Girls, il richiamo di una generazione

Recensione della serie tv creata da Lena Dunham e trasmessa da HBO tra il 2012 e il 2017

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Girls

Quando nel 2012 fu messa in onda la prima puntata di Girls, nessuno sapeva a cosa si stesse andando in contro. Fino a quel momento avevamo visto serie come Gossip Girl oppure Sex and the City, che avevano raccontato l’ amicizia femminili, ma sempre tramite dei filtri. Con Girls, ogni tipo di limitazione usata fino a quel momento svanisce per lasciare spazio ad una storia fatta di gelosie, rapporti traballanti, falsità e soprattutto sessualità. La sessualità, diventa un modo per raccontare in maniera spregiudicata la realtà, senza nessun tipo di velo o stereotipo. Girls diventa, in breve tempo, un campo di battaglia per raccontare la vita nella maniera più disinibita e vera possibile.

Girls: qual’è la trama?

Hannah è una 24enne, che vive a New York da ormai 4 anni. Quando i genitori decidono di non contribuire più alle sue spese, il suo mondo andrà letteralmente in crisi. Costretta a cavarsela da sola, Hannah si troverà in balia delle difficoltà della vita quotidiana tra bollette e un lavoro da cercare. A complicare la situazione è anche un gruppo di amiche composto da Marnie, Jessa e Shoshanna. Le 4 sono totalmente diverse tra di loro, con caratteri che tendono spesso a scontrarsi a causa del loro egoismo e del loro individualismo. Hannah inoltre coltiva una complicata relazione con Adam, un giovane falegname dal cuore d’oro ma dagli atteggiamenti fuori dalle righe. Nel corso della serie, la protagonista dovrà affrontare le difficoltà di essere sola in una città come New York e dovrà capire di chi fidarsi.

Cast femminile della serie tv Girls
Il Cast femminile di Girls

Una serie sull’amicizia femminile?

In generale, Girls ha un solo grande difetto che si ripercuote però su diversi personaggi, in particolare nelle ultime due stagioni. L’egoismo. Nell’ ultima puntata ci ritroviamo ad ascoltare parole ed affermazioni di Hannah, che probabilmente avremmo potuto sentire nella prima stagione. A rimetterla in riga ci sarà una madre che ha sofferto in grado di canalizzare il suo egocentrismo. Un affermazione che ha la forza di uno schiaffo in pieno volto. “Sai chi altro è in crisi emotiva? Lo siamo tutti, Hannah. Per tutta la vita”. Sembra che Girls, alla fine voglia mostrare la complessità dell’amicizia femminile, ma soprattutto come questa possa essere volubile e falsa. Per la maggior parte delle sei stagioni, le 4 ragazze si pugnalano alle spalle, non collaborando o aiutandosi a vicenda.

L’ unica vera amicizia che Hannah sembra aver coltivato nel corso degli anni è quella con Elijah, suo ex ragazzo scopertosi gay e diventato poi il suo coinquilino. Elijah sembra essere l’ unico a preoccuparsi di lei e della sua condizione, in maniera (più o meno) disinteressata. L’ unica che alla fine della serie rimane al suo fianco è Marnie, ma più per rimpinguare il suo ego che per vero interesse.

Lena Dunham e Adam Driver in una scena della prima stagione di Girls
Lena Dunham (Hanna) e Adam Driver (Adam) in una scena della prima stagione

Girls: lo specchio di una generazione

Girls ha una bella storia, raccontata bene dalle abili mani della creatrice/protagonista Lena Dunham, che in modo irriverente, ma soprattutto reale racconta la sua realtà. La realtà di una 24enne costretta a sopravvivere in una città troppo grande e complicata per lei. Girls è la rappresentazione di una generazione, nonostante i millennials non vogliano ammetterlo. C’è un rifiuto di fondo delle nuove generazioni nel sentirsi raccontati come viziati, immaturi ed egoisti.

Questo rifiuto però soprattutto nella parte finale della sesta e ultima stagione si trasforma in consapevolezza. Nonostante i difetti, i diversi personaggi diventano consapevoli di loro stessi e delle loro capacità. Lo vediamo in Ray che riesce a trovare il suo lieto fine, in Elijah che ha il coraggio di presentarsi ad un provino per un musical, in Jessa che si rende finalmente conto di essersi innamorata. Ogni personaggio, anche se in maniera totalmente alternativa e fuori dalle righe ha una crescita ben definita.

Confusione ed insicurezza

Il grande punto di forza di Girls è quello di risultare, a tratti, persino fastidiosa. Fastidiosa in protagonisti smaniosi, prime donne e perennemente in cerca di sfamare il proprio ego. La Dunham, in questo modo, riesce a raccontare le inquietudini di una generazione. Partendo dalla complicata relazione con Adam, la serie riesce a raccontare la confusione dei giovani riguardo le relazioni e la l’ incapacità di molti ragazzi nel viverle in modo sano.

Lena Dunham (Hanna), Becky Ann Baker (Loreen) e Andrew Rannells (Elijah) in una scena della sesta stagione

Con il suo straniante e a volte insopportabile realismo, Girls è forse una delle serie più coerenti degli ultimi anni in un percorso fatto di alti e bassi. Grazie a pensate cinematografiche di grande livello (la puntata 6×03 ad esempio) e una sceneggiatura impeccabile, la serie non stanca mai. La recitazione è ottima e ha lanciato le carriere di attori come Adam Driver (Adam), Allison Williams (Marnie) ed Andrew Rannells (Elijah). Personaggi ironici, fuori di testa (in particolare i personaggi maschili) che ti fanno affezionare immediatamente, in maniera quasi involontaria. La bellezza della serie è anche la capacità di aver trasformato personaggi che nella prima stagione erano molto secondari in veri e propri (vedi Ray, Elijah e Shoshanna) motori della storia.

La grandezza di una serie sta proprio lì, nella capacità di saper raccontare i propri personaggi e le loro storie. E Lena Dunham questo l’ aveva capito fin dalla prima stagione.

Dove vedere Girls?

Girls è disponibile nella sezione Box Sets di Sky OnDemand e su NOW TV.

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