Ian Anderson il flauto di Dio oggi compi 73 anni. Ian Anderson è indiscutibilmente il flautista più grande di sempre e non solo rock. In passato è stato in lotta costante con Severino Gazzelloni per la vittoria dei più importanti riconoscimenti. Leader indiscusso del mitico gruppo Jethro Tull, Anderson è sempre riuscito a dare tocchi di grande originalità ai suoi brani.
Ian Anderson fa vibrare il flauto
Nato a Dunfermline in Scozia il 10 agosto 1947, nel 1959 si sposta con la famiglia a Blackpool, in Inghilterra dove riceve un’educazione tradizionale alla Blackpool Grammar School, per proseguire con studi artistici al Blackpool College of Art. Da ragazzo Anderson lavora presso un negozio di Blackpool e poi come venditore in una edicola. Ha poi raccontato che è stato leggendo le copie di Melody Maker e del New Musical Express, durante la pausa pranzo, che gli venne l’ispirazione di suonare in una band. Nel 1963 forma i The Blades con alcuni compagni di scuola. Era una band soul e blues, con Anderson alla voce e armonica a bocca, non ancora con il suo celebre flauto.
Ian Anderson e i Jethro Tull
Trasferito a Luton incontra il batterista Clive Bunker e il chitarrista e cantante Mick Abrahams della band blues McGregor’s Engine. Insieme a Glenn Cornick, un bassista conosciuto tempo prima, crea la prima formazione del gruppo di cui resterà leader per più di 40 anni: i Jethro Tull. La carriera di Anderson è sempre stata caratterizzata da un’immagine fortemente originale sulla scena. Spesso Ian trovava grinta e ispirazione nell’esser sul palco giullare medievale, menestrello elisabettiano, signorotto di campagna inglese o proprietario terriero scozzese. Altre volte è apparso come un astronauta, motociclista, pirata o vagabondo. Il suo personaggio ha spesso comportato un elevato grado di auto-parodia, che unito alla sua ispirazione artistica si fondeva in un messaggio letterario chiaro e intellettualmente importante.
Ian Anderson il polistrumentista
Oltre ad essere un flautista unico e un cantante solista originalissimo, Anderson è un polistrumentista eccezionale. Negli album dei Jethro Tull ha suonato: armonica a bocca, chitarra elettrica, basso, sassofono, tastiere, percussioni, organo Hammond, trombone e violino.
La leggenda
Si narra che da ragazzino, il volenteroso musicista autodidatta Ian Anderson, sia andato a vedere un concerto di Eric Clapton, decidendo in seguito di non dedicarsi ad un solo strumento ma a più d’uno, in quanto disse che non sarebbe mai stato all’altezza del chitarrista inglese, così, come egli stesso narra nell’introduzione al video Nothing Is Easy: Live at the Isle of Wight, scambiò la sua chitarra elettrica con un flauto traverso e dopo alcune settimane di esercizio scoprì che poteva suonare abbastanza bene sia in stile rock che blues. Come flautista, Anderson è un autodidatta, e si è in parte ispirato alla tecnica di Roland Kirk. Secondo le note di copertina del primo album dei Jethro Tull, This Was, aveva cominciato a suonare il flauto solo pochi mesi prima di incidere il disco.
Il suo stile
In un brano particolarmente noto dei Jethro Tull, Bourée, Ian Anderson si scatena in libere ed estrose variazioni dal tema centrale di J.S. Bach. Questo è considerato paradigmatico della sua tecnica. Buon ascolto di Ian Anderson e dei suoi Jetho Tull. Buon compleanno maestro!