PINUCCIO PIRAZZOLI, LA SUA STORIA DI MANI

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Pinuccio Pirazzoli con un bambino sordocieco al Centro Nazionale di Osimo
Pinuccio Pirazzoli in visita al Centro Nazionale di Osimo per la campagna "Una storia di mani"

Il maestro Pirazzoli tra i nuovi testimonial della campagna solidale 2019 della Lega del Filo d’ Oro

Pinuccio Pirazzoli è uno dei nuovi volti della campagna solidale “Una storia di mani” organizzata dalla Lega del Filo d’Oro per la raccolta fondi da destinare al proseguimento della costruzione del Centro Nazionale di Osimo che accoglie le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali e le segue in un percorso di riabilitazione e di reinserimento nella società.

Grande e noto discografico, arrangiatore, musicista e direttore d’orchestra, il maestro Pirazzoli ha raccontato con sincera emozione la sua esperienza come ambassador di questo fondamentale progetto di solidarietà.

Il maestro PINUCCIO PIRAZZOLI  con un piccolo ospite del Centro Nazionale di Osimo
Il maestro PINUCCIO PIRAZZOLI con un piccolo ospite del Centro Nazionale di Osimo

Lei è uno dei testimonial della campagna “Una storia di mani” organizzata dalla Lega del Filo d’Oro. Come ha accolto la proposta per questa importante gara di solidarietà?

Innanzitutto dovrei ricordare all’ umanità che dovremmo essere tutti vicini a questi ragazzi e non solo in occasione di campagne di solidarietà. Avevo conosciuto l’ associazione attraverso gli spot televisivi di Renzo Arbore ( uno tra i primi testimonial della Lega del Filo d’Oro insieme a Neri Marcorè, ndr) e da allora ho iniziato a sostenere il suo importante lavoro e le sue iniziative. Quindi, quando mi è stato chiesto di essere uno dei nuovi testimonial, sono stato felice e lusingato di contribuire ulteriormente alla campagne di solidarietà. Non mi sarei mai aspettato di vedere come questi ragazzi vengano accolti e sorretti così amorevolmente. E’ stata una situazione che mi ha fatto riflettere molto sull’ importanza dell’operato dell’associazione. Ringrazio quindi la Lega del Filo d’Oro per avermi coinvolto in questo progetto di estremo valore umano.

Quali sono stati i suoi primi pensieri e le prime emozioni che ha avuto quando ha visitato il Centro Nazionale di Osimo?

Il primo impatto è stato come quando si entra in un ospedale o in un istituto. La vera differenza l’ho percepita quando sono entrato nella sala dove erano riuniti tutti i bambini e i ragazzi con le loro famiglie e gli operatori della struttura. Qui mi sono veramente reso conto della gravità della malattia: non vedere e non sentire preclude ogni possibilità di comunicare con il mondo. E’ una sensazione terribile di chiusura e di buio intorno a sé. Sono stato molto coinvolto emotivamente. Mi ha colpito in particolare un ragazzo di circa 16 anni che ha cantato per tutto il tempo dell’incontro, emettendo dei suoni, che probabilmente nemmeno lui riusciva a sentire, sempre sorridendo. Inoltre sono stato vicino ad un bambino molto piccolo che mi ha fatto una tenerezza infinita, mi è sembrato quasi un angelo.

Secondo lei quale è l’aiuto fondamentale che si può dare ai bambini sordociechi e alle loro famiglie che si rivolgono alla Lega del Filo d’Oro?

Ho visto che la scienza medica prosegue negli studi e nelle ricerche per riuscire a dare una speranza a questi bambini e io mi auguro che in un futuro, non troppo lontano, si riescano ad applicare con successo le nuove scoperte. Io confido che nella vita ci sia per tutti un motivo per essere felici; io non sono tra coloro che pensano che nella vita si debba solo patire, bisogna anche essere felici. Questi ragazzi hanno diritto di essere felici, non dobbiamo abbandonarli. So che è molto difficile anche per le famiglie stesse accettare e affrontare queste situazioni giorno dopo giorno. Questi bambini sono come angeli che hanno diritto di vivere nella loro completezza e con cuore aperto chiedono soltanto tanto amore. E’ importante che la Lega del Filo d’Oro prosegua nel proprio progetto di aiuto e che esalti sempre la vita.

In che modo “le sue mani” possono aiutare quelle dei bambini sordociechi a vedere e a sentire?

