La violenza viene continuamente raccontata al cinema. Dalla violenza della guerra, passando a quella di un cuore spezzato fino ad arrivare ai revenge movie. Negli ultimi anni sono andati proliferando sempre di più pellicole che raccontano l’ implacabilità della vendetta soprattutto da un punto di vista prettamente femminile. Il movimento #MeToo ha sicuramente aiutata registe e sceneggiatrici a realizzare storie che raccontino la sofferenza di donne vittime di violenza di qualsiasi genere. Non parliamo solo di film dal consumo veloce come la saga di Taken o di John Wick, ma anche film meno mainstream. Raccontare il dolore di una violenza attraverso gli occhi di una donna non è mai stato semplice. Riuscire a tirare fuori sentimenti e sofferenze, non è mai facile ma possiamo dire che grazie alla carica mediatica ed emotiva del movimento #MeToo qualcosa sta cambiando.
Revenge movie: la rivincita delle donne?
Promising Young Woman (in italiano Una donna promettente) è l’ ultimo di una serie di titoli che cercando di raccontare la violenza, più precisamente la ferocia di una violenza sessuale. Il film d’esordio di Emerald Fennell, vincitrice dell’ Oscar alla miglior sceneggiatura, con protagonista Carrey Mulligan, fa proprio questo. Fare giustizia. La protagonista vestendo i panni di vendicatrice della propria migliore amica attraversa un mondo di sofferenza e violenza verso le donne.
La pellicola cerca di mettere sempre più in luce il tema dello stupro e della violenza sessuale. Promising Young Woman è diventato in poco tempo il portabandiera di questi nuovi thriller guidati principalmente da donne. Ovviamente non è un genere nuovo. Il revenge movie esiste da decenni ma la donna, era sempre stata solo un modo per “attivare” il processo di vendetta. In questo caso parliamo di donne che diventano protagoniste cercando di crearsi il proprio destino e farsi giustizia da sole.
Da vittima a carnefice in cerca di giustizia
Prima del film con protagonista Carrey Mulligan, uno dei più grandi simboli del revenge movie (oltre al più classico Kill Bill) al femminile è stato Revenge. Il thriller francese di Coralie Fargeat arrivò nelle sale nel 2017 poco prima dell’esplosione definitiva del movimento #MeToo. Una coincidenza particolare e allo stesso tempo molto angosciante. Revenge non è un film sottile. E’ violento, crudo, inquietante fino al punto di attaccarsi addosso. La pellicola racconta la storia di Jen, fidanzata del più anziano e ricco Richard. I due si troveranno a passare un fine settimana esotico nel deserto. E’ qui che comincerà il vero inferno della ragazza. Dopo esser stata violentata da un amico dell’ uomo tenteranno di ucciderla. La donna sopravvissuta ad indicibili torture ritornerà per cercare vendetta. Il film in sè per sè, segue i più classici stilemi del genere.
Premi WGA: “Promising Young Woman” vince la sceneggiatura originale
La vera rivoluzione è vedere una donna diventare da vittima a carnefice. Solitamente, nei grandi revenge movie hollywoodiani ci viene raccontato come l’ uomo cerchi di vendicare la propria metà. In un modo del tutto innovativo questa nuova onda di thriller di vendetta al femminile possono essere interpretati quasi come una nuova rinascita del movimento femminista nel cinema. Forza di volontà, indipendenza e spirito di iniziativa anche nel cercare vendetta.