Nile Rodgers: “Al mondo serve musica live”

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Mile Rodgers

Nile Rodgers degli Chic crede che il mondo abbia bisogno di musica dal vivo “ora più che mai”. E non vede l’ora di tornare sul palco quando la pandemia di coronavirus sarà finita.

Chi è Nile Rodgers?

Nile Rodgers è il frontman degli Chic, gruppo funk statunitense. Dopo aver girato come turnista, nel 1977 Rodgers e Bernard Edwards si uniscono al batterista Tony Thompson per formare gli Chic. Le canzoni Everybody Dance, Le Freak, e Good Times rimangono ad oggi fra le più ascoltate dell’era R&B. Per capire quanto questa band abbia significato per la musica d’oltreoceano, una loro canzone ispirò a John Deacon (Queen) il brano Another One Bites the Dust. Nell’’83 la band si sciolse e Nile Rodgers divenne produttore. Con Edwards produsse Diana, l’album di Diana Ross, e Like a Virgin di Madonna.

Un anno difficile per Nile Rodgers

Il frontman degli Chic ha dichiarato a The Observer di aver vissuto un anno difficile, ma non vede l’ora di tornare ad esibirsi di nuovo per i fan. Parlando di musica dal vivo, Rodgers ha detto: “Quello che mi manca di più della musica dal vivo, onestamente, è vedere le persone. È stato un anno difficile per me. Mia madre è morta due giorni dopo Natale. Vivo anche in un paese, gli Stati Uniti, che è pieno di divisioni. La musica riguarda le persone che si uniscono, creando questa forza potente e unificata. Ne abbiamo bisogno ora più che mai”.

La musica unisce

“Ti dico, vedere le persone dal palco che si divertono mi rassicura che la vita è bella e che le persone sono buone. È incredibile provare quanto amore le persone possono avere in un posto. Perdonami, sono un vecchio hippie”, continua Nile Rodgers. “La musica dal vivo riguarda anche il potere dell’esperienza. Ogni concerto è unico. Riguarda anche l’essere in mezzo a una folla, l’interazione con persone che sono diverse a livello politico. Non possiamo agitare una bacchetta magica e riportare tutto alla normalità immediatamente, ma dobbiamo resistere per un futuro in cui respiriamo tutti uno accanto all’altro […] È un futuro a cui voglio appartenere“.

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