To Rome With Love | Recensione e trama

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Locandina To Rome With Love di Woody Allen

Woody Allen è regista e interprete nel film “To Rome With Love”, uno dei film di Allen meno amati dalla critica. Alcuni lo hanno definito divertente, altri nemmeno questo.

To Rome With Love – Trama

Roma in questo film sembra essere una metafora della capitale d’Italia. Un luogo in cui eroine letterarie americane come Daisy Miller di Henry James venivano a mettere alla prova la loro innocenza contro la corruzione dell’Europa. L’inizio di “To Rome With Love” suggerisce un ritorno a questo tema, mentre osserviamo una giovane donna sulla strada per la Fontana di Trevi, chiedere indicazioni a un bel giovane italiano. Si chiama Hayley, è interpretata da Alison Pill (Zelda Fitzgerald in “Midnight in Paris”), e il suo innamorato, Michelangelo (Flavio Parenti), è un onesto e serio avvocato. Il loro corteggiamento è relativamente privo di conflitti o ambivalenze, sebbene l’arrivo dei genitori di Hayley – il signor Allen e Judy Davis – causi un po ‘di complicazioni.

Ci sono complicazioni romantiche anche altrove, ad esempio nelle tentazioni affrontate da Antonio (Alessandro Tiberi) e Milly (Alessandra Mastronardi), giovani sposi appena arrivati ​​a Roma da Pordenone. E incastonato in questo geniale groviglio di storie c’è, inevitabilmente, il racconto di un ansioso intellettuale newyorkese, stordito da desideri contrastanti. È Jack, un architetto alle prime armi – interpretato da Jesse Eisenberg – che vive con la sua ragazza gentile, Sally (Greta Gerwig), in un accogliente appartamento nel quartiere di Trastevere a Roma. Un giorno l’amica di Sally Monica (Ellen Page) si presenta per una visita e si scopre essere un’attrice nervosa, pretenziosa e nevrotica.

Il calvario di Jack è testimoniato da un architetto più anziano, John (Alec Baldwin), il cui status ontologico è in dubbio. Potrebbe essere una specie di fantasma, oppure Jack potrebbe essere lo spettro del sé più giovane di John, proiettato mestamente sulle strade che erano i suoi precedenti percorsi di vita.


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Il no-sense del’ultimo Woody Allen

Una delle cose più assurde di “To Rome With Love” è quanto casualmente mescola il plausibile e il surreale, e come sfacciatamente si diverte nonostante dimostri pura stupidità.

Le trame, tagliate e messe insieme senza un ordine particolare, obbediscono a schemi temporali diversi: il dramma coniugale di Antonio e Milly (che coinvolge una prostituta interpretata da Penélope Cruz e una star del cinema interpretata da Antonio Albanese) sembra occupare un solo pomeriggio, mentre altri i fili si allungano per settimane e mesi. Raramente si intersecano, formando un’antologia mescolata e sincopata, una variazione dei film omnibus multi-regista che erano un punto fermo del cinema italiano negli anni ’50 e ’60.

Woody Allen e l’amore per il cinema itaiano

“To Rome With Love” è pieno di affetto per il patchwork eterogeneo della cultura italiana. La colonna sonora include famosi passaggi operistici e ballate romantiche vecchio stile, ma anche quel tipo di pop sintetico e sdolcinato che può, come alcune delle produzioni televisive nazionali, far meravigliare un visitatore sulla reputazione dell’Italia per il suo giudizio estetico impeccabile.

E mentre siamo su questo argomento, Woody Allen fa spazio a Roberto Benigni, piuttosto accattivante nel ruolo di un normale romano della classe media immerso arbitrariamente in un vortice di celebrità mediatiche, braccato dai paparazzi e intervistato in talk show. Le sue avventure sono una favola allegra e surreale, un riff su temi che il signor Allen ha perseguito con più aggressività in “Celebrity”.

Qui il signor Allen è felice di dilettarsi nel ridicolo, che spinge a un livello quasi sublime nella storia di Giancarlo (Fabio Armiliato), il futuro suocero di Hayley, che possiede una meravigliosa voce (Armiliato è un famoso tenore operistico nella vita reale) che è soggetto a determinate limitazioni.

I limiti di “To Rome With Love” sono inseparabili dalle sue delizie. Alcune scene sembrano affrettate e costruite in modo casuale, e il dialogo spesso suona sovrascritto e non provato. Ma questo potrebbe essere solo per dire che stiamo guardando Woody Allen dell’ultimo periodo. “Non psicanalizzarmi! Molti ci hanno provato. Tutti hanno fallito.” Dice a un certo punto Jerry. E anche rispetto al film, lamentarsi sarebbe superfluo, ma forse anche inevitabile, quanto la psicoanalisi.

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