“Dal mi punto di vista posso dire che Polly Come Home rimane una delle esecuzioni più impegnative di sempre. E’ un brano intenso e dallo spirito oscuro, emozionante ed etereo“.
Polly Come Home?
Volevo ringraziare Robert Plant e Alison Krauss per aver interpretato questo brano. Sapete è uno dei quei brani che avrei pagato chi sa cosa per poterlo scrivere. Si ferma sospeso in aria, con quel colpo di rullante che sembra non arrivare mai. Le chitarre stile miglior Dylan di Oh! Marcy, quando Daniel Lanois ci mise le mani o lo slide sopra. Si immagino caro Robert Plant, quanto sia stato complicato camminare con lo spirito dentro questo brano. Etereo e oscuro come piace a Nick Cave, o come il Not Dark Yet di Bob Dylan o The Man with Raincoat sempre di Dylan. Plant ha dichiarato: “Un brano così toccante. Il tempo era così languido, magnifico. Per il mio petto, per la via voce, per i miei polmoni si è rivelata una sfida infernale“. Ci sono dei brani che ti strappano il fiato, ma allo stesso tempo te lo ingabbiano dentro l’anima, dispettosa e arrogante di potersi permettere tutto.
Invece no
E invece no! Con tutta la superbia e sicurezza delle proprie capacità, alcune volte ci sono brani che ti smontano il senso di te stesso. Rimani li sospeso a mezz’aria a cercare di dar una ragione alla loro difficoltà, ma solo allora comprendi che sei tu la difficoltà per quei brani. Non riecono a farsi capire, sono sfuggenti, talmente prepotenti nello spirito, che diventano furie. Ed è per questo che ci prostriamo a questi artisti immesi. Spesso ci arrivano da luoghi inusuali, sperimentanti e avversi, o forse si ricordano soltanto quello che hanno vissuto, e quanto dolore hanno nelle loro ferite.