Il ritorno di Kacey Musgraves, Star-Crossed, la allontana dal suo sicuro alveo country. Ma se deve essere una popstar, almeno c’è una certezza: è una brava popstar.
Kacey Musgraves: la deviazione di Star-Crossed?
Da damigella del country sensibile e alla mano in un periodo in cui, nel pieno del boom del bro-country, c’era poco spazio per gente sensibile (e per damigelle), a diva avanguardista in piena regola che non si cura del genere tanto nella musica quanto nella vita. Oltre che vincitrice di un Grammy Awards: Kacey Musgraves ne ha fatta di strada, e Star-Crossed è una pietra miliare di quelle che si vedono a miglia di distanza. Non solo per l’ambizione cinematografica – peccato che il film sia solo su Paramount+, prendi esempio da Melanie Martinez che l’ha messo su YouTube da brava popstar – ma anche come semplice conferma della sua autrice.
La moda Y2K
Che Kacey Musgraves non fosse l’ennesima meteora del country era chiaro già prima dei Grammy di Golden Hours. La scintilla fu Pageant Materials, il secondo album, che presentò tutte le sue qualità – a cominciare dallo sguardo sagace e ironico verso le convenzioni sociali e di genere. Le differenze sociali tra uomini e donne rimangono uno dei punti di vista focali del lavoro di Musgraves, con un occhio simile, cinico e sarcastico. Al posto del fedele country si fa avanti un synthpop con dolci toni, le influenze Y2K che combinano seduzione e ambizione. Un sound, in una parola, adorabile.
Addio, country
Se c’è qualcosa da eccepire nella direzione presa dalla Musgraves con Star-Crossed c’è la perdita del country, per anni il suo posto sicuro d’espressione. Come tante, troppe prima di lei, abbiamo a che fare con una potenziale ventata di novità nel genere che viene spazzata via dall’inarrestabile tormenta del pop. Non che ce ne sia bisogno, se il country è comunque pronto a cavarsela da solo nella sua penuria femminile, tra nuove arrivate come Carly Price e vecchie glorie come Miranda Lambert che ritrovano la gloria dopo anni poco fruttuosi.
Ma Kacey Musgraves era una che ci sapeva fare, e il suo percorso à la Taylor Swift è alla fine qualcosa di già visto. Con Parallelismi che si manifestano anche in maniera elementare, come con titoli che si richiamano a vicenda (“If This Was A Movie” e Not Like The Movies” per dirne una). Se c’è però qualcosa che non si può eccepire in 1989 è la qualità, e Kacey Musgraves, con Star-Crossed, ne ha da buttare.
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