La Casa di Carta: quali erano i veri soprannomi?

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La Casa di Carta: quali erano i veri soprannomi?

Berlino, Palermo, Tokyo, Nairobi sono alcuni dei nomi dei protagonisti della serie tv La Casa di Carta. Ma quali erano i veri soprannomi all’inizio?

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Il successo de La Casa di Carta

Come tutti avranno notato, il successo de La Casa di Carta è stato enorme non solo in Spagna. Addirittura, la serie tv è diventata la più vista al mondo in questo momento! Un bel colpo per Netflix, che qualche anno fa ha comprato i diritti della serie. In quanto a spettatori, ha superato anche Game of Thrones e The Walking Dead. E’ curioso sottolineare che le prime stagioni sono passate inosservate in Spagna. All’inizio non si pensava che la serie potesse uscire dai confini nazionali. Ringraziamo, perciò, Netflix per avercela fatta conoscere!

Uno degli aspetti più particolari de La Casa di Carta è il fatto che i protagonisti la serie tv non vengono chiamati con i loro veri nomi, ma con dei soprannomi di città. Abbiamo quindi Tokyo, Denver, Rio, Berlino, Nairobi, Stoccolma, Mosca, Oslo e Palermo. Ma i nomi associati ai rapinatori, inizialmente, sarebbero dovuti essere alquanto diversi.

Quali erano i veri soprannomi dei protagonisti de La Casa di Carta?

Perché i rapinatori hanno scelto di utilizzare dei soprannomi? Perché è più facile cercare di non essere scoperti ed identificati. Ma un altro motivo arriva dal Professore che ha deciso di evitare (fallendo) ogni relazione interpersonale all’interno della band. I protagonisti stessi hanno scelto i loro nomi in base alle città che preferivano. Ma quali dovevano essere i veri soprannomi?

Tokyo, interpretata da Ùrsula Corberò doveva chiamarsi Silene. Per Rio, il nomignolo inizialmente ideato era El Niño, mentre per Berlino si pensava a El Dandi. Mosca, invece, avrebbe dovuto chiamarsi Augustìn. Il produttore televisivo Alex Pina ha confermato che la scelta di utilizzare nomi di città è avvenuta in modo del tutto casuale. Un giorno qualcuno arrivò con una maglietta con su scritto Tokyo. “Fu così che è iniziato”.

Sarebbe stato lo stesso senza i nomi delle città?

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