Carlo Verdone, dopo “Un Sacco Bello” ecco alcuni dei suoi film d’esordio

"Nche senso" e "O famo strano" sono solo alcune delle frasi celebri dei film di Carlo Verdone. Ma li avete visti tutti? In questo articolo ne vogliamo ricordare qualcuno, tra quelli degli anni '80 e '90. Da "Un sacco bello" a "Viaggi di nozze" passando per "In viaggio con papà" accanto al leggendario Alberto Sordi.

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Un sacco bello di Carlo Verdone
Carlo Verdone nel film "Un sacco bello" del 1980

Quale occasione migliore di un lockdown nazionale per ripercorrere alcuni dei più grandi film della carriera di Carlo Verdone, iniziando magari da Un sacco bello? Nato e cresciuto in una Roma che ricrea con ironia e perfezione, è autore di una carriera che lo ha visto attore e regista, sceneggiatore e doppiatore, trasformandolo in una vera e propria icona. Simbolo indiscusso del cinema italiano, ha lavorato accanto a grandi come Alberto Sordi ed Elena Fabrizi. Conosciuta come Sora Lella è sorella del celebre Aldo Fabrizi (Roma città aperta, 1945).

Recentemente Infinity e Mediaset hanno restaurato pellicole come Borotalco (1982) mettendo a disposizione alcune delle sue pellicole più belle. Una filmografia che si può trovare anche su Amazone Prime.

Alcune delle migliore scene dei film di Carlo Verdone (dal minuto 3:08)

Ecco alcune delle pellicole che hanno segnato gli esordi e la carriera di Carlo Verdone

Un sacco bello (1980)

Primo della sua lunga carriera come regista e sceneggiatore, arriva un anno dopo l’esordio come attore nel film di Bernardo Bertolucci La luna (1979). Un sacco bello ha tutte le caratteristiche tipiche del cinema di Verdone. A partire dallo sfondo di una Roma propria di quegli anni. “Una città che aveva al tempo una grande anima, nella gente, nell’atmosfera e nei rumori”. Come ricorda lui stesso in un video su Facebook. Una storia rappresentata non da uno bensì da diversi personaggi impersonati sempre da lui stesso. Perché non è solo la comicità attenta e studiata a caratterizzare Carlo Verdone. Anche la sua abilità nell’uscire ed entrare nei panni di personaggi così diversi l’uno dall’altro. Dal ragazzo sempliciotto di città, Leo, un po’ ingenuo, il cui unico obiettivo è raggiungere la madre a Ladispoli, a Ruggero, un hippie convertitosi all’amore libero, alla visione mistica con una parlata esasperata.

Icona non solo della televisione ma anche del web, Leo è il centro di numerosi meme e gif grazie al suo abituale “Nche senso?“, alla base dei personaggi messi in scena anche nei film successivi. Ciò che nasce in una pellicola infatti non finisce mai con la sua conclusione. I suoi personaggi vivono anche dopo l’uscita al cinema e in tv, magari anche solo in alcuni tratti, ma comunque tornano. E Leo è uno di quelli destinato a trovare il successo. Gli sketch e alcuni personaggi di questo film sono gli stessi che segneranno il successo anche dei film Bianco, rosso e Verdone (1981), Viaggio di nozze (1995) e Grande, grosso e… Verdone (2008).

Un Sacco Bello è un insieme di più storie, come appunto nella maggior parte dei suoi film. Abbiamo il ragazzo pronto per partire per il mare, costretto a ritardare a causa dell’arrivo della spagnola Marisol che lo costringerà ad ospitarla a casa sua. Poi c’è l’hippie costretto ad una terapia di gruppo che si popola con il passare delle scene, in un disperato tentativo da parte del padre di riportarlo a casa. E infine c’è Enzo, un donnaiolo a cui non interessa altro se non partire per un’avventura in Polonia, a costo di cambiare compagno, ammalatosi lungo il persorso.

In questo esatto periodo di gennaio, quarant'anni fa, usciva il mio primo film "Un Sacco Bello".Se avete la pazienza,…

Pubblicato da Carlo Verdone su Lunedì 13 gennaio 2020

Bianco, rosso e Verdone (1981)

Bianco, rosso e Verdone segna due diversi esordi nella carriera del regista. Il primo è la presenza di Sora Lella nei panni della nonna di Mimmo. Per questa parte l’attrice vincerà anche il Nastro d’Argento come Miglior attrice esordiente. Mimmo invece, goffo e ingenuo ragazzo di Roma è creato sulla base di Leo del film precedente. E così “Nche senso?” si affianca alle celebri frasi di Elena Fabrizi. Una tra tutte è la conversazione che i due anno nel corso del film: “Che vordì?” chiede il ragazzo, dopo aver perso i soldi al casello autostradale. “Che mo te la piji ‘nder culo” risponde lei, con il suo accento marcato, naturale, senza abbellimenti, e il suo costante prenderlo in giro.

