Star Wars: cosa non va nei sequel?

Un analisi di ciò che non ha funzionato nel primo tentativo della Disney nel riportare la galassia lontana lontana sul grande schermo

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Star Wars

Nel dicembre 2019 è arrivato nelle sale di tutto il mondo l’attesissimo Star Wars: L’Ascesa di Skywalker. La pellicola ha segnato la conclusione del ciclo narrativo riguardante gli Skywalker, aprendo gli orizzonti a nuove storie ed avventure. Se da un lato risulta difficile immaginare Star Wars senza i personaggi che l’anno reso celebre, dall’altro il progetto targato LucasFilm/ Disney non ha rispettato le aspettative del pubblico. Mai come questa volta parliamo di una saga che si è rivelata essere senza spina dorsale, ma soprattutto senza una storia solida da dover raccontare. Ma procediamo con ordine.

Star Wars nelle mani di Topolino

Han Solo (Harrison Ford) e Chewbecca

Risale al 2012 l’ ufficializzazione dell’acquisizione della Lucas Film da parte della Disney, impegnandosi nella produzione dei nuovi sequel della famosissima saga. Parliamo di una casa di produzione, la Walt Disney, che da anni fonda il proprio lavoro su una costante nostalgia attraverso live action e pochi progetti innovativi. Da un punto di vista produttivo era più che inevitabile un epilogo del genere. La trilogia sequel di Star Wars, a causa di cambi di regista, sceneggiature poco adatte e interventi sbagliati della casa di produzione, risulta essere (forse) il vero fallimento della Disney.

In queste righe cercheremo di capire quali sono i problemi di questa trilogia, che nonostante i suoi lati negativi, continua ad essere una delle saghe a maggior incasso della storia del cinema.

Da questo momento in poi AVVERTIMENTO SPOILER

I nuovi personaggi

Una scena de la Saga degli Skywalker con protagonisti Poe, Finn e Rey
Rey (Daisy Ridley), Finn (John Boyega) e Poe (Oscar Isaac)

C’ è stato sicuramente il tentativo di introdurre qualcosa di nuovo tramite la storia di Finn, giovane stormtrooper ribellatosi al Primo Ordine, ma la novità finisce qui. I nuovi personaggi sono eccessivamente piatti o con caratterizzazioni molto simili ai personaggi delle vecchie trilogie. Nessuno spicca particolarmente, nessuno ha un background che può seriamente incuriosire il pubblico e spingerlo ad appassionarsi. Il problema principale è proprio la mancanza di spessore di questi personaggi. Alcuni potevano avere del potenziale da sfruttare, dinamiche interessanti da approfondire, ma alla fin fine risultano piatti come fogli di carta e con archi narrativi incompleti. Nel primo film si erano create dinamiche interessanti che vengono improvvisamente interrotte nel corso della saga a favore di colpi di scena di cui il pubblico non aveva bisogno. Se Rey, Finn e Poe, risultano essere molto poco caratterizzati, diversa è la storia di Kylo Ren, unico personaggio con spessore. In lui c’ è un dissidio e una paura che ricorda molto l’Anakin Skywalker de La Vendetta dei Sith. Nonostante ciò risulta è l’ unico personaggio a non scadere mai nel banale.

La regia e la sceneggiatura

Rey (Daisy Ridley) e Kylo Ren (Adam Driver)

JJ Abrams non è un regista di altissimo livello. E’ un mestierante in tutta la sua carriera ha lavorato sulla nostalgia, quindi ideale per il progetto che la Disney aveva in mente di fare. Il cambiamento di regista avvenuto per Episodio IIX: Gli Ultimi Jedi, aveva portato una ventata di aria fresca. Rian Johnson, aveva ribaltato tutte le carte in tavola, rendendo il tutto molto più appetibile. Snoke, la Resistenza allo sbaraglio, la presentazione di un Luke totalmente diverso da quello che il mondo era abituato ha conoscere, ha suscitato reazioni contrastanti. Tutt’ora c’è chi definisce Star Wars: Ultimi Jedi, il peggior film della saga e chi lo definisce il migliore. Sicuramente l’errore principale ha riguardato il ritorno dietro la macchina da presa di JJ Abrams per l’ ultimo capitolo della saga. Star Wars: L’Ascesa di Skywalker non è altro che un tentativo del regista di cancellare il lavoro fatto da Johnson e ritornare alla sua idea d’origine proposta in Episodio XII. Questo mostra la totale mancanza di una visione di insieme da parte della Disney, per un progetto che aveva eccezionali potenzialità.


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Il sacrificio di Anakin

Anakin Skywalker/ Darth Vader (Hayden Christensen)

Star Wars: Episodio VI si concludeva con il sacrificio di Darth Vader/Anakin Skywalker. Un sacrificio che secondo la profezia, avrebbe dovuto riportare l’equilibrio nella Forza. Equilibrio che a quanto pare non è mai arrivato. Infatti vediamo chiaramente in Episodio IX che il malvagio imperatore Palpatine è vivo (non si sa bene come) e sta cercando di rifondare l’ impero. Il sacrificio di Anakin, a conti fatti, risulta essere totalmente inutile, dato che a riportare l’ equilibrio nella forza sarà la stessa Rey annunciata come nipote di Palpatine. Il tutto diventa un semplice modo per ricucire strappi irreparabili. Una saga che non ha una continuità narrativa e che è stata in grado di negare se stessa.

Una piega sentimentale non necessaria

Rey e Kylo Ren (Ben Solo) sono legati. Questo lo si era capito già all’ inizio del secondo film, attraverso la loro possibilità di comunicare tramite la Forza. Quella che c’è tra di loro, è un’ interessante lotta tra lato chiaro e lato oscuro, tra bene e male, in una storia di labili equilibri. La cosa peggiore è quando questo loro collegamento, viene trasformato in una mera attrazione amorosa. Tutto ciò che implicava un racconto fatto di fragili equilibri va totalmente frantumandosi in nome di una esigenza narrativa di cui pochi avevano bisogno.

Leia e Luke Skywalker
Luke e Leia interpretati da Matk Hamill e Carrie Fisher

Star Wars: Tutto da buttare?

Una cosa che rende grande questa nuova saga di Star Wars è sicuramente l’effettistica. Visivamente sono un qualcosa che raramente si è visto al cinema per magnificenza e grandezza. E’ un vero peccato non esser riusciti ad esaltare una storia che poteva avere altissime potenzialità. Le presentazioni dei diversi personaggi e i ritorni di altri non erano assolutamente scontati. Ma il tutto si è andato a perdere a favore di una trama confusionaria e poco chiara. Il problema principale è come la Disney ha voluto gestire un progetto enorme come Star Wars, che ha quasi l’ obbligo di essere all’altezza dei prodotti precedenti. Molto probabilmente tra 30 anni parleremo ancora della saga originale e dei prequel, ma dubito che ricorderemo come indimenticabile questi sequel.

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