Negli Stati Uniti D’America è tempo di elezioni. La corsa per la presidenza si fa sempre più competitiva. E si sa, uno dei concorrenti è particolarmente conosciuto, essendo l’attuale presidente del paese. Donald Trump è un personaggio da “odi et amo”. C’è chi lo esalta gridando a squarcia gola il suo motto “make America great again”. Chi invece lo considera un essere indegno di governare gli USA, nonché un individuo insensibile, discriminante e pericoloso. Alcuni artisti di quest’ultimo avviso, hanno decido d’incidere alcune canzoni contro Trump. Brani che spieghino la loro visione del presidente, e sensibilizzano i cittadini sui suoi punti deboli.
Quali sono le canzoni contro Trump?
Andando a considerare l’intero territorio mondiale, la lista sarebbe lunga. In fondo, si sa. L’arte ci consente di esprimere noi stessi, le nostre opinioni e la nostra essenza. Anche l’odio e la discordia sono emozioni e sentimenti che che possono essere espressi attraverso una forma artistica. Le canzoni contro Trump sono la dimostrazione di tutto ciò. Andiamo dunque a scoprire la lista di questi rinomati titoli.
Prima tra le canzoni contro Trump: YG and Nipsey Hussle -FDT (Fuck Donald Trump)
Già dal titolo, si capisce il perché questo pezzo rientri tra le canzoni contro Trump. Il brano è stato composto da due rapper della West Coast, di origine afroamericana. Il duo ricorda tutte le frasi razziste uscite dalla bocca del presidente. Non solo. Si occupa anche di rammentare i casi di violenza nei quali egli non si è schierato dalla parte delle vittime. La canzone è dunque volta a sensibilizzare i cittadini statunitensi su quella cha in America viene ancora chiamata “race fact”, ossia “la questione della razza”. Nel pezzo si trovano inoltre riferimenti all’ex presidente Obama, a quanto lui fosse in grado di occuparsi delle minoranze.
Gorillaz -Hallelujah Money
I Gorillaz, quel gruppo musicale dai volti celati e dai colori psichedelici, non è esente dalla lista. Non a caso, il loro brano “Hallelujah Money”, si occupa di ricordare ai votanti tutte quelle occasioni nelle quali Donald Trump non ha dato voce alla giustizia per via degli interessi. Un’azione propria non solamente del presidente americano, ma anche di molti altri potenti della Terra. Non a caso, Murdoc Faust Niccals, bassista della band, dichiara che <<In questi tempi bui, questa canzone è un lampo di verità>>.
Fiona Apple -Tiny Hands
Tra le canzoni contro Trump, eccone una che inneggia al body shaming. La cantante newyorkese, in questo pezzo parla delle piccole mani del presidente, caratteristica per la quale pare che lo stesso si senta in imbarazzo. E’ vero, usare la violenza contro la violenza non è mai la soluzione. E di certo non sarà questa caratteristica a diminuire i voti di Donald Trump. Probabilmente, questo singolo è stato composto al fine di parlare delle frasi misogine dette dall’uomo. Di tutte quelle volte in cui non si è schierato dalla parte delle donne quando queste ne avrebbero avuto bisogno. “We don’t want your tiny hands”, “non vogliamo le tue piccole mani”, è un modo per dichiarare che le donne possono combattere la violenza anche senza di lui. Anche se una figura politica dovrebbe sempre combattere insieme alle vittime.
Arcade Fire- I Give You Power
All’apparenza potrebbe sembrare un titolo d’incoraggiamento. Invece, “I give you power” degli Arcade Fire è tra le canzoni contro Trump. Si tratta infatti di una frase ingannatrice. “Ti do il potere”, è un’espressione per affermare che nonostante la intenzioni dell’uomo, a vincere sarà comunque la giustizia.
Demi Lovato- Commander in Chief
Non manca la voce della giovane Demi Lovato, a dare adito alle canzoni contro Trump. Questo pezzo è un’autentica lamentela riguardante il periodo d’amministrazione del presidente. Di fatti ella descrive il suo modo di governare più simile rispetto a quello di un comandante se non un dittatore, rispetto a quello di una persona che dovrebbe proteggere ogni singolo cittadino del suo paese.
Public Enemy -State of the Union (STFU)
Questa volta siamo di fronte a un vero e proprio inno alle dimissioni del presidente. Qui si raggiunge il picco delle canzoni contro Trump. L’artista sciorina una serie di motivazioni secondo le quali Donald Trump non sia in grado di svolgere il ruolo per cui è stato eletto.
La più attuale delle canzoni contro Trump: AHONHI- R.N.C. 2020
Un pezzo più che mai attuale. La cantante esprime un dolore per la perdita di tre suoi amici portati via dalla pandemia globale. L’artista si lamenta della disorganizzazione della sanità americana, oltre delle mancate raccomandazioni di sicurezza da parte di Donald Trump.
De La Soul -Remove 45 (featuring Chuck D, Styles P, Talib Kweli, Pharoahe Monch, Mysonne, Posdnuos)
Una voce contro le discriminazioni razziali mosse dal governo del presidente. Di fatti, tra le canzoni contro Trump, un fatto che ricorre è la mancanza di sensibilità propria di Donald Trump per quanto riguarda la questione del razzismo e dei massacri ingiustificati agiti da alcuni poliziotti contro il popolo afroamericano. Questo brano vuole dunque lanciare un messaggio chiaro e tondo contro questo tipo di violenza, di modo da essere d’aiuto nella campagna di sensibilizzazione.
Keke Palmer -Actually Vote
Ecco un pezzo che non raffigura solamente tra le canzoni contro Trump, ma che si occupa anche di dire no all’astensionismo del voto. Il brano intima i cittadini a recarsi alle urne elettorali, poiché solo così avranno la possibilità di cambiare le cose. Perché, come diceva il giudice Paolo Borsellino, “il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano”.
Neil Young- Looking For A Leader
Il titolo cela un velo di sarcasmo. Neil Young dice che gli Stati Uniti D’America stanno cercando non stanno cercando un leader, nel senso stretto del termine. Infatti, il Paese non ha bisogno di qualcuno che detti leggi e alzi la voce, ma piuttosto di una persona che ascolti le necessità dei cittadini e risolva i problemi con calma democratica.
Ultima tra le canzoni contro Trump: Mauro Pagani- The big man
Ecco l’ultima delle canzoni contro Trump. Non a caso, anche qui possiamo apprezzare un nota d’ironia e sarcasmo. “Il grande uomo”, non fa altro che sminuire la figura del presidente. L’artista parla della prepotenza dell’uomo, della sua apparente enormità. “We gotta be tough. We gotta be strong. No fear no pity no mercy for our enemies”. “Dobbiamo essere duri. Dobbiamo essere forti. Nessuna paura, nessuna pietà, nessuna compassione per i nostri nemici”. Queste prime strofe raccontano parte del pensiero di Trump. L’intento del musicista, è quello di delineare la gravità di queste affermazioni. E di trasmettere un messaggio: non è con la prepotenza e con la rabbia che si governa una nazione.