Il secondo esordio è quello di Furio, uno dei personaggi più lontani dalla stravaganza tipica della sua comicità. Furio è un marito sposato più con la perfezione che con sua moglie, stanca di non avere diritto di parola e scelta nella sua relazione. L’ultimo personaggio invece è Pasquale Amitrano, un uomo silenzioso, decisamente sfortunato, originario dell’Italia ma residente a Monaco di Baviera.

Le loro storie, destinate a non unirsi o incrociarsi, se non in brevi e casuali circostanze, sono accumulate dalle imminenti elezioni di fine anni ’80. Un vero road movie verso Roma, per i primi due personaggi, e verso Matera per Pasquale. Lungo il tragitto ad ognuno di loro succederanno avventure diverse, dall’incidente di Furio, alle liti con nonna Teresa, fino ai furti dei pezzi dell’auto bavarese.

Borotalco (1982)

Sono passati due anni da Un sacco bello, da quando Sergio Leone decide di puntare tutto su un ragazzetto romano pieno di doti. Ed ecco che due anni dopo Verdone torna, accanto ad una giovane Eleonora Giorgi nei panni di Nadia, una ragazza allegra, spigliata, innamorata della musica e di Lucio Dalla. Come lei, Sergio (Carlo Verdone), un uomo mite, sottomesso dalla fidanzata e dal suocero, vende enciclopedie porta a porta, ma non con lo stesso successo. A portare una svolta nelle vita di Sergio, l’incontro con Manuel Fantoni (Angelo Infanti, grande collaborazione di Carlo Verdone), un truffatore che incanta l’ingenuo Sergio con le sue finte storie che lo convinceranno a trasformarsi in una nuova persona.

E così, grazie all’aiuto dell’amico Christian De Sica, Sergio cambierà modi e atteggiamenti conquistando l’attenzione e l’amore della giovane Nadia. A metterlo ai ferri corti sarà proprio il suocero interpretato da Mario Brega, un altro affezionato del cinema di Verdone, da Un Sacco Bello a Troppo Forte. Un film questo, a cui Verdone è particolarmente affezionato perché, come lui, così lo era anche il padre, per la scrittura precisa, puntuale e divertente che lo caratterizza.

Ma non solo, il film fu un vero e proprio successo anche dal punto di vista dei riconoscimenti. Nel 1982 ottenne 5 David di Donatello su 9 candidature, per il miglior film, miglior attore protagonista, miglior attrice protagonista, miglior attore non protagonista (Angelo Infanti) e miglior colonna sonora a Lucio Dalla e Fabio Liberatori. Quest’ultimo riconoscimento avverà lo stesso anno ai Nastri d’argento, guadagnandosi oltre alla miglior colonna sonora e anche la miglior attrice protagonista a Eleonora Giorgi.

In viaggio con papà (1982) regia di Alberto Sordi

Per la regia di Alberto Sordi, recentemente ricordato nella serata dei David di Donatello 2020, Carlo Verdone diventa il protagonista di un altro road movie proprio accanto del grande attore romano. Nei panni di padre e figlio, rispettivamente Armando e Cristiano, si troveranno costretti a viaggiare da Roma in Corsica in macchina insieme. Con le dovute soste e avventure, i due avranno modo di riscoprirsi e di conoscersi più profondamente. Preso dal desiderio di liberarsi del figlio, anche Armando capirà alla fine della pellicola, il valore della famiglia, non senza subire il contrattacco del karma, per chi ci credesse.

Il rapporto tra Carlo Verdone e Alberto Sordi è percepibile anche al di fuori dello schermo. Due tipi di comicità genuini e semplici, simili ma al tempo stesso opposti tra di loro. Sull’impronta dell’ingenuità di Leo, Cristiano è un ragazzo semplice, un po’ goffo, completamente lontano dalla sicurezza e dalla potenza del padre, un imprenditore donnaiolo. Ed ecco che le due comicità si incontrano e si scontrano dando inizio ad un perfetto connubio in una nuova forma che ritroveremo anche in Troppo Forte del 1986. Nel corso del film si ritrova Angelo Infanti, nei panni del nuovo fidanzato della madre di Cristiano.

