Katy Perry, ‘Smile’ – Recensione Album

Un gradito ritorno quello di Katy Perry e del suo nuovo album "Smile"

0
2253

Katy Perry ha scritto e continua a scrivere una grande pagina della musica pop mondiale. In più occasioni le sue canzoni hanno dominato la radio, le playlist e la cultura della musica pop. Grandi canzoni come “Firework” e “Dark Horse” hanno definito il suo acuto senso di scrivere belle canzoni questo è successo anche nel suo ultimo album “Witness” del 2017.

Il quinto album in studio di Katy Perry, Smile, colpisce una nota diversa rispetto ai suoi predecessori. Rilasciato in un mondo molto diverso, non solo esternamente ma personalmente per l’artista. Non mancano le crisi mondiali aggravate che intonacano il flusso di notizie ogni giorno, ma per Katy Perry è stato anche un momento di profonda depressione e scoperta di sé. Ora dall’altra parte, da qualche ora è diventata mamma e può guardare indietro nel tempo con una nuova lucidità.

Smile mette ancora in luce la sua capacità di creare canzoni pop audaci e contagiose, ma questa volta presentate con un’ulteriore sottigliezza e riconoscimento del momento. Katy Perry è al top del suo gioco lirico, scrivendo canzoni sull’insicurezza, l’auto-riflessione e la redenzione. L’album scambia ritmi grandi e chiassosi per una strumentazione sintetica raffinata ed eterea.

“Never Really Over” documenta la sua insicurezza dopo aver concluso una relazione a lungo termine e il ciclo costante di impulsi a riconnettersi e riaccendere un amore passato. “Devo ricollegare questo cervello / Perché non posso nemmeno andare su Internet senza nemmeno controllare il tuo nome” così l’artista canta sopra il rullante della batteria e sintetizzatori prima di dare “calci” ai ritmi verbosi del ritornello. La canzone prepara efficacemente il terreno per quello che verrà.

“Cry About It Later” porta Katy Perry dal dolore e dall’insicurezza di “Never” al suo viaggio per sopprimere i sentimenti di dolore. La canzone è caratterizzata dall’utilizzo di synth influenzata dagli anni ’80 che si sviluppa fino a un assolo di chitarra drammatico nei suoi momenti finali. La canzone riesce ad essere sia sottile che sommessa pur mantenendo il suo bagliore per il drammatico, ed è una delle canzoni più belle dell’intero album.

Offre consigli su “Teary Eyes”, un brano dancehall, parla della speranza di vedere un giorno migliore all’orizzonte. “Il cuore non può spezzarsi / È già spezzato / Se sorge il sole / Non me ne importa mai niente”, canta mentre si prepara il ritornello saltellante. “Daisies” porta un mix di suoni elettrici e acustici per costruire un paesaggio sonoro complesso per lei per cantare sul superamento dei dubbi su se stessa. La performance vocale di Perry è impressionante, spingendo la sua formidabile voce al massimo sul ritornello.

La quiete, sottilmente di “Resilient” permette alla voce della Perry di portare il peso su un intricato arrangiamento di synth orchestrale. “Guardami adesso / Illumina la stanza”, canta con chiarezza sul viaggio di ritorno alla ricerca di se stessa. “Not The End Of The World” è un ritorno al dramma più musicale che cade da qualche parte tra  Prism e  Witness . Il brano racchiude un grande impatto in poco meno di tre minuti, con l’artista che offre consigli su come superare i momenti più disperati. 

“Smile” aumenta il tempo per il primo grande momento ballabile dell’album. La divertente traccia vede la Perry che canta di come ha recuperato il suo ritmo, riconoscendo le sue difficoltà passate e sentendosi anche grata per ciò che l’ha portata dove è ora. La seconda metà dell’album introduce l’artista in un mondo più ottimista sia in fatto di musica che di testi. Il tutto parte con “Champagne Problems” è un mix di suoni orchestrali, funky e dance. La musica si fonde con influenze degli anni ’80 su una tavolozza moderna per una canzone che è sia riflessiva che divertente.

“Tucked” fa andare avanti la festa con un ritmo dance pulito guidato dalla chitarra. La canzone ricorda ancora una volta le fresche jam estive del passato di Katy Perry. È vivace e divertente, senza essere esagerato. Il tempo rallenta per la ballata mid-tempo “Harleys in Hawaii”.

“Only Love” lega tutto insieme, un brano che guarda al passato, parla del rapporto che l’artista ha avuto con i suoi genitori. L’album si conclude con “What Makes a Woman”, una ballata esaltante e allegra che si basa anche su una sottigliezza rilassata che fa risplendere la sincera voce di Katy Perry.

Smile è l’album che incontra il momento dell’età in cui viviamo. Una celebrazione adeguata della forza, del dolore e dell’individualità in circostanze terribili. L’album colpisce tutte le note giuste nel mescolare gioia e dolore senza mai scendere troppo su se stesso. Voto 4/5

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here