Una storia sulla maternità: Pelican Blood – Recensione e trailer

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Pelican Blood ha molti elementi che ricordano i romanzi di Cormac McCarthy: sussurri di cavalli, drammi psicologici e un mondo di traumi. Ambientato in Germania, il secondo film di Katrin Gebbe presenta un’altra forte interpretazione di Nina Hoss nei panni di Wiebke, una madre single sulla quarantina che adotta un secondo figlio. Per un lavoro, Wiebke addestra i cavalli che devono essere cavalcati dalla polizia in situazioni di rivolta. Uno dei cavalli, Top Gun, è particolarmente problematico, ma Wiebke crede di essere abbastanza spericolata da allenarlo. Il regista Gebbe tenta di toglierci il respiro nel film della serata inaugurale della sezione Orizzonti del Festival del cinema di Venezia con questa storia sulla maternità.

I segnali di avvertimento che ci sarà sangue (a parte il titolo) sono presenti quando Wiebke va a prendere Raya (Katerina Lipovska) di cinque anni in un centro di adozione bulgaro. Guarda un dipinto di un pellicano che adorna il muro. Wiebke viene informata che l’opera d’arte raffigura l’immagine cristiana del pellicano madre, che nutre la sua prole morta con il suo stesso sangue, riportandoli in vita.

Questo film include molti momenti di esposizione volti a convincere il pubblico della credibilità di questa storia piuttosto incredibile, come la frase “Le donne single che lavorano possono adottare bambini in Germania”.

Raya inizia a scatenare il caos, spaventando la sua nuova sorella maggiore e i suoi compagni di classe. Ci sono alcune scene intense tra madre e figlia, ma le esigenze del ruolo di Raya sono estremamente alte per un attore bambino.

Il cablaggio neurologico di Raya non consente sentimenti di paura o empatia. Mentre la performance di Hoss non si allontana mai troppo dall’eccellente, lo stesso non è vero per la trama. Il tono trova un ostacolo quando Wiebke utilizza una specie di esorcista e uno stregone per cercare di curare Raya. Questa mossa sposta l’azione verso il territorio horror-gotico americano. La battaglia spirituale contro la scienza sembra un’introduzione tardiva alla storia, il che significa che non riesce a mantenere la rotta cinematografica.

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