La miniserie Netflix Unorthodox nel profondo

Conosciamo più da vicino Esther Shapiro e la sua storia

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All’interno della nostra società occidentale, spesso consideriamo la libertà come un qualcosa di scontato. Non lo facciamo apposta. Semplicemente, è così che ci appare la vita. Viviamo nell’epoca in cui, fin da bambini, ci viene insegnato a realizzare noi stessi, i nostri sogni e le nostre aspettative. Certo, esistono realtà familiari più severe e restrittive di altre, ma in linea di massima, una volta lasciato nido, il mondo ci spalanca le sue porte. Immaginate invece di vivere in una società nella quale il vostro futuro sembra segnato fin dal vostro primo respiro. Pensate a come sarebbe possedere dei sogni e delle passioni, e sapere che a poco a poco dovrete reprimerli al fine di ricoprire il ruolo antropologico previsto per voi. E’ questo ciò che ci mostra la miniserie Netflix Unorthodox.

Di cosa parla la miniserie Unorthodox?

Esther Shapiro, detta Esty, è una ragazza di fede ultra-ortodossa chassidica. Ella vive nella comunità ebraica di Williamsburg a Brooklyin, New York City. Nonostante Esty si trovi fisicamente nell’immensa metropoli americana, la sua vita è totalmente diversa da quella della maggior parte dei suoi concittadini. Come lei stessa afferma, “Williamsburg is not America”, “Williamsburg non è l’America”.

Ciò significa che la ragazza è tenuta a condurre una vita rispettando i canoni imposti dalla sua religione e da chi la pratica. In particolare, all’interno della comunità, la figura della donna è estremamente oppressa. L’immagine di Esther ne è la prova: la ragazza è stata cresciuta e istruita secondo le regole del suo credo. In quanto donna, il ruolo che la società ha scelto per lei è quello di moglie e madre. Ella dovrò sposare Yankov Shapiro, un ragazzo di Williamsburg, detto Yanky. Scontato dire che si tratta di un matrimonio combinato.

Solo che Esty, non si sente adatta per ciò che le spetta, e per ciò che gli altri si aspettano da lei. Si ritrova imprigionata in un matrimonio con un uomo che non ama. E’ incastrata nella figura della moglie che deve soddisfare le necessità del marito, oltre a dover ad ogni costo mandare avanti la stirpe, dunque rimanere incinta.
Esther è appassionata di musica. Non a caso, per anni ha preso di nascosto lezioni di pianoforte. Sarà proprio questa forma d’arte e l’amore per essa, che le serviranno da ancora di salvezza per una nuova vita. Ecco che allora la ragazza fugge in Germania, a Berlino. Qui, scoprirà un nuovo mondo e una nuova vita. Tuttavia, si ritroverà a dover fare i conti col suo passato e con le sue radici.

La cultura dell’oppressione

La miniserie Netflix Unorthodox, ci consente di analizzare più da vicino un fenomeno presente in ogni società di questo mondo. A prima vista, quella di Esther Shapiro, può sembrare una figura ribelle. In effetti, da un certo punto di vista ciò è vero. E’ però doveroso osservare quanto la ragazza, nonostante la sua fuga, sia sempre legata alle sue origini.

Innanzitutto, lei non afferma mai di essere scappata perché si sentiva oppressa. Esty dice semplicemente che “Dio si aspettava troppo da lei“. Questa frase ci suggerisce molto su come la ragazza sia stata cresciuta. Ciò che le è stato instillato nella mente fin da bambina, è che un Dio le ha donato un certo percorso di vita, e si aspetta che venga seguito.

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E le persone intorno a lei, sembrano all’unisono indirizzarla verso quel tipo di vita. Non solo gli uomini, ma anche le donne. Questo si verifica proprio nel momento in cui certi ideali e abitudini ci vengono impartiti fin dalla nascita. E’ così che li riconosciamo come buoni. Non riusciamo a scovare le radici di essi. Tutto ciò diventa normale. E la normalizzazione è alla base di ogni violenza, anche di quelle autoimposte. Questo è senz’altro uno dei messaggi principali che la miniserie Netflix Unorthodox vuole trasmetterci.

La miniserie Netflix Unorthox e il femminismo

Quella di Williamsburg, è una società nella quale il femminismo non è assolutamente contemplato. Non per un semplice discorso di credo religioso. Religione, non è sinonimo di anti femminismo. Il femminismo si attua nel momento in cui si crede fortemente nella parità politica, economica sociale fra i generi. Dunque, la fede non rappresenta di per sé un ostacolo.

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L’ostacolo, si presenta nel momento in cui la donna viene cresciuta opprimendo la propria essenza. Annientando fin dal principio ciò che è o potrebbe diventare, poiché la sua vita non conta quanto quella di un uomo. I suoi sogni, le sue aspettative, le sue aspirazioni, sono solo pesi dei quali liberarsi al fine di raggiungere il ruolo per lei prestabilito: quello di moglie e madre.

Ci sono volute ben cinque ondate di femminismo per far sì che le signore si emancipassero. E nonostante ciò, la lotta è ancora aperta, soprattutto in alcuni paesi del mondo. La miniserie Netflix Unorthodox, ci ricorda quanto ancora certe realtà siano arretrate da questo punto di vista.

Il fatto che Esty riesca finalmente a scappare da Williamsburg, ci dà un’idea di liberazione. Eppure, la ragazza non parla del luogo dal quale proviene come una prigione. Piuttosto, ancora una volta afferma che le regole che vi vigevano, erano troppo per lei.
Si può dunque notare come la protagonista sia andata incontro a una sorta di risveglio. Ella ha compreso quanto la sua formazione sia stata oppressiva, quanto le stesse persone a cui vuole bene abbiano collaborato per annullarla. E ciò le fa male. Non è facile accorgersi che chi ci ama ha in realtà contribuito a distruggerci. Ecco perché la Esty di Berlino è di certo diversa da quella di Williamsburg, ma mostra comunque una parte conservatrice.

L’arte salvatrice

La miniserie Netflix Unorthodox ci dà dimostrazione di come l’arte funga spesso da ancora di salvezza per molte persone, soprattutto nella difficoltà e nella sofferenza. Di fatti, nel momento in cui Esty approda a Berlino, la sua passione per la musica sembra poter trovare una possibile realizzazione. La ragazza, comincia a frequentare un conservatorio di musica, nel quale poi tenterà l’ammissione. Qui, conosce una nuova famiglia, composta da amici.

Si tratta di persone occidentali, diverse da quelle con le quali lei è abituata a che fare. Eppure, la loro conoscenza le apre un mondo. Comincia a confrontarsi con una società diversa, nel bene e nel male.

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Il popolo ebraico, è famoso per aver apportato all’arte una parte di cultura importante. Anche nella sofferenza, sono nati capolavori artistici assoluti.
Non sappiamo se Esther sia diventata una musicista professionista o meno. Sappiamo però che la musica ha fatto da leva per la sua emancipazione.

La miniserie Netflix Unorthodox è una delle tante dimostrazioni del fatto che lasciare le proprie radici è difficile. E’ estremamente faticoso spogliarsi di parte della propria essenza, riconoscere che essa in parte sia malata. Tuttavia, è possibile. Basta distinguere ciò che ci lega da ciò a cui siamo legati.

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