Katya, Vampire Fitness | La Recensione

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Katya Zamolodchikova, cover di Vampire Fitness

Katya è una drag queen sicura di sé e sale sulle scene musicali con Vampire Fitness, un album esplicito sin dal nome. Stravagante, forse troppo, ma non privo di punti di forza.

Katya, cosa ci porta Vampire Fitness?

La combinazione tra il drag e l’horror è vecchia come il drag stesso, e non ha mai smesso di funzionare. Lo sa bene Brian Joseph McCook, in arte Katya Zamolodchikova, che con Vampire Fitness si fa avanti per la prima volta nel mondo della musica. Ha origini irlandesi e nient’affatto russe, ma russo è il personaggio che ha creato per la settima stagione di RuPaul’s Drag Race. Una delle drag più conosciute e seguite, un elemento portante dello strano mondo della Drag Race. 

Alcuni degli album drag più belli sono basati sull’horror e sull’estetica che lo accompagna. Sharon Needles, Aja e Violet Chacki hanno costruito le loro intere personalità artistiche e musicali attorno a tale genere. Anche Alaska Thunderfuck e Adore Delano, di solito dive pop in piena regola, hanno raggiunto picchi creativi con i loro album più macabri. Esiste persino un format a tema, intitolato Dragula e decisamente non raccomandato ai deboli di cuore. Si capisce allora che per il suo debutto dopo anni di attesa, anche se è solo un EP, Katya ci mette davvero tutto di sé in Vampire Fitness. Sono cinque tracce tra le più strambe che il mondo del drag abbia mai avuto il piacere di offrire, difficilmente anche ballabili, una sorta di strana tela sulla quale può dipingere qualunque cosa le passi per la testa. 

Il mondo horror e “strano” di Katya

Katya è una signora sicura di sé: Vampire Fitness è il frutto della sua mente e di essa trabocca, esagerata e provocatoria fin quasi all’assurdo. Ma non stereotipata, su questo si può convenire. Lo si capisce dai featuring che sull’album si possono trovare. Alaska Thunderfuck, che compare in ГЛАЗ (“Occhio” in russo, pron. “glas”), è l’incarnazione stessa della diva pop. L’ospite in Ding Dong è invece Trixie Mattel, già compagna di avventure di Katya nel The Trixie & Katya Show del canale canadese Viceland. La signora Mattel ha costruito la sua intera personalità attorno alla figura di una barbie campagnola, eppure eccola trapiantata completamente dal nulla in Transilvania. E Ding Dong è senza dubbio la traccia più bella: sono rari i momenti di leggerezza che Katya si concede in Vampire Fitness, ma è proprio da quelli che emerge il massimo del suo potenziale. 

La traccia più notata in Italia sarà senza dubbio Ravioli, cantata nella nostra lingua – per dir così, in realtà è più una serie di invocazioni dedicate al cibo titolare – e ricolma di allusioni volgari e grottesche. Per lo meno le frasi sono corrette, ma l’eccesso di volgarità e riferimenti alle feci può indisporre stomaci non solo abituati. Un errore in cui cascò anche la Needles nel seppur ottimo Battleaxe, in tracce come Dirty Diaper. Katya si è comunque impegnata molto in Vampire Fitness, e per un EP fa decisamente il suo lavoro. Difficile però immaginare per esso un pubblico al di fuori del mondo del drag. 

Volete altri album un po’ macabri? Provate le nostre proposte di Halloween.

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