XF2020, ultimo saluto ai concorrenti

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XF2020, i concorrenti

Li abbiamo seguiti fino all’ultimo episodio, abbiamo pianto e applaudito per le loro performance più belle. E ora che XF2020 è giunto alla fine, qui raccomandiamo un album da riscoprire per ciascuno dei suoi concorrenti. Un ultimo tributo, prima della chiusura.

XF2020: come sono stati i concorrenti?

La vittoria di Elisa “Casadilego” Coclite ne è stata solo il culmine. Le posizioni dei Little Pieces Of Marmalade e Blind alle sue spalle sul podio sono ciò che circonda la vetta. Ma in fondo sono stati tutti quanti parte della stessa avventura, in un ambiente che mai è sembrato competitivo e acre. La fine di XF2020 lascia a bocca asciutta, ma la musica rimane e va ben oltre agli EP dei quattro finali: ecco un album adatto a ciascuno dei concorrenti dell’ultima edizione, per ricordarli come meritano.

Per chi ha amato Casadilego: Good At Falling – The Japanese House

Da una casa all’altra: il debutto della cantante indie inglese Amber Bain detta The Japanese House ha tutti gli elementi che si è imparato ad amare della dolce e vincente Elisa. A cominciare dalla voce sottile della stessa Bain, che su strumentali acustici e dolcissimi combina in maniera impeccabile forza e fragilità. In una scena indie sempre più grande sono in pochi gli artisti che riescono a spiccare per davvero.

Per chi ha amato NAIP: Elephunk – The Black Eyed Peas

Il primo album mainstream del gruppo hip-hop-pop-funk-fusion più amato degli anni duemila presenta al centro una mente folle – quella di Will.i.am – che fa sembrare NAIP un raffinato businessman con la testa a posto. Eppure neanche loro si fermano alle stramberie fini a sé stesse, e sperimentano con tutti i lati di sé stessi con cui sia possibile sperimentare. Il primo disco in cui si riconosce un artista, in fondo, è quello in cui gli è permesso di essere libero. 

Per chi ha amato Blind: Awaken, My Love – Childish Gambino

Se c’è un aspetto di Blind che lo rende impossibile da disprezzare è il suo atteggiamento dentro e fuori dal palco. La mascolinità tossica che spesso caratterizza i colleghi (italiani o meno) è assente con lui, lasciando il posto a speranze e malinconie tutte personali. E non c’è rapper più splendidamente malinconico di Gambino, che tra magistrali falsetti e professioni di inquietudine (poi rese meme) si produce nel suo lavoro più iconico. 

Per chi ha amato i Little Pieces Of Marmalade: Narrative – Fire From The Gods

Uno degli album rock più amati degli ultimi anni, da uno dei gruppi più profondi e umanisti degli ultimi anni. I Fire From The Gods tratteggiano argomenti che vanno dalla politica alla natura umana, con chitarre elettriche incandescenti e al centro un vocalist d’eccezione, AJ Channer, dalla voce possente. Secondi classificati a XF2020 e i concorrenti più rock: i “gufetti” si librano anche tra le fiamme. 

Per chi ha amato Vergo: 808s & Heartbreaks – Kanye West

Autotune: lo si ama e lo si odia. La popstar palermitana ne ha fatto il suo fido compagno per tutta la sua comparsata sul palco di XF2020, facendosi notare tra gli altri concorrenti come un signore del palcoscenico fatto e finito. E tra i suoi mille difetti, anche Kanye West aveva avuto la stessa idea con uno dei suoi album più sperimentali. Usandolo, per citare Hell Raton durante la sua audizione, “come uno strumento, come si dovrebbe usare”, per comunicare mille e più emozioni. 

Per chi ha amato Santi: Native – OneRepublic 

Faccia pulita, sorriso irresistibile e ritornelli primaverili e orecchiabili sono gli strumenti con cui Ryan Tedder ha fatto dei suoi OneRepublic uno dei gruppi più amati del decennio scorso. Sicuramente Santi sa come replicare quelle qualità: nell’orecchiabile Bonsai c’è un’atmosfera amichevole e quotidiana, e gli OneRepublic hanno da sempre offerto quel medesimo sound in hit come Counting Stars

Per chi ha amato Blue Phelix: Sillygomania – Loïc Nottet

Cosa significa essere un emarginato in una società che non ti accetta? Blue Phelix lo sa, Loïc Nottet lo sa da persino più tempo. Il cantante belga dalla voce bianca e possente canta il suo senso di straniamento nella società bigotta che esclude chi non si conforma. L’indie pop con tinte rock potente che South Dakota e le altre hit di Phelix hanno consacrato ricompare potenziata dalla produzione cristallina. 

Per chi ha amato Eda Marì: Anastacia – Anastacia 

Dura, ma sensibile. Arrabbiata, ma con misura. Un equilibrio che Eda Marì, per il poco che l’abbiamo vista, è riuscita a bilanciare in maniera impeccabile. La signora Newkirk è stata consacrata come popstar dal suo album autotitolato, ed è stato con esso che è nato lo sprock. La stessa energia grezza, schietta e priva di peli sulla lingua che Eda Marì ha promesso e ha, per quello che ha potuto, presentato.


Per chi ha amato i Melancholia: The Magnificent Tree – Hooverphonic 

Portati brevemente (troppo brevemente) in cima al mondo dalla hit Mad About You, il gruppo sperimentale combina, come i Melancholia, tutti i generi in una combinazione alternativa quando mainstream. A XF2020 si sono fatti notare tra tutti i concorrenti per la voce dirompente di Benedetta Alessi e il loro sound esplosivo e imponente. Ma hanno un lato più delicato, il lato di Alone: lato che con gli Hooverphonic sarà possibile riscoprire. 

Per chi ha amato MYDRAMA: The Dutchess – Fergie 

È ridondante raccomandare due volte i Black Eyed Peas? Decisamente no, perché Fergie ha percorso una strada tutta sua con The Dutchess. Come MYDRAMA, la Duchessa del Pop si bilancia egregiamente tra pop e rap e non la manda a dire a nessuno. Chi ha amato la saggezza di Alessandra in Bella Così potrà ritrovarla in Glamorous, chi ha preferito la sua fragilità in Crudelia (I Nervi) la riscoprirà in Losing My Ground. E al centro, sempre, la sua storia. 

Per chi ha amato CMQMartina: Singular – Sabrina Carpenter 

Ci sono due Singular, due diversi EP, ma quello che hanno in comune è l’anima pop alle spalle. Con Singular la Carpenter si libera di due diverse identità: quella di attricetta di Disney Channel (quell’anno compare nel teen drama a tinte sociali The Hate U Give) e quello di cantante per teenagers. Sensuale in una traccia e intima in quella dopo, condivide con Martina la sicurezza sul palcoscenico e la vivacità giovanile. 

Per chi ha amato i Manitoba: Labrinth, Sia & Diplo Present: LSD – LSD 

Tra tutto XF2020, forse i concorrenti meglio assortiti. La loro “speciale alchimia”, come diceva Mika, è qualcosa che in pochi possono replicare. Tra quei pochi c’è il terzetto più strambo della storia dei supergruppi: la possente Sia, il sensibile Labrinth e il poliedrico Diplo si incontrano negli LSD con un pop curato e orecchiabile. Anche un po’ ingenuo, come potrebbe essere una canzone dedicata al sugo della propria nonna. Ma un’ingenuità che si fa amare. 

Così finisce un’altra edizione di X-Factor: ci vediamo alla prossima, con una nuova avventura.

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