Questi ragazzi hanno una percezione solo nel tocco e riconoscono le persone attraverso il contatto, pur non vedendole e non sentendole. Quindi le mani per loro sono fondamentali e sono l’unico collegamento che possono avere con il resto del mondo. Accarezzandoli percepiscono il tutto . Per loro tutti i sensi sono racchiusi nelle sole mani. Il mio aiuto consiste nel riuscire a fare sviluppare il più possibile il senso del tatto.

Il maestro PINUCCIO PIRAZZOLI al Centro Nazionale di Osimo - Lega del Filo d'Oro
Il maestro PINUCCIO PIRAZZOLI al Centro Nazionale di Osimo – Lega del Filo d’Oro

Ci può raccontare qualcosa della sua lunga carriera che continua con grandi successi nel campo della musica?

La musica mi ha accompagnato sin dalla prima infanzia. Ricordo che a 4 anni mi venne regalata una piccola fisarmonica con cui passavo intere giornate a suonare. I miei famigliari capirono la mia naturale inclinazione per la musica quindi a 5 anni iniziarono a farmi studiare pianoforte. Da questo momento ho proseguito a lavorare nel campo musicale. Ho iniziato a produrre dischi come musicista dall’ età di 15 anni; a 22 anni ebbi la fortuna di incontrare grandi personaggi che mi invitarono a lavorare con loro in qualità di arrangiatore. Ho così potuto collaborare con numerosi artisti come Al Bano, Luca Barbarossa, Adriano Celentano, Toto Cutugno, Fausto Leali, Luis Miguel, Milva, Gino Paoli, Donatella Rettore, Iva Zanicchi, Renato Zero e altri ancora. Prima di lavorare in televisione per diversi spettacoli ( numerose edizioni del Festival di Sanremo, Fantastico, Domenica in, I migliori anni, La Corrida con Carlo Conti, ecc… , ndr) sono stato un discografico. Ho un passato di discografia molto lungo e molto vario, visto che ho realizzato canzoni di generi diversi da quelle più leggere a quelle più impegnate. Ho sempre lavorato con facilità ed entusiasmo. L’unica cosa che mi rimprovero è che, avendo talmente il piacere di seguire un progetto discografico, non ho mai pensato troppo all’ aspetto economico.

Da vero artista: più creativo che veniale.

La gioia di realizzare un progetto è sempre stata tale che non ho mai pensato troppo alla parte economica.

Il maestro PINUCCIO PIRAZZOLI
Il maestro PINUCCIO PIRAZZOLI

Quali consigli pratici darebbe ad un giovane con talento che vorrebbe entrare nel mondo della musica o come cantante o come musicista?

Innanzitutto bisogna sottolineare che il mercato attualmente è saturo. Ci sono anche tante presenze inutili. Oggi i giovani hanno dato un taglio a noi della generazione precedente. Mentre sino a qualche anno fa avevamo la possibilità di comunicare, adesso i ragazzi nati nel 2000 non riconoscono gli artisti degli anni Ottanta o Novanta, quindi non hanno più dei riferimenti ben precisi. Adesso i nuovi riferimenti per i giovani sono dati da persone che non conoscono la musica. Ci sono dei dj che fanno musica, anche se non hanno una vera preparazione musicale. Oggi un musicista o un cantante, che viene da una scuola con indirizzo melodico o rockettaro che si rifà agli Anni Ottanta e Novanta, deve essere molto bravo. Non ci sono più i luoghi dove fare palestra come un tempo potevano essere le sale da ballo o le feste locali e le sagre di paese. Oggi i giovani devono partire dimostrando già di essere eccellenti cantanti o musicisti. Il consiglio che posso dare è quello di scegliere bene e con attenzione i propri insegnanti, i quali, oltre a dovere conoscere la musica, devono essere capaci di comunicare e di trasmettere passione. Purtroppo oggi ci sono molti insegnanti frustrati che scelgono la strada dell’ insegnamento come ripiego alle loro sconfitte. E questo è deleterio per gli allievi che spesso non vengono preparati e seguiti come un vero maestro dovrebbe fare.

Attualmente a cosa sta lavorando?

Sto lavorando ad un progetto del maestro Reverberi, un musical; quindi sino a febbraio non tornerò in televisione.

Un suo sogno nel cassetto.

É un periodo in cui sono circondato da persone con il cuore aperto, con cui posso comunicare liberamente. Ho intorno a me dei veri amici, sia nella vita privata che in quella professionale, e con loro sto molto bene. A me piacciono le persone, non ho paura delle persone; cerco sempre di vedere il lato positivo di ognuno. Io ho un motto personale “E’ meglio un delinquente, che si pente e che si converte, che un santone seduto su una pianta che fa niente”. Sono innamorato di questo periodo, quindi il mio sogno nel cassetto è di poter continuare così.

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