Halloween, la musica per la serata

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Sarà un Halloween diverso dal solito, da passarsi in casa lontano dai locali e dai banchetti. Ma anche nell’intimità della propria casa sarà possibile immergersi nell’atmosfera di orrore che del trentuno ottobre tanto si ama. Con il cibo, ad esempio, o il cinema di nicchia. Oppure attraverso la musica, inclusa quella più mainstream. Di solito sono rock e metal ad essere associati al giorno della paura, ma esaminando la scena pop si scoprirà che anche al suo interno si possono trovare eccellenti e irresistibili celebrazioni del macabro. Basta cercare oltre la radio, ma non si rimarrà delusi: perché la scelta non è soltanto ampia ma è anche variegata, e ricopre ogni sorta di specifica richiesta gotica che si potrebbe avere. Un Halloween insolito, ma che si può celebrare ancora a tempo di musica.

Per chi ama il Pastel Goth: Die Die Lullaby

Per un Halloween in musica: Die Die Lullaby dei Night Club

Colori pastello e immagini adorabili – in primis animaletti e servizi da tè – combinati con la fascinazione gotica per il macabro e la morte. Questa è l’estetica pastel goth, una delle sottoculture alternative più in voga di recente, e non c’è gruppo sulla piazza che la rappresenti meglio dei Night Club. Il progetto è composto dalla vocalist Emily Kavanaugh e il produttore Mark Brooks e Die Die Lullaby è il loro terzo album. Il critico musicale Crash Thompson, su YouTube, lo descrive “come se la Kesha delle origini avesse avuto una fase gotica”.

E se effettivamente molti vecchi lavori della signora Sebert già mostravano un lato piacevolmente trucido (basta riascoltare tracce come Blow, Die Young e Cannibal per rendersene conto), quel lato giunge alla piena realizzazione con i Night Club. I testi di Die Die Lullaby evocano morte e cimiteri, ma la musica è vivacissima e splendidamente ballabile, come se in mezzo a un campo mortuario fosse stato allestito un locale perfettamente funzionante. O come la cassa da morto di plastica rosa shocking sulla copertina, un’immagine che da sola sprizza “Halloween in musica” da tutti i pori. 

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Close Your Eyes – Digital Daggers

Nati dall’intesa tra la cantante Andrea Wasse e il polistrumentista Jason Smith, il duo utilizza la setosa voce della signora per creare splendido synthpop con un velo di divertente sadismo.

Heart Shapes Bed – Nicole Dollanganger
Una delle cantanti più amate della scena indie, e l’acclamato Heart Shaped Bed la porta ai suoi punti di forza. Tra bassi suadenti e una voce delicata e carica di scoramento, è impossibile non affezionarsi a lei almeno un po’. 

Love Is Dead – Kerli
Non si può parlare di pastel goth senza menzionare lei, che dieci anni fa ne era la regina. Inconfondibile con i suoi capelli bianchi, gli abiti di pizzi e trine e il trucco dai colori freddi – e quella vocetta acuta che parlava di bambine terrificanti e amori nati per morire. 

Per chi ama i circhi dell’orrore: Who Killed Amanda Palmer 

Copertina di Who Killed Amanda Palmer

Non c’è nessuno di più adatto a trasportare direttamente sotto un tendone di terrore della dama dei Dresden Dolls. Con le sue sopracciglia triangolari, i capelli vermigli e l’abbigliamento vittoriano, Amanda Palmer sa farsi notare anche prima di aprire bocca. Ma il suo debutto da solista con Who Killed Amanda Palmer offre molto più di una vuota estetica, rivelandosi come un capolavoro dark cabaret orecchiabile e spontaneo, un Halloween vintage raccontato nella musica a lei caratteristica. Il titolo stesso promette una raffinata eccellenza horror: è ispirato alla vicenda di un’altra Palmer, la Laura de I Segreti di Twin Peaks. “Who Killed Laura Palmer” è uno degli slogan più noti della serie, della Palmer lo rielabora in un album sfaccettato e ambizioso.

