Mae Muller, No One Else, Not Even You | La Recensione

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Mae Muller, copertina di no one else, not even you

La giovane cantante inglese rilascia il suo primo album, pop e spigliato al 100%. Ecco Mae Muller, e il suo debutto No One Else, Not Even You. Per i fan di Lily Allen sarà una bella sorpresa

Mae Muller: cos’è No One Else, Not Even You?

Classe 1997, inglese fino al midollo (e all’accento). Mae Muller è appena arrivata ma si è già scavata una nicchia e se la tiene stretta. La cantante di The Hoodie Song e Therapist debutta in un periodo complicato e contenzioso della storia, ma non sembra sentire assolutamente nulla – viaggia a modo suo e sulla sua strada. Il suo primo album è un lavoro pop al cento per cento, valido, leggero e privo di fronzoli, con un’ambizione palpabile, ma non diretta nella direzione che ci si aspetterebbe. Solitamente l’album pop “ambizioso” è quello che si propone di comunicare un concept, che intende dire qualcosa di forte sull’artista e sulla sua visione. Mae Muller, con No One Else, Not Even You, è ambiziosa in maniera diversa: in una maniera che è spiccatamente pop e spiccatamente British. 

Impossibile non rendersene conto, già dal primissimo ascolto. Mae Muller è inglese, No One Else, Not Even You è un album di pop all’inglese, e le influenze piovono da tutti i fronti. La Muller ha collaborato con le Little Mix, facendo da supporter durante le tappe inglesi del loro LM5: The Tour – le ragazze sono le prime a farsi sentire attraverso le mura. Con anche un pizzico di Anne-Marie, e della sua divertente leggerezza adolescenziale. Mae Muller non ha una voce possente, ma riesce a mantenere l’attenzione con uno stile di canto coinvolgente, delicato e spontaneo. Sono tracce vivaci e leggere, con una produzione pulita e mai noiosa, che sapientemente si allontana dalla moda indie del momento e punta sulle forze di colei che sta cantando. E che porta reminiscenze di un’altra regina d’Inghilterra – la (mai) dimenticata Lily Allen. 

Mae Muller e Lily Allen

Senza dubbio la miscela non giunge mai alla perfezione alchemica cui era arrivata la Allen. La voce più sottile, la cantata più delicata che creava un ossimoro con i testi cattivelli, un tipo di sarcasmo più marcato. Oltre all’ottima vena politica e sociale che emergeva in canzoni come Fuck You e Hard Out Here, con cui Mae Muller non si cimenta e di cui in No One Else, Not Even You si sente la mancanza.

Anche il titolo presenta una simpatica similitudine con il secondo album della Allen, It’s Not Me, It’s You. Lo spirito cattivello della Muller nell’album è riassunto al massimo in una traccia chiamata HFBD, acronimo per Happy Fucking Birthday, in cui la cantante augura al suo ex che il suo “f*ttuto compleanno” sia la peggior giornata dell’anno e lo lasci in pezzi. Tutto molto goliardico, sempre e comunque, privo di un intento malizioso oltre alla catarsi cattivella e il divertimento. 

Un ottimo risultato, quindi, come debutto pop. Mae Muller è una sorpresa pop piacevole e fresca, e in No One Else, Not Even You sa servirsi delle sue forze e del suo talento per realizzare un lavoro che funziona. Se il potenziale di trarre da questo un’effettiva popstar vi sia già o no, è difficile da dire. Nel frattempo, però, nel mondo esiste un bell’album in più. Se avrà maggior successo, anche solo in patria (come spesso accade ai cantanti inglesi) sarà sicuramente meritato

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