Hallow Years dei Dream Theater

La band statunitense confeziona un brano che è un efficace ritratto dell'irrequieto essere umano contemporaneo.

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Hollow Years

I Dream Theater, Hollow Years e una ricerca di semplicità

Hollow Years fa parte dell’album Falling into Infinity, pubblicato dalla band statunitense Dream Theater nel 1997. Chi conosce un po’ i trascorsi artistici della band di Boston saprà senz’altro come la difficoltà tecnica, la ricerca compositiva e l’estrema pulizia di esecuzione abbiano sempre caratterizzato l’opera dei cinque musicisti. In Falling into Infinity tutto ciò viene in parte meno in favore di una più diretta appetibilità verso un pubblico più vasto. Il brano che ci accingiamo ad analizzare nella propria componente testuale rappresenta un esempio emblematico. A livello musicale potrebbe tranquillamente essere un brano scritto da Elton John, con una melodia di facile presa sull’ascoltatore impreziosita da un accompagnamento strumentale molto più minimalista rispetto al solito per la band. Nonostante ciò, salta ancora una volta all’orecchio l’assolo di John Petrucci, eseguito in maniera inedita su di una chitarra acustica al posto dell’ingombrante chitarra elettrica che di solito lo rappresenta. 

Hollow Years e la ricerca di nuove strade

Il testo, scritto da John Petrucci, vuole affrontare il tema della vita vissuta in maniera passiva. I due protagonisti della canzone sono individui comuni, ovvero accomunati dall’insofferenza verso una vita che hanno subito passivamente senza un’effettiva scelta. La canzone non vuole dare giudizi morali bensì descrivere lo stato d’animo dei due personaggi, in quali si trovano di fronte al tempo passato senza aver perseguito appieno le proprie aspirazioni più intime. La scelta di mollare tutto e partire da capo non è ovviamente priva di sofferenze, soprattutto coloro che condividono l’esistenza con i soggetti in procinto di fare un passo così decisivo. Sebbene possa essere difficile, spesso e volentieri si tratta di un turning point inevitabile, anche se la società sarà sempre pronta a puntare il dito verso chiunque si azzardi a fuggire la vita imposta con lo stampino dell’omologazione sociale. 

Hollow Years e la poetica del turning point

He’s just the kind of man

You hear about

Who leaves his family for

An easy out

They never saw the signs

He never said a word

He couldn’t take another day

«Lui è quel tipo di persona

Della quale senti parlare

Che lascia la sua famiglia per

Una facile via d’uscita

Loro non hanno mai intuito i segnali

Lui non ha mai detto una parola

Non potrebbe sopportare un altro giorno.»

L’ironia della strofa è percepibile, in particolare nell’utilizzare un registro linguistico tipico dei rumors interni a una comunità. Lasciare la propria famiglia non è certo la scelta migliore che si possa operare, soprattutto per il bene della prole, ma il messaggio che i Dream Theater vogliono passare è molto chiaro: non è nostro diritto giudicare la scelta di qualcuno, poiché ognuno di noi ha il proprio percorso di vita e siamo tenuti a rispettarlo senza fornire giudizi non richiesti.

Hollow Years e un po’ di ironia metafisica

Carry me to the shoreline

Bury me in the sand

Walk me across the water

And maybe you’ll understand

«Portami sulla spiaggia

Seppelliscimi nella sabbia

Fammi camminare sull’acqua

E forse capirai.»

Questo pre-ritornello è meraviglioso: il protagonista della prima vicenda si rivolge direttamente agli ascoltatori chiedendo di essere scortato verso esperienze di natura metafisica atte a fornire una miglior comprensione della realtà. Si tratta di una gigantesca metafora della vita: capire l’esperienza esistenziale di qualcuno è estremamente difficile, tanto che solo dopo aver esplorato profondamente l’animo umano, con tutte le sue innumerevoli sfaccettature, è possibile arrivare a comprenderne l’essenza.

Come lasciare gli “anni vuoti”

Once the stone

You’re crawling under

Is lifted off your shoulders

Once the cloud that’s raining

Over your head disappears

The noise that you’ll hear

Is the crashing down of hollow years

«Una volta che la pietra

sotto la quale stai strisciando

è tolta dalle tue spalle

Una volta che la nuvola che fa piovere

sopra la tua testa scompare

Il rumore che sentirai

Sarà lo schianto a terra degli anni inutili.»

Il ritornello della canzone mostra l’epilogo della vicenda: una volta che ci saremo liberati delle catene non volute e che avremo preso coscienza di cosa vogliamo veramente, allora potremo liberarci degli “anni inutili” e aprire porte a noi più congeniali.

Da un abbandono a una perenne ricerca

She’s not the kind of girl

You hear about

She’ll never want another

She’ll never be without

She’ll give you all the signs

She’ll tell you everything

Then turn around and walk away

«Lei non è il tipo di ragazza

Della quale senti parlare

non ha mai desiderato un altro

Non è mai stata senza

Ti darà tutti i segni

E ti dirà tutto

Poi si girerà e se ne andrà.»

La seconda protagonista della canzone mostra un animo ancora più irrequieto. Il mettere radici stabili non è la sua qualità più riconosciuta, nonostante sogni e aspirazioni non le manchino. Ma proprio per questo un singolo luogo non le basta, tanto che ha un’estrema necessità di movimento.

Dream Theater
La copertina dell’album Falling into Infinity

Non sempre è facile ma muoversi è fondamentale

La canzone è costruita magistralmente, come è consueto per i Dream Theater, e confeziona in maniera efficace il messaggio che vuole trasmettere. Prima o poi la necessità di cambiare direzione potrebbe capitare a chiunque, e chi meglio della band di Petrucci e compagni può sapere il significato di esplorare strade mai battute in precedenza. Se la musica dei Dream Theater si mostra come un’eterna metafora dell’esplorazione e della scoperta, il testo di Hollow Years abbiamo visto come prenda in considerazione questa perpetua esigenza di metterci in discussione e, purtroppo o per fortuna, prendere anche decisioni estremamente drastiche. 

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