Vivarium è un film thriller con Jesse Eisenberg e Imogen Poots. È un film dal taglio enigmatico, che punta tutto sul desiderio dello spettatore di capire il perchè degli eventi. Non è un film adatto a tutti. Forse sarà apprezzato soprattutto dai cinefili accaniti. Sicuramente farà gola ai fan di un cinema surreale e metafisico alla David Lynch. In ogni caso è un film ricco di belle intuizioni, con delle soluzioni che però potrebbero far storcere il naso a molti. Lo si può trovare a noleggio o per l’acquisto su Amazon Prime video.
Vivarium: ma che diavolo succede?
Vivarium è un buon thriller. Perchè? perchè sa sfruttare un intuizione che costringe lo spettatore a non abbandonare la visione. Tutto il film gioca con la curiosità del pubblico. L’intero prodotto è confezionato per far gola a chi guarda. Una coppia (Eisenberg e Poots) sta cercando casa. Entrano in un agenzia di vendita dove uno strano ed inquietante commesso li convince a seguirlo per visitare i caseggiati che vende. Questo è l’incipit di Vivarium. Giunti al complesso di case c’è già un primo elemento che stimola l’interesse dello spettatore. gli edifici del quartiere sono tutti uguali e sembrano quasi della case di bambole. C’è una sensazione di finto. Ci si accorge subito che qualcosa non va. Conclusa la visita, il cicerone sparisce e la coppia, con somma angoscia, si accorge che non c’è via d’uscita dal complesso. Sembrano bloccati in un loop. incarcerati in un limbo. Una soluzione super efficace. Che diavolo succede? L’attenzione dello spettatore è catturata. La curiosità impenna in un istante.
Vivarium: tra angoscia e curiosità
Vivarium ha gettato l’amo. Lo spettatore come un pesce abbocca. Le domande iniziano a frullare nella testa di chi guarda. Mille supposizioni. Ed è questo il suo punto di forza. Il film gioca con la voglia di capire insita dell’uomo. Che luogo è questo quartiere? Perchè i due giovani sono stati imprigionati? cosa c’è sotto? Lo spettatore non abbandonerà la visione pur di scoprirlo. Sebbene l’angoscia diventerà l’emozione imperante. In Vivarium assistiamo ad un lento declino mentale dei due personaggi. Disperati e senza speranza di uscire. Senza capire il perchè questo stia succedendo. Il film ha uno sviluppo impegnativo. Non tanto per la narrazione, che è lineare, quanto per la pesantezza della situazione. Lo spettatore si sente logorato come i due protagonisti. L’angoscia è spossante. Eppure il pubblico non si arrende. L’imperativo diventa uno solo: scoprire il perchè. Questo è l’elemento geniale di Vivarium.
una logorante quotidianità
La coppia è imprigionata in un quartiere residenziale fatto di case tutte uguali. I tentativi di fuga sono inutili. Qualcuno fornisce loro beni di prima necessità. Lo sviluppo di Vivarium baserà la propria struttura sul racconto di una quotidianità allucinata e logorante. La coppia vive nella casa perchè non può fare altro. Quasi una metafora delle attività quotidiane che si ripetono sempre uguali. Sebbene il film proceda lentamente, la tensione di fondo è palpabile. Quando poi alla coppia si aggiungerà un bebè spedito in un pacco, la situazione si fa ancora più tesa. Il bambino, cresce in maniera innaturale. È un degli infanti più inquietanti visti nel cinema horror recente. Un misto tra Villaggio dei dannati e Damien (Il presagio). Con lui la vita quotidiana diventa sempre più opprimente. E spossante.
Vivarium: sempre più disturbante
Man mano che Vivarium procede nella narrazione, altri elementi alimentano la curiosità. Un bambino strano arrivato dal nulla, che ha comportamenti disturbanti. Un libro con degli stani idiomi che sembra dare qualche indizio sulla situazione. A questi si aggiunge la nevrosi di Jesse Eisenberg ( in un ruolo adatto a lui), che inizia a scavare ossessivamente una buca in giardino. Tanta carne al fuoco che permette di bilanciare uno sviluppo forse un pò troppo lento. La situazione è talmente disturbante che ti permette di superare la mancanza di un ritmo cadenzato. Ormai devastati, si giunge al finale. Sarà soddisfacente?
Conclusioni
La conclusione di Vivarium soddisfa tutti i quesiti che sono nati lungo la visione? È valsa la fatica di questo viaggio logorante? La risposta non è univoca. La fine del film da qualche risposta. In modo allucinato, da trip. Ma qualcosa ci da. Però non è didascalico. Anzi, Vivarium decide di lasciare molte domande in sospeso. NON è chiarissima la natura di quel luogo. Si può dedurre quale sia lo scopo di tutto questo, ma non completamente. Quindi ci potrebbero essere degli spettatori che ameranno il finale. Il non detto a volte piace di più degli spiegoni. Ad altri però potrebbe sembrare una prese in giro. La decisione starà a voi. Recuperate Vivarium e poi decidete. Potrà non piacervi. Ma è di sicuro un film particolare con degli ottimi spunti.