The 8th Night: la recensione dell’horror coreano di Netflix

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The 8th night è un film horror a tema demoniaco e distribuito da Netflix. Questo potrebbe essere la prima vera delusione derivante dal connubio Netflix e Corea del sud. Nonostante le premesse siano intrise di un fascino folkoristico che attinge dalla tradizione buddhista, il film spreca le sue potenzialità in un prodotto moscio e privo di mordente.

The 8th Night: un occasione persa

Le premesse per un buon film c’erano tutte. Negli ultimi anni gli horror che attingono alle storie di folklore sono aumentati e si sono diffusi grazie al successo del film The Witch di Robert Eggers. Leggende metropolitane, miti e storie dalle tradizioni religiose sono un ottima fonte e garantiscono molti spunti suggestivi da cui attingere. In the 8th night l’incipit è promettente. Una leggenda dal folklore buddhista, un demone a cui vengono strappati gli occhi, due monaci che devono impedirne il risveglio. Sembra tanta carne al fuoco. Il prologo è intriso di un esoterismo fascinoso, carico di atmosfera suggestiva. Con questo bell’incipit, sembra prospettarsi un film alquanto promettente. Purtroppo l’entusiasmo iniziale scema in fretta quando ci si accorge che il film non decolla.

Lentezza e Noia

Se l’incipit risulta attraente, lo sviluppo spreca tutte le buone premesse. Il principale problema di The 8th night è la quasi snervante lentezza dello svolgimento. La sinossi sembra promettente: un monaco buddhista armato di accetta e rosario da la caccia ad un demone che vuole scatenare l’inferno in terra. Leggendola uno si aspetta un film con un bel ritmo e magari qualche bella scena di azione, condita con qualche bel momento horror. Non è così. Lo sviluppo della trama è così diluito e dilatato da causare non pochi sbadigli. Troppe situazioni allungano il brodo, e i momenti in cui succede qualcosa di effettivamente interessante sono distribuiti in maniera troppo poco cadenzata. L’azione è minima. Le carte in tavola per creare almeno una buona atmosfera le possedeva. Ma anche da quel lato fallisce. Non c’è tensione. The 8th Night dovrebbe essere una corsa contro il tempo, che mal si percepisce. Peccato perché qualche piccolo ( e ribadisco, piccolo) guizzo horror interessante si trova ( l’occhio rosso che appare sui volti, o l’inquietante mimica dei posseduti). Uno spreco totale.

Il finale di The 8th Night

il ritmo blando e la lentezza generale in The 8th Night, si protraggono per almeno un’ora e mezza. Se un film di quasi due ore non ingrana entro al massimo quaranta minuti, significa che ha qualcosa che non funziona. Giunti agli ultimi venti minuti tenta un colpo di reni finale, provando un accelerata conclusiva. Ma non è altro che un goal della bandiera in una partita che è stata per il novanta percento sottotono. Nonostante la conclusione recuperi l’aura fascinosa dell’incipit (sbiadita nello sviluppo), questo non basta a raddrizzare le sorti di The 8th Night. Un finale con una piccola scintilla non è sufficiente per giustificare uno svolgimento soporifero. Un peccato, perché era un film con un buon potenziale.

Conclusioni

Questo The 8th Night, tirando le somme, è un film che si può evitare. Presenta dei buoni spunti folkloristici e alcune trovate horror che con uno sviluppo migliore potevano dare tanto. Purtroppo questo non accade e il risultato è un film che annoia per quasi tutta la durata. Quindi il consiglio è di lasciarlo perdere e di cercare altro di più interessante ( come Blood Red Sky o Non Siamo più Vivi).

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