Sand Like Stardust, il nuovo album di Jordan Reyes

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Sand Like Stardust, l'album di Jordan Reyes

Il secondo album di Jordan Reyes abbandona la tradizione dirigendosi verso un’idea vecchia ma sempre nuova. Sand Like Stardust, in arrivo a novembre, combinerà la tradizione americana con l’innovazione dell’elettronica.

Jordan Reyes di ritorno

Un po’ fantascienza, un po’ Non È Un Paese Per Vecchi: l’accoppiata elettronica-country colpisce ancora, senza mancare neanche stavolta il bersaglio. La tendenza lanciata da Orville Peck, Diplo e soprattutto dall’inimitabile Lil Nas X ha ormai colpito anche la scena underground, influenzando il lavoro dell’artista underground Jordan Reyes. Ne è risultato un album sospeso a metà tra due mondi, nelle influenze e nella visione. A cominciare dal titolo, Sand Like Stardust – sabbia come polvere di stelle, un incontro visivo e sentimentale tra il futuro e il passato, tra il vecchio west e lo spazio. Tra due generi musicali che fino a poco tempo si riteneva impossibile combinare con un buon risultato.

“Ho visualizzato l’album come un viaggio attraverso l’espressione umana in un giorno solo”, dice Reyes. Un percorso a linea retta attraverso la musica americana, che ha influenzato l’artista sin dalla giovinezza. Jordan Reyes è nato e cresciuto a Chicago, immerso nel folclore dell’americana sin dall’inizio. Sand Like Stardust rappresenta un tassello in quel percorso evolutivo musicale, nel quale Reyes si è incuneato a partire dal suo primo album Close. Quello, nelle parole di Reyes, era “tutto un sintetizzatore Eurorack, molto del quale automatizzato”. Nulla di ciò sarà presente in Sand Like Stardust, che sarà invece un lavoro completamente organico, in accordo con la tradizione country alla quale si vuole avvicinare. 

Il sound di Sand Like Stardust

Jordan Reyes in un photoshoot per Sand Like Stardust

Si sentiranno chitarre acustiche come elettriche, ma anche lap guitar hawaiane, tromboni, pianole, con un tamburo elettronico a dominare la sezione della composizione. “Volevo spingermi oltre in termini di composizione”, dice Reyes al riguardo. Si fa accompagnare a tale scopo da una squadra molto ricca, capace di far emergere tutti gli aspetti contraddittori e complessi del carattere dell’album. Come un cowboy delle ballate, Sand Like Stardust stesso ha una personalità, sfaccettature caratteriali che emergono alternate. E a raccontare questa personalità è la coreografa Eryka Dellenbach, una collega di Chicago, che dirige ed edita le immagini del video di Rebirth At Dusk, primo singolo dell’album. Una direzione forte, sensuale, molto influenzata dalla visione dello stesso Reyes. Della squadra fanno parte inoltre gli artisti perforativi Ryan Greenlee, P. Michael Grego e Connor Tomaka, che hanno collaborato anche ai costumi del video stesso.

In fondo che cos’è un cowboy, nel dinamico mondo moderno, e la sua esistenza ha posto nei dilemmi e nei pensieri della società di oggi? Jordan Reyes è pienamente consapevole delle contrarietà e degli aspetti più critici rappresentati dalla figura del cowboy nel pensiero moderno. È una figura imperniata nel colonialismo, e lui non si sognerà mai di negarlo. “Di solito è il cowboy bianco a soverchiare gli altri in visibilità, ma per me – che ho un nonno Tejano (ndr. un residente ispanico del Texas) – ci sono sempre state altre sfumature”. È impossibile separare i cowboy e la colonizzazione, anche la figura del Vaquero ha le sue radici nella Nuova Spagna, ma ci sono modi per decostruire tale archetipo, trovare gli aspetti che risuonino in Sand Like Stardust. E la via di Reyes, in sincronia con gli illustri precedenti di Lil Nas X e Orville Peck, combina la figura del cowboy con quella della libertà. Del ritorno alla natura, del desiderio di libertà e di essere sé stessi. 

Sand Like Stardust uscirà il 20 novembre del 2020, sotto la American Dreams Records. Lo si può preordinare qui

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