Wiz Khalifa: “Rolling Papers 2” l’album – Recensione

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Sette anni dopo il suo album rivoluzionario “Rolling Papers“, Wiz Khalifa è tornato con “Rolling Papers 2” un sequel di 90 minuti, forse più Wiz di quanto chiunque potrebbe mai aver bisogno. Non ha avuto più il grande successo o piazzato alcun brano ai vertici dal 2014, e nella maggior parte dell’interno album, l’artista sembra contrario a rappare canzoni interessanti o memorabili. Eppure l’album è stato prodotto da un cast di grandi nomi tra cui Young Chop, Terrace Martin, Easy Mo Bee e Mike Will Made It , ma le canzoni sembrano spesso sottosviluppate.

Come nella maggior parte degli album rap, hip hop che si rispettano, anche Wiz si contorna di colleghi ed amici ed anche in “Rolling Papers 2” non mancano le collaborazioni come nei brano “Blue Hunnids” insieme a Jimmy Wopo e Hardo e “Penthouse” insieme a Snoop Dogg solo per citarne alcune.

Uno dei momenti migliori di tutto l’album arriva con “B Ok“in cui Wiz torna a parlare sui punti significativi della sua vita, inclusa la morte della sorella l’anno scorso, e crea una chiusura accattivante con un gancio cantato, anche se questi momenti di introspezione sono pochi e lontani tra loro. La sua stessa voce non è la più distintiva, e a volte suona derivata da Future e Travis Scott .

Wiz Khalifa si è ritagliato una nicchia per se stesso, ma è troppo limitante per un progetto ambizioso, e il “Rolling Papers 2” ne soffre molto. Voto 2/5

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