Il duo dance-pop The Chainsmokers è appena tornato con un nuovo album, il terzo dalla fondazione del gruppo. Il progetto in questione si intitola “World War Joy” e per la sua pubblicazione i DJ e produttori Andrew Taggart e Alex Pall hanno portato avanti una tecnica molto simile rispetto a quella sperimentata già con il precedente “Sick Boy”: la pubblicazione di molte tracce una dopo l’altra prima che l’intero progetto vedesse la luce.
Per quest’album, i due mettono in scena tutti i lati dei Chainsmokers che abbiamo visto finora: ci sono brani puramente dance, altri più pop, pezzi in cui il loro classico stile incontra il rock e strumenti veri e, soprattutto, i tanti brani in cui Andrew partecipa anche come cantante lasciano comunque spazio ad una traccia interpretata dalla featured artist di turno, in questo caso la bravissima Bebe Rexha in “Call You Mine”. A proposito di collaborazioni, c’è da sottolineare subito che “World War Joy” ne è particolarmente ricco: oltre Bebe abbiamo Lennon Stella, Ty Dolla Sign, Kylo, i 5 Seconds of Summer, Sabrina Claudio e addirittura i Blink-182, rockband diventata celebre negli anni ’90 che fino a non troppo tempo fa non ci saremmo mai aspettati in un progetto del genere.
Nonostante le oggettive differenze fra le tracce più pop, quelle più dance e quelle che tendono addirittura al rock, The Chainsmokers mantengono il loro stile in ogni singola canzone: tutti i brani sono facilmente riconducibile al loro grazie ai ritornelli martellanti in cui un beat elettronico la fa da padrone. Questo porta a brani che mantengono un notevole appeal radiofonico e ad altri che risultano invece troppo pesanti per gli ascoltatori pop, dando luogo quindi ad un connubio in cui si lascia spazio sia a potenziali singoli che a pezzi in cui i due produttori possono esprimere tutto ciò che hanno dentro senza dare importanza all’orecchiabilità.
“World War Joy”: un album pieno di collaborazioni
Le due canzoni che spiccano sicuramente di più nel disco sono “Call You Mine” con Bebe Rexha e “PS I Hope You’re Happy” coi Blink-182, ma per motivi diversi: la prima è la classica collaborazione molto forte fra dei DJ ed una cantante pop di talento, mentre la seconda è un esperimento musicale tanto inatteso quanto riuscito. Restando in tema collaborazioni, l’unica traccia che mi sento di bocciare al 100% è la collaborazione con Sabrina Claudio, interprete dotata di uno strumento a dir poco flebile e privo di carisma che non regge nel brano. Per il resto, tutti gli artisti coinvolti riescono ad aggiungere qualcosa di positivo al disco, anche il DJ Kygo che “invade” col suo stile un album di colleghi nella traccia “Family”.
In generale, il livello dell’album è abbastanza alto e oscilla più in funzione dei gusti del singolo ascoltatore che per altro: certo è che le collaborazioni con le popstar sono fatte con un’impronta diversa rispetto ai brani da solisti o con cantanti meno noti, in funzione certamente di un’ottica commerciale che potrebbe infastidire alcuni. In ogni caso, l’album è assolutamente promosso.