Ray Charles “Il Soul è uno stile di vita”

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Ray Charles

Oggi, mercoledì 23 settembre, ricorre il 90° anniversario della nascita di Ray Charles, cantante, compositore e pianista americano, una delle leggende della musica soul d’oltreoceano. Il cosiddetto “The Genius”, “The Right Reverend”, “The High Priest Of Soul” o, più semplicemente e universalmente, Brother Ray, non fu solo uno dei principali artefici della fusione gospel / R&B che divenne nota come “musica soul” negli anni ’60, ma anche un jazzista, un artista crossover che ebbe anche successo nella musica country.

La forza di Ray Charles

Ciò che rende Ray Charles e la sua musica così duraturo nel panorama degli gli artisti di tutti i tempi è che era ugualmente a suo agio a cantare jazz, gospel, country o rhythm and blues. Nel corso della sua vita ha mostrato una grande forza e ha lottato per ottenere ciò che voleva. Era un uomo di colore di una città segregata negli Stati Uniti che si è esibito nel Sud Africa dell’apartheid; un cieco che ha creato una fondazione per i sordi.

Il Soul è uno stile di vita“, disse una volta Ray Charles, “ma è sempre il modo più duro“. In quanto “padre del soul”, parlava con una certa autorità della musica, e nonostante sia diventato un milionario all’età di 30 anni, sapevav anche molto sulle difficoltà della vita. Ray Charles Robinson è nato povero e nero nel 1930, nello stato della Georgia, USA. Sotto la guida di un negoziante locale, ha iniziato a suonare il pianoforte dall’età di tre anni.

Ma la vita non ssarebbe stata facile per Charles. All’età di cinque anni, vide annegare fratello minore. Poi, nel giro di pochi mesi, cominciò a perdere la vista e un anno dopo era cieco. Per dargli le migliori possibilità di ottenere l’indipendenza, sua madre Retha lo mandò a una scuola statale per ciechi a 160 miglia di distanza. Qui, oltre alle sue lezioni di braille, si iscrisse a un corso di pianoforte. Studiò Beethoven e Sibelius e gli piaceva il pianoforte classico, tranne per il fatto che era sempre nei guai con il suo insegnante.

Improvvisazione

Sempre desideroso di improvvisare e di lasciare il segno nella musica, all’età di 18 anni Charles si trasferì a Seattle dove formò la sua prima band, il McSon Trio. È stato influenzato da Nat King Cole e dal pianista Charles Brown, ma amava anche Dizzy Gillespie e Charlie Parker.

In un momento in cui ci si aspettava che i musicisti suonassero jazz, folk o blues, Ray Charles si rifiutava di essere legato, credendo che fosse la musica che gli interessava, non lo stile. Del suo approccio unico diceva: ‘Ogni canzone parla da sola. Quindi, se canto Georgia, cerco di inserirmi nel testo di quella canzone. E se canto I Can’t Stop Loving You, cerco di farmi pensare come il ragazzo che parla alla ragazza. Ti metti nella voce della canzone in modo da poter sentire ciò che la canzone sta dettando.”

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