Acqua e sapone (1983)

Con Natasha Hovey nei panni di una ricca ragazzina con il sogno di fare la modella, Carlo Verdone si mette per la quarta volta dietro la camera, solo tre anni dopo l’uscita di Un sacco bello. Sempre accanto a Sora Lella, la cui scena al telefono è diventata virale, l’attore mette i panni di Ronaldo un professore liceale che, reinventandosi un prete affermato, diventa insegnante privato di Sandy, la giovane americana in visita in Italia. Come in Borotalco, il suo personaggio sembra cogliere l’occasione per cambiare, per apportare una svolta nella sua vita, per crescere prima dal punto di vista sentimentale e poi economico.

Solo due anni prima, nel 1981, Adriano Celentano e Ornella Muti si affiancavano nella pellicola di Castellano e Pipolo Innamorato pazzo, in cui un autista di bus romano si innamorava di una ricca straniera in visita nella città eterna. Sarà il fascino dello straniero, ma anche in Acqua e sapone la storia si ripete. Lei una ragazzina, lui ormai un uomo, ma non è sembra essere questo a fermarli.

Continuano ad apparire foto mai viste prima. Grazie a Marco Spagnoli, autore del documentario "Cecchi Gori una Famiglia…

Pubblicato da Carlo Verdone su Mercoledì 30 ottobre 2019

Troppo forte (1986)

Troppo forte racconta le vicende di Oscar, un coatto della periferia romana con il sogno di diventare attore. Dopo vari tentativi e provini a Cinecittà, viene preso sotto la protezione di un avvocato romano che incontra casualmente fuori dagli studi cinematografici, interpretato da Alberto Sordi. Abbandonato da tutti e senza più un soldo, Oscar si lascia convincere a truffare il ricco produttore della pellicola immedesimando un incidente. La sorte però vuole che quel giorno alla guida dell’auto non vi fosse l’americano ma la sua amante, l’attrice Nancy. A causa del possibile scandalo che ne sarebbe potuto uscire, il produttore la licenzia, lasciandola tra le braccia del romano. La loro storia ricalca un po’ quella tra Leo e la spagnola Marisol de Un sacco bello, ripresa poi in Acqua e sapone al fianco della ragazza americana.

Oscar punta tutto sull’avvocato, nella speranza di raccimolare qualche soldo, finché non uscirà la verità. Ancora una volta le due comicità si uniscono. Quella più romanesca e provinciale di Verdone, in un personaggio che ricorda molto Ivano di Viaggi di nozze. Spavaldo, presuntuoso, metallaro, all’opposto della professionalità dei vestiti e nel linguaggio tipica dei personaggi di questo periodo di Alberto Sordi.

Viaggi di nozze (1995)

Proseguimento dei film Un sacco bello e Bianco, rosso e Verdone, è nuovamente l’unione di tre diverse storie, alcune completamente nuove, altre già esistenti. E’ il caso di Furio, incappato in nuovo amore e in una nuova stressante e chiusa relazione. Questa volta al suo fianco c’è Veronica Pivetti, sottomessa al dominio di un uomo che non è cattivo, ma preciso al punto tale da non ammettere obiezioni. All’opposto la relazione tra Ivano e Jessica, Claudia Gerini, la coppia di “O famo strano?”, icona del cinema di Verdone. I due giovani vivono un amore completo, carnale, quasi da ragazzini, destinato a scemare dopo l’emozione iniziale. Esattamente all’opposto di Giovannino e Valeriana, i più “normali” forse, frenati però da problemi esterni alla loro coppia. Problemi che, al contrario delle storie precedenti, li rafforzeranno.

Gallo cedrone (1998)

Diciotto anni dopo l’uscita di Un sacco bello, Carlo Verdone è Armando Feroci in Gallo Cedrone. La storia è un grande flashback che racconta la vita di questo uomo. Diventato volontario della Croce Rossa viene sequestrato e condannato a morte de un gruppo di islamisti nel nord dell’Africa.

La sua storia, raccontata dai ricordi dei familiari, mette in scena le avventure di un uomo apparentemente immaturo, ma che nel profondo è capace di pazzie per la donna che ama. Anche se, questa donna, è la cognata. Dopo essere andato a trovare il fratello infatti, Armando scapperà in compagnia della moglie non-vedente Regina. La cornice dei racconti dei parenti è stata ripresa dal film Un americano a Roma di Alberto Sordi del 1954. La stessa pellicola cui si deve anche il successo di Oscar di Troppo forte, costruito sull’evoluzione del personaggio di Sordi proprio nel film di Steno.

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