Dellamorte Dellamore: la riscoperta della settimana

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Dellamorte Dellamore è un film horror italiano del 1994. Probabilmente in pochi di voi conoscono Michele Soavi, il regista di questa perla dimenticata. Parlando di horror nostrano si guarda quasi sempre con occhio esclusivo a Dario Argento. Giusto, in quanto il Maestro ha prodotto dei titoli memorabili. Ma esistono altri che hanno realizzato film poco considerati ma non di meno valore. Soavi è uno di essi. Le sue pellicole horror sono finite in sordina, ingiustamente. Da Deliria a La Chiesa, meriterebbero tutti di essere riscoperti. Ma oggi si parla del suo ultimo horror (e ultimo film degno di nota). Si parla di Dellamorte Dellamore, un horror sconclusionato e surreale che parte da un soggetto di Tiziano Sclavi. Si, proprio il padre di Dylan Dog.

Dellamorte Dellamore: un film fuori dagli schemi

Dellamorte Dellamore si può considerare il capolavoro di Soavi. Il motivo principale è che è un film che esce dai classici schemi di genere. Non è un horror in senso stretto. Il film presenta momenti talmente assurdi che rasentano il nonsense. La storia è quasi inesistente. Francesco Dellamorte è un becchino nel cimitero di Buffalora. Vive con il suo assistente Gnaghi, un uomo particolare che si esprime a versi. Insieme a lui si occupa di frenare una strana epidemia che risvegli a i morti dopo sette giorni dalla loro dipartita. Questo è quanto. L’intera pellicola è caratterizzata da una forte vena umoristica che si amalgama con un atmosfera onirica e fortemente surreale. Gli eventi si susseguono quasi senza soluzione di continuità. E più si va avanti e più si rimane catturarti e basiti allo stesso tempo. Dellamorte Dellamore è un film completamente sbalestrato. È più un opera d’arte che un film di genere. Un film arthouse ricco di sfaccettature e trovate geniali.

Dellamorte Dellamore è un film su Dylan Dog senza Dylan Dog

Dellamorte Dellamore si può quasi considerare un adattamento dell’iconico eroe dei fumetti Bonelli. É più questo un film su Dylan Dog che il suo orripilante adattamento del 2010. Francesco è quasi una variante di Dylan, a partire dall’aspetto. È interpretato da Rupert Everett, l’attore che ha ispirato il design del personaggio dei fumetti. Ha la stessa pistola, un carattere simile, guida la stessa macchina. Si cimenta persino nel modellismo come la sua controparte cartacea ( però qui non si tratta di un galeone ma di un teschio).

Morbosità macabra e umorismo nero

Dellamorte Dellamore è caratterizzato da una regia magistrale che dona al titolo un atmosfera suggestiva e sospesa. In effetti il film è quasi un lungo sogno, o meglio un incubo. Sembra di essere trasportati in un assurdo limbo, cosa che verrà sottolineata nel finale spiazzante. L’aspetto che lo rende ancora di più un prodotto raffinato è la fusione tra morbosità macabra e umorismo. Tanti nudi, scene erotiche e di sesso sfrenato tra le tombe di un cimitero. Vedremo un Anna Falchi che si mostra in tutta la sua bellezza, nuda e cruda. Ma non sfocia mai nel volgare o nell’insulso. Anche le scene più morbose sono velate di una certa raffinatezza. Il tutto è poi addolcito dalla componente umoristica, che ne alleggerisce la visione. In Dellamorte Dellamore tutte le componenti sono ben equilibrate. Per questo è un film imperdibile, che merita la riscoperta e un posto d’onore sugli scaffali di ogni amante del buon cinema.

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