“È andata così”: la docuserie con Ligabue

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È andata così

È targata RaiPlay la docuserie intitolata “È andata così”, che ripercorre la carriera di Luciano Ligabue.

“È andata così”: quando esce?

Ogni puntata sarà suddivisa in 3 episodi, per un totale di 7 capitoli e oltre 300 minuti di girato. “C’è tanta ciccia”, esordisce Luciano Ligabue nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento. A guidare questo treno che affronterà svariate tappe ci sarà la voce narrante di Stefano Accorsi, grande amico di Luciano. “Stefano è uno che sa cazzeggiare”, dice Luciano. La sua presenza crea un’atmosfera conviviale, che trasforma la narrazione in una lunga chiacchierata tra amici: la maniera distensiva che permette di raccontare “Luciano oltre Ligabue”. Perché “È andata così” non guarda solo a Ligabue, il cantautore e performer, ma anche a Luciano. Ed è l’uomo dietro la rockstar a parlare spesso e volentieri nel corso di questo viaggio a 7 tappe che comincia domani, 12 ottobre.

“È andata così”: “Non potevo rinunciare a fare concerti”

Il viaggio comincia con un giovane Luciano che salta di mestiere in mestiere e che registra il suo primo album. “Ci siamo ritrovati a registrarlo in un bunker”, ricorda Luciano. Un esordio discografico che, nonostante la povertà dei mezzi a disposizione, si rivela un successo. Quindi il secondo e il terzo album, che allontana un po’ i fan e segna un momento di crisi: il primo dei tre che Luciano affronterà e ai quali la docuserie riserva un’intera puntata. Tra lutti e separazioni, amori e nascite, il treno di “È andata così” si fermerà nei pressi di quella banchina ferroviaria dove Luciano ha sostato a lungo. Una serie di “stop and go” che, per nostra fortuna, non l’hanno allontanato dal palco troppo a lungo. “Non potevo rinunciare a fare concerti”, dice Luciano quando parla della ragione che l’ha spinto a rialzarsi.

“Il pubblico è il mio spettacolo personale”

Ne è dipendente. I fan che saltano e cantano sono la linfa vitale del cantautore, che ha sofferto il lungo stop deciso dalla pandemia. Ma la sosta non è stata motivo di inattività. “Mi sono fermato per il covid e mi sono guardato indietro. Ho guardato alla mia carriera, la mole di cose fatte”. Ed è da questo tuffo nel passato che nasce l’idea per questa docu-serie, nella quale troviamo tanto “cazzeggio e improvvisazione”, ma anche tanta verità. “È una ripartenza anche per me. Ho bisogno di salire su un palco”.

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