Scorrendo indietro nel tempo non smettiamo mai di trovare gruppi che, nonostante alcuni singoli famosi, sono nascosti dalla polvere, dimenticati nonostante l’importanza. I The Zombies al tempo della pubblicazione di Odessey and Oracle non erano nemmeno consapevoli di aver scritto un lavoro fondamentale. Uno di quelli in grado di allacciare due epoche storiche. Quella del beat e quella della psichedelia (quando i Zombies entrarono ad Abbey Road i Beatles avevano da poco terminato le registrazioni di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band). Odessey and Oracle ebbe il merito di collocarsi in mezzo a queste inclinazioni musicali, senza però disdegnare intuzioni che si riveleranno fondamentali per filoni successivi come il prog. Ad esempio, proprio il progressive si annusa ascoltando Times of the Season, brano eterno che all’epoca ricevette il giusto successo ma che nel corso tempo è andato via via nel dimenticatoio. Eppure quelle tastiere, quegli agganci sono rimasti nella mente di migliaia di musicisti.
Perchè Odessey and Oracle è importante?
Il disco è importante dal punto di vista storico, al pari di un Pet Sounds o di un The Kinks Are the Village Green Preservation Society. Perchè? Intuitivamente è facile capirlo. Basta ascoltarlo e analizzarlo, ogni traccia è un piccolo insieme di spunti interessantissimi che non a caso fecero breccia ai musicisti dell’epoca, che tra un brano dei Beatles e un altro, cercarono di vivisezionarlo. Sembra strano che un lavoro del genere sia finito nel triste girone dei dischi dimenticati, forse a causa dell’insuccesso commerciale, ma se siamo ancora qui a parlarne dopo circa 50 anni allora Rod Argent e Colin Blunstone fecero qualcosa di speciale.
Alcune curiosità sul disco:
- Gli Zombies entrarono in studio, negli Abbey Road di Londra, poco dopo che i Beatles concludessero St. Peppers e prima che Pink Floyd incidessero The Piper at the of Gates of Dawn
- Sulla copertina campeggia un errore ortografico. Il titolo del disco doveva essere Odissey and Oracle
- La traccia Care of Cell 44 ha avuto molte rivisitazioni, una delle più note è a cura del compianto Elliot Smith.
- Il singolo Times of the Season è stato ristampato dalla Columbia con una copertina estremamente diversa rispetto all’originale
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