The privilege: la recensione del nuovo horror Netflix

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The Privilege è un film horror tedesco distribuito da Netflix. È un titolo che nei primi giorni dalla sua uscita è piombato nella top ten globale per visualizzazioni. Ma questo film merita una tale attenzione? Non è assolutamente un filmone epocale e, nonostante esistano produzioni ben peggiori, il risultato è un racconto mediocre, senza troppa infamia ma anche senza lode.

The Privilege: un potpourri dal gusto inconsistente

The Privilege è un Teen horror che rubacchia dal panorama horror contemporaneo in maniera spudorata, presentando una capacità di rielaborazione abbastanza sterile. La storia trasuda già visto. Ma il problema principale non risiede tanto nell’originalità quanto nello sviluppo, che si configura come un thriller, purtroppo con scelte abbastanza prevedibili. Il film tenta di giocare sull’ambiguità del visibile, giocandosi la carta della possibile allucinazione. Il protagonista vede una strana entità composta di fumo e assiste a strani eventi che coinvolgono la famiglia. Il gioco sul dubbio non è gestito nel migliore dei modi, e l’ansia che ne dovrebbe derivare schiuma abbastanza in fretta. The Privilege trae spunto dai filoni delle possessioni alla The Conjuring e dalla lunghissima tradizione di narrativa a tema di infestazione demoniaca. Ma anche sul piano horror lascia una traccia flebile e sfocata. Qualche jumpscare buttato nella mischia e una quasi totale assenza di trovate horror significative.

Damnatio memoriae

La narrazione tenta di miscelare vari elementi, che se ben dosati potrebbero anche funzionare. Però The Privilege passa da un introduzione horror, con un minimo di carattere, ad uno sviluppo thriller che non lascia particolarmente il segno. Dal dubbio si passa alla classica cospirazione, che coinvolge tutti i personaggi. Tra demoni, funghi allucinogeni e sette, si arriva alla fine con un sentore di inconsistenza. Questo teen horror, che tenta di ammiccare ad un pubblico adolescente, si lascia guardare, non essendo eccessivamente lento. Tuttavia quando si giunge alla conclusione si capisce che è un film che intrattiene (in maniera blanda), per poi scivolare via dalla mente non lasciando alcuna traccia del suo passaggio. The Privilege è un film che si macchia di Damnatio memoriae, e del quale ci si dimenticherà in fretta

Conclusioni

The Prestige è un film senza infamia e senza lode. Si lascia guardare ma non lascia nulla alla sua conclusione. Attinge al panorama horror contemporaneo, rubacchiando qua e la, senza però proporre alcuna rielaborazione significativa. Non si può sempre creare qualcosa di originale, ma si può tentare un rimaneggiamento che presenti un minimo di personalità (vedi Stranger Things o Non Siamo Più Vivi). The Prestige non ha una propria personalità, una fisionomia particolareggiata capace di imprimere qualcosa di se nello spettatore. È un film inconsistente, che si può guardare. Ma averlo visto o non averlo visto non fa alcuna differenza. Non vi lascerebbe nulla. Quindi se lo avete già visto andate oltre, se invece non lo avete fatto, non perdete tempo. Piuttosto occupate meglio un’ora e tre quarti leggendo un libro di Stephen King o di Clive Barker o guardando qualcosa di più incisivo.

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