Resident Evil è un nuovo tentativo di trasporre l’omonimo titolo videoludico, questa volta sul piccolo schermo, come serie Netflix. Un operazione che è già in partenza portatrice di criticità. I titoli che vengono trasposti dal mondo dei videogioco tradiscono al novantanove percento il prodotto da cui sono tratti, dando vita a risultati insoddisfacenti. Si creano sempre alte aspettative, che si sgonfiano in fretta, con poche eccezioni (The Witcher e Arcane). Dalla serie videoludica di Resident Evil è nata in passato una saga cinematografica con Milla Jovovich composta da sei film. Inutile dire che non hanno rispettato lo spirito originario. Questa nuovo tentativo ci riesce? La risposta è un secco no! Tuttavia è giusto demolirla totalmente etichettandola come spazzatura? forse no. Vediamo il perchè.
Resident Evil: una serie tradita dal titolo
In molti l’hanno definito questa serie di Resident Evil il peggior adattamento videoludico mai realizzato. I fan del videogioco l’hanno detestata. Ma perchè? Tutto questo odio è motivato? La serie fa schifo? La risposta è bipolare. La serie di Resident Evil è un pessimo adattamento. Tuttavia questo accanimento è in parte ingiusto. Questa serie non è una porcata assoluta. Ma allora perchè tanto veleno? L’errore viene dall’alto. L’errore è prendere un titolo importante e tanto amato come quello di Resident Evil e affibbiarlo a qualcosa che è troppo distante dalla matrice. Una serie discreta, ma che poco ha a che fare con il videogioco da cui dovrebbe essere tratta. Il risultato? una caduta che riecheggia più di quello che dovrebbe. Il tutto perchè gli autori hanno voluto agganciarsi ad un titolo amato, raccontando qualcosa di totalmente diverso. Se la serie non si fosse chiamata Resident Evil, non avrebbe fatto tutto questo rumore, e il pubblico l’avrebbe accettata per quello che è. Una serie discreta.
Se non fosse Resident Evil, sarebbe una bella serie?
Poniamo in ipotesi che la serie non si chiamasse Resident Evil. Sarebbe una serie accettabile? La risposta è si. Questo prodotto Netflix si lascia guardare, e anzi possiede anche qualche intuizione promettente. purtroppo si parla di Resident Evil. E i fan si aspettano un adattamento che sappia riproporre lo spirito originale del videogioco. Il primissimo titolo della saga videoludica era un gioco angosciante, dove l’ansia e la paura ti attanagliavano dal primo istante all’ultimo. Un horror in tutto e per tutto. Ma come è già successo per i film con la Jovovich, ci si è discostati di molto dal nucleo originale. Resident Evil sarebbe una serie piacevole, che si adegua allo standard adolescenziale di Netflix. Ma il Teen drama non è adatto al titolo. E buona metà della della serie racconta più un dramma famigliare che una storia horror. Ecco da dove parte il fallimento.
Tra teen drama e intrighi corporativi
Questa serie di Resident Evil ha una struttura narrativa su due piani temporali. Il presente, nel 2022, e il futuro nel 2036. Nel 2022 assistiamo ad un racconto famigliare, tipico dei teen drama e dei prodotti di stampo adolescenziale. Due sorelle che si vogliono bene ma che litigano. Battibecchi con il padre. Situazioni tipiche ad ambientazione scolastica. Il tutto si intreccia con una storia di intrighi corporativi che coinvolgono il padre delle due ragazze. Ad un certo punto il teen drama diventa una serie investigativa a tinte horror. Niente di ciò poteva essere più lontano da quello che uno si aspetterebbe da un Resident Evil. Paradossalmente ,tuttavia, i minuti ambientati nel presente risultano i più godibili e tesi. la parte ambientata nel 2036 è invece abbastanza stereotipata e debole.
Cosa rende la serie di Resident Evil un cattivo adattamento?
Ciò che ha fatto storcere il naso e sputare sul risultato finale è la mancanza totale di appigli con il prodotto d’origine. I fan sono ancora alla ricerca di un adattamento fedele e ben fatto. Ma sono ancora oggi rimasti a bocca asciutta. La serie di Resident Evil presenta grosse lacune che la allontanano a livelli siderali dal videogioco. Gli zombie e le schifose aberrazioni genetiche tipiche del titolo sono secondarie e hanno ben poco spazio. La serie rinuncia ad un formato spiccatamente horror, per lasciare spazio ad un teen drama che ben si accosta al palinsesto della piattaforma; ma che si distanzia totalmente da ciò che avrebbe dovuto adattare. Nella serie c’è tensione, ma non è il tipo che si trova in un horror in senso stretto. Non c’è il costante senso di pericolo angosciante che avvolge i primi tre titoli della serie videoludica. vengono tenuti i nomi, ma la natura è stravolta. Per questo è vero che la serie di Resident Evil è un cattivo adattamento. Ma non è una serie da buttare.
conclusioni
La serie di Resident Evil cade rovinosamente in un sontuoso e ridondante “patatrac”. Ma la colpa non risiede nella serie di per sè, che si situa nella media. Questo prodotto infatti non è tanto peggio di ciò che potremmo vedere in una qualsiasi serie di The Walking Dead. La causa del fallimento di critica e pubblico risiede nel titolo ingombrante. Per attirare più pubblico hanno scelto un titolo troppo risonante. Ma hanno raccontato altro. Qualcosa di diverso dal prodotto a cui fanno riferimento. E così si sono tirati la zappa sui piedi. Se avessero scelto un altro titolo e cambiato i nomi, magari l’avrebbero vista in meno persone. Ma non sarebbe stata massacrata come è accaduto. Quindi, se amate il videogioco di Resident Evil, provate a guardare la serie come se non fosse un adattamento del videogioco. Vi accorgerete che non è poi tutta da buttare.