Gli anni più belli – Recensione del film di Gabriele Muccino

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Gli anni più belli
Dal film "Gli anni più belli" di Gabriele Muccino, dal 13 febbraio al cinema

Il 13 febbraio è uscito al cinema il nuovo film di Gabriele Muccino: Gli anni più belli. Con l’omonima colonna sonora scritta e cantata da Claudio Baglioni, il regista di A casa tutti bene (2018), L’Estate Addosso (2016) e La ricerca della felicità (2006), ci capovolge in un ciclone di fatti, una narrazione isterica e travolgente. Un continuo trascorrere del tempo scandito da momenti storici che hanno segnato la storia dell’Italia e non solo, da Tangentopoli al Movimento 5 Stelle, passando per l’arrivo del nuovo secolo e la strage dell’11 settembre.

Gli anni più belli è la ricostruzione del cambiamento non solo di singole persone, ma di una società intera. È la perfetta descrizione di come basti poco per mutare, per capovolgere anni di lavoro, per mandare in fumo ogni cosa. Ma anche di come fare per ricominciare da capo. È una storia di sbagli, di amicizie, di amori e tradimenti sullo sfondo di una Roma intramontabile.

È un vortice insaziabile di fatti che iniziano nel 1982 per arrivare indisturbati ai giorni nostri. Un passare degli anni che si vede sul viso dei protagonisti, grazie anche all’uso del digitale che gli ha permesso di ringiovanire di ben 20 anni. Tecnologia che conosciamo bene grazie a The Irishman di Martin Scorsese, anche chiamato deaging. Come dichiara lo stesso Muccino al mensile Best Movie infatti, «il cinquantenne o il quarantenne non lo puoi ringiovanire fino a essere un laureando con il solo make up», e il desiderio di utilizzare un cast di cinquantenni, lo ha portato a scegliere nuovi software in grado di modificare il passare del tempo.

Il film è il racconto di storie singole che vivono di vita propria, ma che al tempo stesso non possono sopravvivere l’una senza l’altra. Il che è anche il riassunto della vita dei suoi protagonisti, tre ragazzi e una ragazza, che, per quanto la vita provi a portarli distanti, torneranno sempre alle loro origini.

È un racconto fatto di alti e bassi, di momenti veloci e momenti lenti, intervallato da cambiamenti radicali. Una gioventù vissuta in fretta, nel desiderio di diventare grandi il prima possibile. Una gioventù interpretata magnificamente da una Micaela Ramazzotti (La pazza gioia, 2016) nei panni di Gemma, una ragazza piena di vita, esasperata alla massima potenza. Un personaggio vivo al cento per cento, in cui sono racchiusi anni di pazzie, paure, ansie e un’infinita voglia di riportare tutti i pezzi al loro posto.

Il riassunto di una vita veloce

Subito dopo una vorace gioventù, arriva la cima, l’apice. Arriva quel breve istante di felicità, lento ma apparentemente perfetto. A cui segue subito il declino. Una discesa rappresentata da Claudio Santamaria (Baciami ancora, 2010), chiamato “Sopravvissù” per essere sopravvissuto a un colpo d’arma da fuoco ancora sedicenne. Un uomo alla continua ricerca della propria strada, mai stanco di seguire le proprie aspirazioni, i propri sogni, anche quando questi rischiano di portare via quella vita felice che è riuscito a crearsi. Anche quando, nel cuore della notte, non vede andarsene famiglia, lavoro e casa, vedendosi costretto a riscrivere da zero la propria vita. «Credo sia proprio una delle componenti forti del film, – dichiara Muccino a Best Movie – il fatto che tu realizzi che la tua vita è veloce, che dai vent’anni fino alla vecchiaia è un attimo».

Infine, rimangono Pierfrancesco Favino (al cinema anche con Hammamet), famoso e rispettato avvocato del Foro di Roma, che in Tangentopoli ha trovato la sua ricchezza, e Kim Rossi Stuart (La banda della Magliana, 2005) un umile professore di lettere che vive per accudire la madre ma che sogna una semplice vita accanto della ragazza che non ha mai smesso di amare. Due vite apparentemente distanti ma così stranamente simili. Due mondi opposti: quello ricco di una Roma per bene, ma solo nell’apparenza, tormentata dalla ricerca assidua dell’amante migliore, del cliente più importante. E quello semplice di una Roma popolare, che sogna il lavoro indeterminato e una famiglia normale. Eppure, in entrambi i casi, si tratta di una vita lineare, senza troppi sbalzi. Una vita che in certi momenti arranca, ma che tutto sommato riesce sempre a trovare quella giusta serenità.

Insomma, Gli anni più belli, è un film intrigante, emozionante, decisamente non noioso. è un film che lascia spazio anche a nuove proposte come una Emma Marrone nei panni della moglie di Sopravvissù. Un personaggio particolare, creato apposta per lei, cucito sulla sua pelle, secondo il suo carattere.

Baglioni: colonna sonora dei ragazzi innamorati

«Baglioni rappresenta in maniera fortissima gli italiani che si sono innamorati durante questi ultimi 50 anni». Commenta Muccino riguardo alla colonna sonora, in parte firmata proprio dal Baglioni degli anni ’70 e ’80. Oltre alla canzone dei titoli di coda infatti, durante il film sono state inserite Mille giorni di te e di me e E tu come stai? in ricordo di quegli anni dove, come ricorda il regista, si tornava a casa, ci si chiudeva in stanza, e si lasciava a lui il potere di raccontare quella storia d’amore che ogni ragazzo vive.

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