Quando si sta promuovendo un album, si tende a scegliere la traccia migliore per introdurlo, sperando che sia un successo. Alcune canzoni però non portano con sé grandi aspettative, magari perché costituiscono il lato B di un disco. E invece diventano successi, per caso.
Successi per caso, quali esempi abbiamo?
Citeremo dieci canzoni che, negli intenti, non sarebbero dovute diventare classici. Nella lista troveremo anche titoli impensabili, perciò prepariamoci a partire alla scoperta di brani divenuti successi per caso.
Cliff Burton Day la giornata dedicata al compianto bassista dei Metallica
Light My Fire – Doors
Ebbene sì: Light my fire, la canzone più iconica dei Doors, non era nata come probabile singolo di successo. Negli anni Sessanta la scena rock era molto particolare, e questo non era certo il genere di musica di questo gruppo. Per quanto possa sembrare incredibile, originariamente Light my fire era una melodia messa insieme con avanzi di brani inutilizzati per gli album. Da ballata folk come era stata pensata, è diventata ciò che conosciamo oggi, e con il successo che ognuno ben sa.
Times Like These – Foo Fighters
Questo brano recente è stato scritto in un momento di grande tensione della band. I Foo Fighters avevano perso metà della formazione per strada, e durante la registrazione dell’album, One by one, anche il batterista Taylor Hawkins aveva rischiato la vita per un’overdose. In questo periodo era nata Times like these, e contro ogni previsione è diventata un successo.
Under The Bridge – Red Hot Chili Peppers
Neppure l’album in cui era contenuta, Blood Sugar Sex Magik, era ritenuto un capolavoro. Al tempo era entrato in collaborazione con i Red Hot il produttore Rick Rubin, ed ebbe un ruolo fondamentale nel lancio di questa canzone. Nel corso di una visita a casa di Anthony Kiedis, il frontman della band, aveva trovato una poesia scritta da lui sui suoi problemi con la droga. Rimasto colpito, gli consigliò di sottoporla al gruppo per capire se potesse funzionare come canzone: l’unione con le chitarre di Jack Frusciante fece il resto.
First Date – Blink 182
Nel 2001, i Blink erano reduci dai grandi successi dell’album Enema of The State. Stavano quindi lavorando al seguente, Take Off Your Pants And Jacket. I loro produttori però non la pensavano così, tanto che li incitarono a lavorarci su ancora. Per ripicca, Tom DeLonge e Mark Hoppus si dedicarono a scrivere i testi migliori che potessero, e così nacque First Date. Nata dunque per infastidire la casa discografica, diventò un vero successo.
Beth – Kiss
Il periodo era la metà degli anni Settanta, quando i Kiss stavano per registrare l’album Destroyer. Necessitando di particolari passaggi sonori, arruolarono il produttore Bob Ezrin. Questi rimase affascinato da una ballata che sarebbe poi diventata Beth: ai Kiss però non faceva impazzire questo pezzo, tanto che decisero di relegarlo al lato B del disco. Divenne invece il successo che conosciamo, soprattutto nei loro set, con Peter Criss che usciva da dietro la sua batteria per cantarlo.
The Blue Album, tutte le canzoni – Weezer
Questo è un caso particolare, poiché quasi tutto l’album è costituito da pezzi di grande e inaspettato successo. Nato nel 1994, nelle intenzioni della band sarebbe dovuto essere un disco del tutto diverso: dopo aver messo insieme alcune canzoni, infatti, avevano consegnato tutto alla casa discografica perché vedesse cosa farne. Così divenne un successo, a riprova del fatto che a volte bisogna lasciare fiducia a qualcun altro.
Nothing Else Matters – Metallica
Ebbene sì, neppure su questa canzone la sua band avrebbe scommesso granché. La verità è che questo pezzo ha attirato anche persone che normalmente non avrebbero ascoltato niente di metal, e non serviva nulla di simile in un disco come The Black Album. Invece, tra diverse demo di canzoni, il batterista Lars Ulrich ne rimase colpito, e iniziarono ad arrangiarlo. Anche in questo caso la canzone venne nascosta nel lato B dell’album, ma è diventato comunque il successo incredibile che conosciamo.
The Masterplan – Oasis
Gli Oasis erano agli inizi della loro carriera, nel 1994. Dopo Definitely Maybe fecero uscire, nel 1995, What’s The Morning Glory, entrambi di grande successo. The Masterplan venne inizialmente incisa come lato B della più celebre Wonderwall, sempre nel 1995. Successivamente venne inserita nella raccolta The Masterplan, insieme ad altri brani secondari. In tempi più recenti Noel Gallagher aveva pensato di ripubblicarla come singolo, ma non ne ebbe più occasione. Il tempo, in ogni caso, gli aveva già dato ragione.
Black – Pearl Jam
Era il 1991, e i Pearl Jam stavano assemblando il loro monumentale album, Ten. Il testo di Black era stato scritto da Stone Gossard, e parlava di una delusione d’amore subita dal frontman Eddie Vedder. Alla casa discografica piaceva, ma quest’ultimo lo riteneva troppo personale e non avrebbe voluto includerlo: pur non diventando mai un singolo, riscosse ugualmente un enorme successo.
Jesus of Suburbia – Green Day
Ogni band ha il suo stile, questo lo sappiamo. Ne deriva che molte canzoni semplicemente non potrebbero diventare un successo, se escono dal solco tracciato dalle singole band. Ma a volte avviene il contrario, ed è il caso di questa canzone. Jesus of Suburbia è un brano molto particolare: possiede infatti cinque ritmi diversi in nove minuti, e venne poi inclusa nell’album American Idiot. Una volta uscito il disco, anche questa canzone cominciò a venir considerata diventando un successo.