Lo stile di performance è uno degli elementi di spicco di Who Killed Amanda Palmer, caricato e teatrale, come se le canzoni fossero destinate a un palcoscenico intimo o a un musical in luogo di un album radiofonico. Questo forse fa del lavoro della Palmer qualcosa a cui bisogna abituarsi, ma una volta che vi si è riusciti si scoprirà un mondo nuovo, sinistro e accattivante. Demoni interiori, sentimenti complicati, peso generazionale, e al centro la voce della Palmer, profonda, scorrevole e ricca di presenza. Forse non si sa ancora chi abbia ucciso Amanda Palmer, ma il delitto non è bastato a fermare la musica. 

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Evelyn Evelyn – Evelyn Evelyn

Un gruppo “fittizio”, in cui la Palmer e il polistrumentista Jason Webley interpretano due gemelle siamesi di nome Eve e Lyn. Concetto bizzarro e mai più esplorato, ma sarà difficile non affezionarvisi 

<|°_°|> (aka. “Robot” o “Robot Face”) – Caravan Palace
I signori supremi dell’electro-swing, genere che combina il jazz degli Anni Ruggenti all’elettronica moderna
, hanno avuto una hit a sorpresa con Lone Digger, e il resto dell’album non delude. Un viaggio negli anni venti, ma attraverso occhiali moderni e sotto luci al neon sempre accese. 

It’s Blitz! – Yeah Yeah Yeahs
La possente voce di Karen O, strumenti esplosivi e potenti, un’energia pazza e ubriaca. Sono gli Yeah Yeah Yeahs, cos’altro si può aggiungere? 

Per chi ama il gotico-romantico: Opheliac

Per un Halloween in musica: Opheliac di Emilie Autumn

Ma il dark cabaret non comprende solo Amanda Palmer. È un genere undeground, ricco di talenti. Allontanandosi dal pop si incontrano figure come Aurelio Voltaire e i The Romanovs, che non vanno dimenticati, ma anche gli artisti che toccano strutture più mainstream si fanno notare in positivo. Emilie Autumn ne è un esempio lampante: ci sono pochi artisti underground con un seguito più devoto e leale, ma lei se l’è guadagnato tutto. A metà tra un personaggio di Alice Nel Paese Delle Meraviglie, un antagonista della DC Comics e l’eroina di un romanzo romantico, la Autumn è conosciuta soprattutto come violinista. Il suo è in realtà un talento poliedrico che combina gli archi con rock, goth, elettronica e un po’ di pop.

Senza mai perdere la sua vena dark – e non c’è da sorprendersi, con titoli come Dead Is The New Alive, The Art Of Suicide, Gloomy Sunday e Gothic Lolita. Sa anche giocare con la sua bizzarra immagine, e dietro al microfono sfodera una splendida voce roca con la quale sa acquisire migliaia di sfumature al secondo. Pare quasi di trovarsela davanti quando canta, con il suo viso cereo e i capelli vermigli, pronta a maledire te e le prossime generazioni; ma verrebbe da lasciarglielo fare, con un talento simile. Per un Halloween decadente ecco la musica giusta.

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Fallen – Evanescence
Non si poteva dimenticare, il gruppo che diede il via a qualche milione di fasi emo. Rivisitandoli si scoprirà che la voce cristallina di Amy Lee è una delle più belle degli anni duemila, e che il tono di addolorato romanticismo per cui erano famosi non è invecchiato affatto male. 

Thirteen Tales Of Love And Revenge – The Pierces
Forse qualcuno conosce la loro Secret, che fu scelta come sigla iniziale per la serie Pretty Little Liars: il resto dell’album mantiene lo stesso tono giocosamente inquietante.

Brave Enough – Lindsay Stirling
La violinista più famosa nel mainstream: Brave Enough è il suo primo album da “star”, che vanta collaborazioni con star come Rivers Cuomo e i Dan + Shay. 

Per un Halloween di caos e anarchia in musica: You’ll Rebel To Anything

Copertina di You'll Rebel to Anything

Il loro frontman si fa chiamare Jimmy Urine, il loro primo live album è intitolato Alienating Our Audience. Basta questo a capire che tipo di musica si incontrerà ascoltando i Mindless Self Indulgence. Il gruppo ha debuttato nel 1999, ma è il 2005 il loro anno d’oro, quello in cui hanno consacrato il loro posto nel più dissacrante e smaccato pop punk. You’ll Rebel To Anything è l’album che contiene la hit Straight To Video, ma non è là che si ferma l’inarrestabile vena provocatoria della band.

