Gary Barlow, ‘Music Played by Humans’ – Recensione Album

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Sette anni e due giorni: sembrano passati secoli da quando Gary Barlow ha pubblicato il suo ultimo album solista. Il 27 novembre 2020, ha pubblicato il suo quinto long-player, Music Played by HumansIl nuovo lavoro discografico dell’artista è un album da big band, che spazia in vari generi musicali e soprattutto è ricco di collaborazioni.  

Diciamo subito che per la generazione dei Take That, un nuovo album di un componente è sempre ben accetto ed in questo caso Gary Barlow, anche se non ha mai avuto il successo solista come l’amico e collega Robbie Williams, si è sempre fatto riconoscere per i testi e per le bellissime ballate al pianoforte, ed anche con Music Played by Humans conferma questo suo trend.

L’album è disponibile in vari formati, CD, LP, musicassetta. E’ disponibile anche in versione standard e una deluxe dell’album. La versione deluxe include 19 tracce e dura 69 minuti. La versione standard contiene solo le prime 14 tracce.

L’album inizia con una sorpresa: prima senti alcuni musicisti / strumenti che si scaldano, poi Gary Barlow presenta l’album come un altoparlante – e dopo questa introduzione,  Who’s Driving This Thing diventa un potente brano swing con un grande tocco di rock’n ‘roll. Un suono così felice in cui anche Barlow sta interagendo con la band. Un’altra traccia con suoni da big band è ‘Incredible’ qui, Barlow fa questo tipo di musica in grande stile e con molta velocità. Incredibile è una colonna sonora così vivace e felice.

La prima collaborazione è in Elita anche uno dei singoli estratti dell’album. La canzone vede la collaborazione di Gary Barlow insieme ai colleghi Michael Buble e il cantautore colombiano Sebastian Yatra. La canzone è una bella traccia in pieno stile latino e diffonde molta energia e spensieratezza.

Archiviato il momento latin-pop, si ritorna al classico da grande band con The Big Bass Drum, Ancora una volta, il suono della canzone è energica, il brano ti cattura e ti fa sorridere. Gary Barlow sta solo illustrando con queste prime quattro canzoni di come sia ben dotato e amalgamato “Music Played by Humans”.

L’intimità arriva con “This is My Time”, in questa canzone si sente solo l’artista accompagnato dal suo ‘amico’ pianoforte. Senza dubbio questa canzone è una delle migliori dell’album. La seconda collaborazione arriva sulle note di “Enough is Enough” dove Barlow, duetta con Beverly Knight quindi è comprensibile che la canzone si stia dirigendo verso l’R&B ai massimi livelli, guidati dal suono degli strumenti classici. Il suono sembra così tradizionale, ma anche così moderno – fantastico!.

“Bad Libran” è un’altra di quelle canzoni molto divertenti e dal suono facile, un brano che ti accompagna nel ricco mondo dell’astrologia. In “Eleven” arriva una nuova collaborazione con Ibrahim Maalouf musicista franco-libanese, a cui segue il bassista jazz israeliano Avishai Cohen sulle note di “Before We Get Too Old”.

“Supernatural” forse il (mio brano) preferito di questo album. Questo amore, questo amore è soprannaturale. Questa canzone illustra bene quanto Gary Barlow usi l’orchestra, il testo, il ritmo per creare un suono potente e uptempo. Chilly Gonzales pianista jazz canadese, si unisce insieme a Barlow su “O What a Day”, una canzone bella sia nel testo che nella melodia ma che manca di personalità.

Il prossimo artista ad unirsi a Gary Barlow è Alesha Dixon sulle note di “What Leaving’s All About”. Il suono di questa canzone è sorprendentemente moderno, il che in questo caso significa principalmente che la strumentazione tradizionale dell’orchestra è meno presente rispetto alle canzoni precedenti. 

L’album è in dirittura d’arrivo con i brani “The Kind Of Friend I Need” in coppia con James Corden, brano in cui la strumentazione dell’orchestra è ancora al centro. Nella versione standard “Music Played by Humans” si chiude sulle note di “Did Not See That Coming“. La canzone è molto intima, retrospettiva, un duetto tra Gary Barlow ed il suo pianoforte, il brano però non crea quell’atmosfera così intesa come le classiche ballate alla Barlow. Voto 3/5

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