Daughtry: “Cage To Rattle” il nuovo album – Recensione

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Chiunque si aspetti un ritorno al suono classico e grintoso dei Daughtry potrebbe rimanerci male, ma ascoltando il nuovo album con la mente libera e senza pensieri potrebbe rimanerci piacevolmente sorpreso.  Al primo ascolto del quinto album da studio dei Daughtry, “Cage to Rattle, è chiaro che è molto diverso rispetto al precedente lavoro discografico, ma questo non significa che questo sia un brutto album, anzi con l’ottima produzione e la voce di Chris, quest’album si distingue come un’evoluzione  nel suono all’interno della band. Ma si può parlare di album rock?

Dopo la tiepida accoglienza ricevuta dall’album “Baptized” del 2013, non ci si sarebbe aspettato che la band continuasse con il sound pop-rock negli album successivi, ma con “Cage to Rattle” è esattamente quello che hanno fatto. Forse brani “Torches” e “Go Down”, che sono stati scritti appositamente per l’album del 2016 “It’s Not Over … The Hits So Far”, avrebbero dovuto dare degli indizi su dove la band intendesse andare musicalmente. È sempre difficile soddisfare le aspettative dei fan, mentre si cerca di continuare a sviluppare il proprio suono, e di intraprendere una strada musicale ben definita, e sicuramente questo dividerà molto i fans storici della band ma ne saranno acquisiti tanti altri.

Il brano di apertura “Just Found Heaven”, stabilisce una narrativa molto commerciale per l’album, e non riesce ad afferrarti al primo ascolto. Come i brani “Deep End” e “White Flag”, c’è una vera sensazione di brillantezza su queste tre canzoni, con quest’ultima che rappresenta l’unica canzone che rimanda alla scrittura dei suoi primi lavori. “Backbone” ha una moderna atmosfera dai suoni blues mentre Chris intreccia una storia di affermazione sulla vita e sulla sopravvivenza nel duro mondo in cui si vive oggi. “As You Are” e “Bad Habits” continuano la sensibilità commerciale del pop di tutto l’album,  rendendo le canzoni molto tradizionali che suonerebbero tranquillamente sulle prime radio nazionali. “Death of Me”, “Back in Time” e “Gravity” completano le principali ballate  dell’album, con ” Back in Time” che presenta un ritmo particolarmente orecchiabile, con ritmi ondulati e synth, dando al brano un tono discordante con l’interno album. La canzone di spicco di Cage to Rattle, è la penultima traccia, “Stuff of Legends”, brano dal suono funky-rock sgangherato con bassi distorti, un arrangiamento di synth lussureggiante, tocchi di chitarra ed un pizzico di sound da discoteca. Sinceramente non mi sarebbe dispiaciuto se all’interno dell’album ci fossero state altre canzoni come questa, dato che è una delle canzoni particolarmente up-tempo di tutto l’album.

Non si può negare che la voce  sia la principale marcia in più dell’album,  più della sontuosa strumentazione che fa da sfondo a Cage to Rattle , che mostra la maturità e lo sviluppo di Daughtry come cantautore. I suoni di alcuni brani un po’ pesanti ma sono ben compensati dalla splendida voce di Chris. Nel complesso questo è un buon album prodotto dalla band della Carolina del Nord, ma ha ben poco con le loro radici grunge-rock di cui eravamo abituati. Voto 4/5

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