Con vocalità aspre e una sapiente combinazione di rock ed elettronica, i Mindless Self Indulgence si immergono in atmosfere sporche, di lusso e decadenza, con un beffardo distacco che coinvolge. Il sound è aggressivo, caotico, i testi richiamano perdizione e dannazione eterna, ma con il pizzico giusto di ironia. Erano gli anni dei capelli tinti di colori fosforescenti, di Hot Topic, di Invader Zim e delle cinture a quadrettoni: chissà che grandi Halloween dovevano essersi tenuti allora con quella musica. Con You’ll Rebel To Anything sarà possibile riviverli in grande stile, anche da soli. 

Raccomandati anche:
Art Angels – Grimes

Ormai non ha bisogno di presentazioni: una delle regine della musica alternativa e dell’hyperpop si è consacrata con un album che è spooky sin dalla copertina. Contiene il classico Kill V. Maim

1000 Gecs – 100 Gecs
A molti artisti contemporanei piace giocare con l’estetica e le immagini horror. Si pensi ai recenti lavori di Dorian Electra o Eartheater, o al debutto in arrivo della giovanissima Ashnikko. Ma sono pochi quelli che col sintetizzatore sanno dar loro vita con il dettaglio che hanno loro due.

Worldwide Torture EP – Jazmin Bean
Se si riesce a superare la terrificante bambola sorridente senza pupille sulla copertina si scoprirà che l’artista che l’ha creata (nonbinary, praticante di make-up art fin dall’infanzia) maneggia l’horror nella musica come nelle estetiche. Un po’ acerbo, ma si spera presto nell’album di debutto

Per chi vuole solo ballare: TURN OFF THE LIGHT

Per un Halloween in musica. Turn off the lights di Kim Petras

Quello di Kim Petras è uno di quei debutti che non si dimenticano. La produttrice tedesca è giovanissima, ma è già a livelli di classe veterana. Tutto grazie a un elemento semplice ma geniale: il rilancio del pop orecchiabile ed elettronico nei suoi anni di peggior decadimento. TURN OFF THE LIGHT possiede tutti gli elementi di pregio visti negli album precedenti, e ancora di più. La signorina Petras agisce in una vena simile ai Night Club, ma con meno divertimento pacchiano e una visone più matura; come Emilie Autumn, è in grado di divertirsi con il tono horror – in perfetto stile Halloween – che ha la sua musica, nonostante le sonorità diametralmente diversi.

Ecco quindi titoli come Death By Sex, Boo!Bitch!, Party Till I Die, TRANSylvania
e There Will Be Blood, che da soli bastano a capire che se si ballerà sarà in un cimitero alla luce della luna piena. O anche il sintetizzatore della strumentale o m e n, che sembra uscito dal video introduttivo di una casa infestata. Mainstream e alternativa, indipendente e accessibile, geniale ed essenziale: è Kim Petras, una delle ultime popstar. Chi non l’ha ancora scoperta si degni di farlo ora

Raccomandati anche:
Every Where Is Some Where – K. Flay
C’è molto di più in lei oltre alla discreta hit Blood In The Cut. I momenti di energia sono più sparsi, e vi sono dei tentativi di seguire la moda dell’indie abulico di quegli anni, ma quando se li lascia alle spalle sa creare qualcosa di splendido. 

Studio Killers – Studio Killers
Un gruppo virtuale (si pensi ai Gorillaz) composto dall’umana Cherry e da due animali antropomorfi. Nessuno sa chi vi si annidi dietro: fatto sta che il loro unico album rimane un capolavoro.

Pins And Needles – The Birthday Massacre
Il gruppo è sospeso a metà tra rock e baroque pop, con un forte uso di sintetizzatori. Le atmosfere melanconiche e la voce sottile e penetrante della gothic lolita Chibi hanno fatto del gruppo uno dei più amati durante gli anni d’oro della sottocultura emo. Ma vanno forti ancora adesso.

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