Se dovessimo tornare indietro nel cinema e nei film italiani del passato, esattamente tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80, quali titoli scegliereste per passare una piacevole serata? Ecco una lista dei film scelti e votati come alcune delle migliori pellicole del nostro passato.
Non ci resta che piangere – Massimo Troisi
Il più acclamato dal pubblico il capolavoro di Massimo Troisi “Non ci resta che piangere”. Uscito nel 1984, ma ambientato qualche secolo prima, ritrova l’attore napoletano accanto a Roberto Benigni rispettivamente nei panni di un maestro elementare e di un bidello. Catapultati nel 1492, i due decidono di partire alla ricerca di Cristoforo Colombo per impedirgli di trovare le Americhe.
Ricomincio da tre – Massimo Troisi
Solo tre anni prima, il comico partenopeo era uscito al cinema con un cult del cinema italiano degli anni ‘80: “Ricomincio da tre”. Nei panne del giovane Gaetano, Troisi riesce a strappare un sorriso con una comicità senza età tipica del suo essere. Stanco della sua vita a Napoli, Gaetano molla tutto e scappa al nord per cercare una vita migliore. Ma perché proprio da tre? Perché, come dice lui stesso, tre cose gli sono andate bene nella vita, perché eliminare anche quelle?
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Per un pugno di dollari – Sergio Leone
Al secondo posto tra i film italiani del passato, ecco un altro grande titolo divenuto gioiello del cinema mondiale, è “Per un pugno di dollari” del grande regista Sergio Leone. Padre del western all’italiana, il film vanta un cast d’eccellenza con Clint Eastwood e Mario Brega (fedele amico e attore anche di Carlo Verdone), e una colonna sonora ineguagliabile grazie alle musiche del maestro Ennio Morricone. Era il 1964 e Sergio Leone con questo film prova a portarci sul confine tra Stati Uniti e Messico dove lo scontro è sempre dietro l’angolo.
La dolce vita – Federico Fellini
Tornando indietro nel tempo arriviamo negli anni ‘60. Era appena iniziato il nuovo decennio quando Federico Fellini girava “La dolce vita”. Un viaggio inebriante tra le vie romane e tra la storia d’amore di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni, di cui è celebre la scena del bagno nella Fontana di Trevi. Oscar alla sceneggiatura, David alla regia, Palma d’Oro e molto altro. Intorno al capolavoro di Fellini ruotano molte curiosità. Una di queste riguarda la recitazione degli attori. Tutti loro parlavano infatti la propria lingua madre per essere poi doppiato in seguito. Per quanto riguarda invece gli esterni, vennero tutti girati tra Fregene e Passoscuro, una località marittima sulla costiera romana.
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Il sorpasso – Dino Risi
Solo due anni dopo, nel 1962, usciva “Il Sorpasso”. Vittorio Gassman partiva all’avvventura accanto a Jean-Louis Trintignant sotto il caldo torrido di una ferragosto cittadina, guadagnandosi un posto tra i migliori film italiani del passato. Dal cuore di Roma Dino Risi porta i suoi personaggi fino in costiera per poi tornare su verso il nord. Un vero e proprio viaggio di una giornata, un on the road spensierato di chi vive la vita come arriva senza programmare nulla.
Ultimo tango a Parigi – Bernardo Bertolucci
“Ultimo tango a Parigi“. Era il 1972, esattamente dieci anni dopo il film di Risi, quando Bernardo Bertolucci mette in scena un film iconico, criticato e amato, travolgente e sensuale. Con Marlon Brando e Maria Schneider, il regista racconta la passione di due amanti incontrati per caso tra le vie di Parigi.
Bianco, rosso e… verdone – Carlo Verdone
Arriviamo poi negli anni ’80 con uno degli attori e registi più amati dell’ultimi anni. Con una comicità semplice, disarmante e senza tempo, Carlo Verdone esce con il suo secondo film. Era il 1981 e, dopo l’enorme successo di Un sacco bello (1995), il regista romano torna con “Bianco, rosso e… verdone”. Con questa pellicola Verdone presenta al pubblico alcuni dei personaggi più celebri che torneranno anche in Viaggi di nozze e Grande, grosso e… verdone (2008). Accanto a Furio, Mimmo e Pasquale compaiono anche due capisaldi del cinema di Verdone: Sora Lella e Mario Brega.
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L’allenatore nel pallone – Sergio Martino
Per chiudere i film italiani del passato più amati dal publico, ecco nel 1984, che Lino Banfi diventa l’allenatore Oronzo Canà ingaggiato dalla neopromossa Longobarda. In “L’allenatore nel pallone”, il buon nonno Libero mette in scena un vero e proprio cult per gli appassionati di calcio, vantando anche numerose presenze dei veri protagonisti del mondo calcistico del tempo. Con la sola promessa di evitare la retrocessione, Banfi si fa rispettare come solo lui sa fare.