Elliott Erwitt: Silence Sounds Good

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Locandina del documentario Elliott Erwitt Silence Sounds Good

Elliott Erwitt è un artista a cui non piace parlare di se stesso e nel documentario Elliott Erwitt: Silence Sounds Good, il fotografo documentarista titolare si presenta come se fosse un altro.

Ha poca pazienza quando gli vengono chieste spiegazioni sul suo lavoro. Chi potrebbe biasimarlo? O sei istintivo, e allora non c’è niente da spiegare, o sei abbastanza sicuro delle tue idee da lasciare che si analizzino da sole. Come per le battute, che muoiono quando devono essere spiegate.


Elliott Erwitt: “Sono l’estremo”


Il documentario Elliott Erwitt: Silence Sounds Gooddi

Durante tutta la sua illustre carriera, Erwitt ha fotografato presidenti, papi, dittatori, rockstar, cani e persone non famose che sembrano avere più presenza di tutte quelle menzionate sopra.

Il documentario Elliott Erwitt: Silence Sounds Good mostra l’artista da tre diverse angolazioni. Si parla del suo passato, della sua attuale vita quotidiana e della sua avventura di ritorno a Cuba, dove Erwitt ha lavorato negli anni ’60. Il risultato è un ritratto onesto e non teatrale dell’artista come un vecchio.

Ciò è dovuto, in gran parte, alk’artista stesso. Quando gli viene chiesto di spiegare le sue fotografie, la gentilezza e l’irritabilità delle risposte di Erwitt possono dare l’impressione di aver posto la domanda sbagliata. La sua opposizione, in realtà, è la risposta migliore.

C’è un’intervista sul passato, nel film, in cui viene chiesto a Erwitt dei suoi autoritratti, che sono più sciocchi del suo solito lavoro. In uno, si sta prendendo il naso; in un altro, è vestito come uno degli spermatozoi in Tutto quello che avresti sempre voluto sapere sul sesso * (* Ma avevi paura di chiedere); un altro lo vede con una parrucca bionda. L’intervistatore gli chiede: “che cosa stai veramente dicendo sull’intera questione dell’identità personale?” Sorride e dice: “niente, immagino.”

Nulla di Erwitt trasmette che vuole fare qualcosa su se stesso, nemmeno la storia della sua vita. L’idea è che se Erwitt scrivesse un’autobiografia, si tratterebbe della biografia di qualcun altro.

Trailer del documentario Silence Sounds Good

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