Alexz Johnson è sicuramente più famosa in quanto attrice televisiva che in quanto cantante, tuttavia sono circa 10 anni che l’artista pubblica regolarmente dei progetti musicali con cui ha dimostrato di possedere un grande talento in entrambi i campi. Forte di cospicue risorse economiche messe su proprio grazie alle serie TV in cui ha recitato, Alexz ha iniziato la sua carriera discografica come artista indipendente, per poi bazzicare per qualche anno nel mondo delle major dopo aver conseguito qualche discreto successo in un primo momento. Oggi Alexz è tuttavia tornata un’artista completamente indipendente, ed in questo contesto ha appena pubblicato il suo quarto studio album “Still Alive”, che già con il titolo lancia un messaggio forte: “sono ancora qui, con o senza major”.
L’album nasce dalle ceneri di quello che avrebbe dovuto essere il suo album di debutto, ai tempi cestinato, ma i brani sono stati tutti reincisi con la sua voce adulta alla luce di varie esperienze che le hanno cambiato la vita, e che l’hanno spinta a colmare quello che era un vero e proprio vuoto. Ecco cosa ne è venuto fuori.
Recensione di Still Alive
In questo progetto, Alexz affronta svariati generi musicali con la voce potente e travolgente: la troviamo nel pop, in pezzi che strizzano l’occhio all’R&B, in pezzi che si avvicinano invece alla dance e perfino in canzoni in cui sperimenta con strofe rap. Alexz non si lascia prendere dalla fissazione per i brani brevi e la radiofonicità che sembra aver contagiato mezzo musicbiz: tutti i brani che sono inclusi nel disco durano infatti poco più di 4 minuti, una vera rarità di questo periodo! In questo modo Alexz riesce ad esprimere l’emozione che sta alla base di ogni brano in tutte le sue sfaccettature e complessità, e lo fa anche attraverso uno stile di scrittura dettagliato che si presta molto bene per tutti i brani.
Nonostante la varietà stilistica dei brani, in “Still Alive” si percepisce una forte compattezza di fondo, si sente chiaramente come l’artista abbia lavorato in maniera organizzata e metodica per poter creare un disco con caratteristiche precise. Un collante molto forte tra le canzoni è l’interpretazione di Alexz, che sa essere emozionata e “altezzosa” al tempo stesso ma soprattutto che sa sottolineare il bellissimo timbro dell’artista. Probabilmente nelle mani di una cantante meno capace un disco del genere sarebbe potuto risultare un po’ troppo variegato, ma l’impostazione vocale precisa e corposa della Johnson fa sicuramente la differenza da questo punto di vista, come se fosse la firma di un pittore sul suo quadro. In altre parole l’album è promosso a pieni voti.
LEGGI ANCHE: Kehlani, It Was Good Until It Wasn’t – Recensione Album