The Ladykillers: la recensione

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The Ladykillers: la recensione

Sessantacinque anni dopo, il classico The Ladykillers è ancora sovversivo, divertente e decisamente inglese. Ecco la nostra recensione!

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The Ladykillers: la recensione

The Ladykillers, uscito nel 1955 e prodotto dagli Ealing Studios, ha subito varie rivisitazioni. Ci sono stati molti adattamenti, come il remake dei fratelli Coen nel 2004 con Tom Hanks nei panni del professore di mente interpretato per la prima volta da Alec Guinness.

L’originale – che ora sta ottenendo un restauro 4K – è sovversivo, esilarante e inglese! Questo nonostante sia stato scritto dall’americano espatriato William Rose e diretto dall’americano Alexander Mackendrick. Entrambi portano al film un tocco americano, ma con una sensibilità squisitamente inglese: un misto di cinismo e innocenza. La commedia funziona perché è costruita in modo superbo come un thriller noir molto serio. Ci sono echi di The Lodger di Hitchcock e The Third Man di Reed.

Ecco la nostra recensione di The Ladykillers.

La trama di The Ladykillers

Ecco la trama e la recensione di The Ladykillers. A 76 anni, la veterana attrice teatrale e cinematografica Katie Johnson ha avuto una svolta verso la celebrità con questo film. Interpreta la vedova Mrs Wilberforce che ha una stanza da affittare nella sua casa di Londra.

Questa stanza è occupata dal “Professore” Marcus (Guinness), che afferma di averne bisogno come spazio per le prove del suo quartetto d’archi. In realtà è una banda di criminali che pianifica di rapinare un treno postale che arriva nella vicina stazione. Ma quando la vecchia signora inorridita scopre accidentalmente cosa stanno facendo, la banda si rende conto che devono zittirla, in modo permanente.

Uccidere la signora Wilberforce è impensabile per loro. È la figura autorevole più potente che abbiano mai conosciuto e la stessa signora Wilberforce è la più profonda sostenitrice della legge e della giustizia inglese.

Il personaggio di Mrs Wilberforce

C’è un bel momento malinconico in cui la signora Wilberforce dice che l’interpretazione del quartetto le ricorda un quintetto che suonava alla sua festa per il 21 ° compleanno a Pangbourne. La festa fu interrotta quando qualcuno annunciò la morte della regina Vittoria e tutti tornarono a casa. La signora Wilberforce racconta questo episodio persa nei suoi pensieri, ma senza alcuna autocommiserazione o lamentela, ma mostra anche che la sua è stata una vita di abnegazione, il che rende gli ultimi momenti ancora più divertenti.

I ladri litigano tra di loro, mentre il professore Guinness mantiene la calma e sfiora la rabbia solo una volta. Alla fine il professore dovrà spiegare alla signora Wilberforce perché non ha senso cercare di denunciare il loro crimine alle autorità.

È una commedia superbamente elegante. Anche dopo 65 anni, uccide ancora.

Ecco la nostra recensione di The Ladykillers!

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