Sylvester Stallone, icona degli anni 70 e 80

Il compleanno di Sylvester Stallone attraverso i personaggi che lo hanno reso famoso

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Sylvester Stallone, uno degli attori americani più conosciuti, compie oggi 74 anni.

Il cinema americano ha da sempre regalato nomi di primo piano per intere generazioni, che per notorietà sono giunti fino agli angoli più remoti del pianeta.

Sly è uno di questi.

Il suo nome è legato principalmente a due personaggi rimasti nella storia del cinema: Rocky Balboa e John Rambo.

Il successo

Ma dove sta la chiave di questo successo?

Sicuramente entrambi i personaggi dimostrano una reazione ad una società oppressiva ed arrogante, da cui cercano di sfuggire con la propria forza d’animo e fisica.

Sono questi gli anni delle grandi contestazioni a livello sociale un po’ in tutto il mondo occidentale, e non solo.

Siamo negli anni 70 e 80, pieni di contraddizioni, ma anche di forza di reagire.

Rocky e Rambo tentano anche loro di reagire, ma in maniera diversa rispetto ai canoni di quel periodo.

Infatti, Sylvetser Stallone interpreta personaggi che ce la fanno da soli, senza sfruttare la contestazione di gruppo.

Facendo leva sulle proprie forze personali, che non sono solo fisiche, anche se questa può essere l’interpretazione più ovvia, riesce a trasmettere ai propri personaggi una forza d’animo fuori del comune.

E forse proprio in questo contesto si spiega anche l’enorme successo raggiunto.

Il ritorno di Rocky

Grande successo che ha riportato Sylvester Stallone a indossare nuovamente i panni di Rocky nel 2015 in “Creed – Nato per combattere”, che gli varrà il Golden Globe per il miglior attore non protagonista.

Incredibile, ma vero, nel 2016 avrà anche la candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista, 39 anni dopo le due nomination agli Oscar del 1977.

Evidentemente certi personaggi sono interpretati con tale naturalezza da risultare sempre attuali, nonostante il trascorrere del tempo.

La celebrità

La sua fama resta anche scolpita nella celebre Hollywood Walk of Fame di Los Angeles dal 1984.

Ma a me piace pensare più alla sua fama di persona che ce l’ha fatta.

Al coraggio di un ragazzo che ha superato la lieve paresi facciale causata da un involontario taglio al momento del parto.

Alla riscossa di un adolescente tendente al rachitismo che ha trovato nello sport un motivo di riscatto, tale da portarlo fino all’università.

Una persona normale, che ha affrontato i suoi problemi riuscendo a superarli.

Forse è meglio capire la sua grandezza in quest’ottica piuttosto che in uno stampo, pur piacevole, lungo una passeggiata americana.

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