Danny Boyle, il regista di una generazione

Buon 63esimo compleanno al premio Oscar Danny Boyle regista di cult come Trainspotting e The Millionaire

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Regista, sceneggiatore e produttore, Danny Boyle può essere definito come uno dei registi più controversi e rivoluzionari di fine 900. Vincitore del premio Oscar al miglior film e alla miglior regia nel 2008, Boyle è tuttora una delle figure più interessanti e intriganti del cinema mondiale. Per i suoi 63 anni, non ci resta che omaggiare una carriera fatta di piccole produzioni e poche (ma giuste) produzioni hollywoodiane. Ed è forse proprio la sua capacità di dedicarsi al cinema indipendente ad aver suscitato la curiosità di tutti.

L’esordio e il fenomeno Trainspotting

Entrambe le mie sorelle sono state delle insegnanti ed erano solite dire che esistono tra le 300 e le 600 domande ogni giorno a cui si deve rispondere. Questo è esattamente ciò che la regia è. La stragrande maggioranza di queste domande realmente non sono molto interessanti, ma c’è bisogno di qualcuno che prenda una decisione, sia essa buona o cattiva.

Danny Boyle sul set di Trainspotting 2 con Ewan McGregor

Danny Boyle inizia a farsi notare dal grande pubblico con Piccoli omicidi tra amici nel 1994. La pellicola vede nel cast uno sconosciuto e giovanissimo Ewan McGregor. La collaborazione tra il regista e l’attore andrà avanti per altri 3 film: Trainspotting, Una Vita esagerata e Trainspotting 2.

Sarà proprio Trainspotting (1996) a lanciare Danny Boyle nell’ olimpo della regia mondiale. Partito come una piccola pellicola a basso budget che aveva come obiettivo raccontare la generazione X tra paura e droghe, in poco tempo è diventato un vero e proprio cult. Talmente memorabile da portare all’ uscita in sala nel 2017 di un sequel diretto sempre da Boyle.

Danny Boyle durante le riprese di uno dei suoi film
Danny Boyle

Danny Boyle, tra Oscar e biopic

Dopo una serie di film dimenticabili tra il 1997 e il 2007, nel 2008 esce nelle sale di tutto il mondo il pluripremiato The Millionaire. La pellicola otterrà non solo ben 10 candidature agli Oscar, ma ne vincerà 8 tra cui miglior film e miglior regia. Nonostante i numerosi premi, Boyle decide di continuare a dedicarsi ad un cinema diverso rispetto al solito. Nel 2010 esce il notevole 127 ore con protagonista James Franco, mentre nel 2015 arriva nelle sale di tutto il mondo il magnifico Steve Jobs. Boyle cerca di raccontare, in uno dei biopic più sorprendenti di sempre, una delle personalità più idolatrate diel secolo svelandone i lati oscuri ed il passato. Il film, è impressionante, non solo per la scrittura (affidata alla magnifica penna di Aaron Sorkin) ma anche per la regia ritmata e le magnifiche interpretazioni di Michael Fassbender e Kate Winslet.

Nel 2018 accetta di dirigere il venticinquesimo film della saga di James Bond, ma successivamente abbandona la produzione a causa di divergenze artistiche. Nel 2019 esce nelle sale il suo ultimo film Yesterday, commedia musicale su un mondo alternativo in cui i Beatles sembrano non essere mai esistiti.

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