Sono un quintetto astigiano: precedentemente cover band, oggi hanno deciso di esordire con la loro musica. Sono i LΛNDΛ, ed è di pochi giorni fa l’uscita del loro primo singolo, One Shot.
Come è nato One Shot?
Andrea Caldi (voce e chitarra), Oscar Patritto (chitarra), Stefano Di Rosa (basso), Vittorio Ligresti (pianoforte e tastiere) e Roberto Butera (batteria): ecco i LΛNDΛ. Attivi dal 2010 con il nome Hidalgo, come cover band dei Queen, di Michael Jackson, dei Pink Floyd, dei Led Zeppelin, dei Toto e della PFM, nel 2019 hanno deciso di intraprendere una strada diversa. Ripercorriamola un passo dopo l’altro.
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I Changed My Name, un nuovo inizio
Parlavamo del 2019. Nel corso di quell’anno la band prende contatti con La Maison Music Factory di Suisio (BG), lo studio di Matteo De Napoli. Da questa collaborazione nasce I Changed My Name, il primo EP inedito, uscito il 4 giugno su tutte le piattaforme streaming. E oggi ecco One Shot, il primo singolo con relativo video.
Con il Monferrato nel cuore
“È arrivato il momento di farsi sentire. Questo è ciò che ci siamo detti dopo anni di cover e brani inediti che, per mancanza di coraggio, mai videro la luce” fanno sapere i LΛNDΛ. “In 12 anni abbiamo avuto tanti cambiamenti, ma una cosa è rimasta uguale: il luogo in cui il gruppo si trova per comporre musica, su una delle tante colline da cui si vede la bellezza del Monferrato. Questo luogo rappresenta la nostra terra, le nostre origini, la nostra LΛNDΛ”.
L’evoluzione in LΛNDΛ
Sempre parlando di radici, sono ben simboleggiate nel logo della band, che raffigura due elefanti che si guardano. “Simboleggiano la memoria per tutto il percorso che abbiamo fatto negli anni. Le linee dei due elefanti creano con eleganza una farfalla, il simbolo della nostra evoluzione in LΛNDΛ”. E proseguono: “Dopo oltre 10 anni insieme, abbiamo sentito l’esigenza di ritagliarci un proprio spazio all’interno del panorama musicale attuale, nel tentativo di avvicinare sonorità passate rivisitate in chiave moderna”.
One Shot
Un brano dal sound asciutto, potente ed essenziale, con una struttura ridotta all’osso. “Nelle nostre intenzioni, l’idea è quella di rendere l’ultima possibilità (One Shot, appunto) come un qualcosa di secco e definitivo, senza troppi fronzoli. Anche perché quando stai per morire, non pensi alla maturazione della cultura europea nell’Illuminismo… urli “mamma”. “One Shot parla di un uomo che è costretto ad apparire/diventare un re nella lotta che Hobbes ricorda come “homo homini lupus”. Forse parla di egocentrismo: la vita di un uomo che, dritto verso le sue ambizioni, è pronto ad uccidere i propri ideali pur di governare il mondo”.