Gli artisti pop se non inglesi, non sempre riescono ad uscire dal proprio territorio nazionale, ma grazie ad alcune produzioni finemente dettagliate, il giovane artista belga non dovrebbe aver problemi a ritagliarsi il suo spazio. Il suo successo “Heartbreaker” è una bellissima canzone pop che ti rimane subito in testa come le colonne sonore in stile Hallowen nei brani “Candy” e “Doctor”. Su “Rosa Maria” si sente una produzione più audace, un sound che richiama le influenze del tango per creare un suono estivo.

Loïc Nottet ha talento, ma quello che attira maggiormente l’attenzione è la sua voce androgina. “Liar” e “Cry Out” sono brani che sono tenuti a galla grazie al gioco di voci nel ritornello. Quando la messa a fuoco viene spostata sull’intera immagine come in “Gun” o “29”, l’effetto si rivela immediatamente un po ‘più grande e per la prima si può vedere il vero volto dell’artista. “Gun” e “29” sono sicuramente i pezzi migliori di tutto “Sylligomania”.

Si può dire che ci sono molti stati d’animo in Sillygomania, e rispetto al suo precedente lavoro discografico Loïc Nottet si mette veramente a nudo dimostrando veramente tutta la sua ampiezza. Questo dal canto suo però manca di coerenza in quanto con così tanti generi musicali, l’ascoltatore non percepisce quale direzione voglia prendere per la sua carriera. Forse Nottet ha provato solo a mostrare “forzatamente” il suo talento, senza pensare che la forza sta nella semplicità. In conclusione ha confezionato un buon disco pop, e l’album può andare per la sua strada. Voto 3/5.

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