Ani DiFranco racconta e consola in Revolutionary Love

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Ani DiFranco, cover di Revolutionary Love

Ani DiFranco è da sempre impegnata nel sociale, e Revolutionary Love è un altro passo avanti. Un album non facile da accogliere, ma con la dolcezza e la saggezza che dalla DiFranco ci si aspetta.

Ani Di Franco: di che parla Revolutionary Love?

Un grande anno, il 2020, per il cantautorato al femminile. Ci sono stati grandi ritorni di Alanis Morissette, Joan Osborne e soprattutto l’acclamato Fetch The Bolt Cutters di Fiona Apple. Album acclamati dalla critica, da parte di alcune delle interpreti più poliedriche e amate. Un piccolo pantheon che accoglie una nuova arrivata: il grande ritorno di Ani DiFranco, con il suo Revolutionary Love. E come per gli altri album menzionati, quello che ne emerge è l’impegno di una signora capace ed esperta che sa come muoversi. 

Ani DiFranco sa ancora il fatto suo, questo è quanto: Revolutionary Love è un lavoro che trasuda autorità, cura dei dettagli e voglia di comunicare. La cantante è da sempre impegnata nel sociale, e non ha perso un grammo della sua verve. Comunica i suoi messaggi con un sound delicato, sontuoso, a metà tra l’acustico e lo smooth jazz. Ben lontano, certo, dalle sonorità molto più uniche delle colleghe, ma ben focalizzato per il tono che andava ricercando. Qualcosa di prezioso, che va assaporato e scoperto con calma come la vita stessa. Come il cielo di stelle che compare sulla copertina, che come nel magnifico Nightfall dei Little Big Town, trasporta in un dolce e altro mondo.

Dolce e saggia

L’anima della DiFranco è dappertutto in Revolutionary Love, traccia dopo traccia. È dovunque, anche a costo di danneggiare la facile fruibilità dell’album dal grande pubblico. Anche solo la prima traccia, la title track Revolutionary Love, va oltre i sette minuti e per tutto il tempo mantiene un basso metronomo. Si capisce da allora che l’album va goduto nel profondo, assaporato per bene e in ogni sua sfumatura. E la coerenza con sé stessa della DiFranco si mantiene forte soprattutto nelle tematiche di fondo di Revolutionary Love. L’amore diventa rivoluzionario in tutti e per tutto, ed è qualcosa che può ispirare al cambiamento positivo. Una donna matura canta tutte le tracce con voce solida, anche se stanca. Invita a cercare la pace tanto al di fuori, nei rapporti tra individui e popolazioni, quanto al di dentro, nella mente. Ed è qui che il tono delicato dell’album brilla, anche se sulle prime può indisporre per la mancanza di presa istantanea. 

Il risultato di Revolutionary Love è un tributo alla salute mentale e all’amore di sé che tradisce la cultura dell’autrice. Un album che non è immediato, ma che ha molto da raccontare. Perché la grande Ani DiFranco, la cantante che ha incontrato di persona Aung San Suu Kyi e regolarmente partecipa a iniziative benefiche per la sua nativa Buffalo, c’è ancora in Revolutionary Love. E sarà un’ottima compagna di solitudine. 

Qui potete seguire Ani DiFranco sui social

Vi piace Ani DiFranco e avete amato Revolutionary Love ? Scoprite qui la nostra recensione dell’ultimo album di Alanis Morrissette, e qui per l’ultimo di Fiona Apple

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