La Casa di Carta 4 – due facce della stessa serie

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La casa di carta 4
Tokyo ed Helsinky ne La casa di carta 4 (foto: account Twitter NetflixIT)

È uscita da meno di una settimana la Casa di Carta 4 su Netflix, ed è già stata divorata dai suoi fan. Otto episodi di circa 50 minuti ciascuno, minuto più minuto meno, che sono diventati argomento di un pubblico che non si è risparmiato critiche, complimenti, esultanze e richieste per una nuova stagione il prima possibile. Eh già, perché, dopo un anno passato in balia della suspence, assuefatti completamente da questa nube di mistero che circondava le sorti della banda e del Professore, non siamo ancora giunti ad una vera conclusione. Ancora attesa, ancora ansia, ancora un anno di sofferenza psicologica.

Le due facce de “La Casa di Carta 4”

(Sono presenti spoiler)

Questa stagione potrebbe essere divisa a metà. Tra le note di Ti amo di Umberto Tozzi e Centro di gravità permanente di Franco Battiato, si divide in due parti. I primi episodi risultano infatti più lenti, poco avvincenti. Una parte che ha vissuto di rendita degli episodi precedenti e che forse non è stata in grado di aggiungere novità alla situazione attuale, già abbastanza complessa che si viveva all’interno della Banca di Spagna.

Insomma, un inizio sofferto. Un professore che non sa più come comportarsi, un gruppo sempre più diviso mentre la polizia è sulla strada giusta per il successo. Discussioni tra Tokyo e Palermo, Tokyo e il professore, Tokyo e il resto della squadra. Mentre Arturo Romàn cerca solo di creare nuovi problemi tra gli ostaggi. Nulla di nuovo insomma. Anzi, come nelle scorse stagioni, i fatti sono intervallati da continui flashback che riportano sulla scena la presenza di Berlino, in un passato che è in grado di spiegare i fatti attuali più di quanto non faccia la scena stessa.

Il momento di svolta arriva grazie alla liberazione di Gandìa, il capo della sicurezza della Banca di Spagna. La sua fuga sarà il vero inizio di questa Casa di Carta 4.

In quel preciso momento il meccanismo alla base della serie cambia. Il nemico ora non è solo fuori alla ricerca del professore, ma è anche dentro. E non si fermerà finché non saranno morti tutti. La paura e la tensione iniziano a farsi palpabili, le attese crescono e con la cattura di Tokyo toccano l’apice. Un obiettivo che la serie si è imposta e che tutto sommato possiamo riconoscerle. Anche se a tratti, forse, ha puntato così in alto da creare piccole delusioni. Una tra tutte, l’assassinio di Nairobi.

La casa di carta 4
La casa di carta 4 – L’assassinio di Nairobi (foto: Tvserieal)

Nairobi e Gandìa, la seconda fase

Nairobi è stata una figura particolare in questa stagione. Forse un po’ abbandonata, messa in disparte, come un contorno. Destinata ad una fine che forse non le si addiceva. Forse sarebbe stata meglio una morte più adatta al personaggio che ricopriva. Ma non è tutto. La scena stessa si può dire essere stata particolarmente surreale. Il classico uno contro mille tipico dei film d’azione americani: Gandìa accerchiato da una banda di cattivi che armata fino ai denti non riesce nemmeno a ferirlo, tanto che a segnare il suo decadimento sarà una granata lanciata da Denver, dopo averlo rincorso per tutta la Banca. Eppure non era la prima volta che si trovava in quella situazione. Torniamo indietro di alcuni istanti.

Dopo aver stordito Denver e Rìo con una granata lanciata nell’ascensore, da cui i due ragazzi ne sono usciti solo storditi, Gandìa cerca il colpo di grazia finendo quello che ha iniziato. Puntando dritto verso le porte aperte dell’ascensore apre un fuoco che però sembra non raggiungerli, nemmeno ferirli. In quel preciso momento vengono chiamati i rinforzi. Gandìa è accerchiato, la fine sembra ormai segnata per lui. Eppure, nonostante un duro campo di battaglia, riesce ad uscirne illeso, in perfetto stile Attacco al Potere, per chi l’avesse visto.

La casa di carta 4
La casa di carta 4 – la cattura di Gandìa (foto: Tom’s Hardware)

Strategia e ingegno presenti, ma solo sul finale

Il Professore in questa stagione subisce una trasformazione. Per la prima parte è accecato dal dolore e dell’amore. Non riesce più a pensare lucidamente e a trovare un modo per risolvere i problemi che si stanno creando all’interno della Banca. Il suo piano gli si sta pian piano sgretolando davanti agli occhi, fino a quando, al telefono con Tokyo, non realizza la realtà: Lisbona è viva. Con un briciolo di speranza ancora in corpo torna in scena dando il via ad una serie di attacchi e contrattacchi con la Polizia. Proprio questa poi, dalla scorsa stagione ha acquisito un tono nuovo, più ironico e divertente a tratti, grazie alla presenza di Alicia Sierra. Spietata, stacanovista, simile a Raquel, ma con un po’ di umorismo in più.

Ma tornando al Professore, anche il suo apice arriverà solo negli ultimi due episodi. Ad aiutarlo fuori arriva Marsiglia, personaggio importante per questa serie, non solo per il suo aiuto, ma proprio per il suo carattere. Opposto da quanto sembrerebbe apparentemente. Un personaggio leggero, simpatico, disponibile, che forse ha poco in comune con i suoi compagni. Un personaggio apprezzato. Grazie anche al suo sostegno, Sergio riporterà un po’ della strategia e dell’ingegno che sono stati il punto di forza di questa serie e che forse mancavano da troppo tempo. Rimontato in sella, il Professore riuscirà a salvare ancora una volta un compagno dalle mani della Polizia, portandola là dove sarebbe sempre dovuta stare: nella Banca di Spagna.

La cugina ritrovata

La cugina di Denver è il nuovo acquisto della serie. Il suo è un ruolo apparentemente semplice: l’infiltrato. Con il compito di vegliare tra gli ostaggi, non ha avuto modo di mettersi in mostra in questa stagione, se non grazie ai brevi flashback. Di Julia conosciamo la storia, abbiamo intuito il suo carattere determinato e il suo desiderio di prendere parte all’azione. Ma questo è tutto. Probabilmente dovremmo attendere ancora una stagione per vederla sbocciare completamente.

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