Festa del Cinema di Roma: Edward Norton presenta “Motherless Brooklyn”

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Presentato ieri alla Festa del Cinema di Roma il nuovo film diretto e interpretato da Edward Norton. Insieme a lui durante la conferenza stampa anche la coprotagonista Gugu Mbatha-Raw (La ragazza del dipinto), che, insieme ad un cast stellare comprendente Bruce Willis, Alec Baldwin e Willem Dafoe, affianca Norton nella sua ultima impresa.

Un detective affetto dalla sindrome di Tourette, un misterioso omicidio, il coinvolgimento di uno dei più grandi uomini politici della città, jazz, jazz ed ancora jazz. Questo è in poche parole “Motherless Brooklyn” quello che durante la conferenza stampa è stato da non pochi additato come un film “politico”, connesso con la politica attuale americana. Norton non smentisce, ammettendo però come la storia sia “senza tempo” e adattabile a ogni periodo storico. Aggiunge però: “Conoscete la risposta. Se vedete una metafora politica allora c’è.” Descrive inoltre New York, che mostra qui negli anni ’50, come “la città in cui vivo da 30 anni. La amo seppur ci siano tante cose meravigliose e altre disfunzionali.

Il film, a cui Norton ha lavorato per dieci anni, è ispirato all’omonimo libro di Jonathan Lethem. Norton ha parlato infatti di come fosse affascinato dal personaggio di Lionel, affetto dalla sindrome di Tourette. Ed è proprio la sindrome che affligge il protagonista, ad essere la sua salvezza in un certo qual modo, come sottolineato in conferenza stampa. Un po’ come accadeva al Dustin Hoffman di Rain Man infatti, il nostro ricorda perfettamente intere sequenze a memoria (gioco registico ben riuscito in cui Norton fa rivivere allo spettatore, scene in loop nella mente del protagonista) oppure dati e numeri che nella “normalità” andrebbero confusi. La sindrome è inoltre involontariamente motivo di comicità, poichè il personaggio di Norton si trova spesso a disagio nell’urlare frasi sconnesse oppure frasi che gli passano semplicemente per la testa, suscitando diverse reazioni da parte degli altri protagonisti del film.

L’attrice Gugu Mbatha-Raw parla poi del suo personaggio, una donna di colore nel pieno degli anni ’50 americani, che è sveglia, emancipata e che non è “la solita casalinga anni ’50 ola classica femme fatale di quegli anni”, bensì una giovane piena di carattere che accompagna coraggiosamente il suo protagonista nella sua ricerca. “Laura Rose va contro i clichè: è laureata in legge, è un’attivista. Ha uno scopo nella vita e lo apprezzo molto.” Riguardo al fatto di essere diretta da un attore come Norton, Gugo risponde che ciò “ha reso la recitazione più intima”, visto che anche Norton era coinvolto nelle stesse scene e come lavorare con un grande attore abbia migliorato anche la sua stessa recitazione.

Infine la grande protagonista del film è anche la musica. “Sono tutte le cose che amo, messe insieme. In questo senso è stato un po’ rischioso” dice Norton. L’attore spende inoltre parole di stima su Daniel Pemberton, curatore delle musiche del film, definendolo come uno dei “talenti nascenti” nel suo campo. Nel rispondere a questa domanda, Norton risponde anche ad un provocazione riguardo alla sua presunta disputa con Spielberg. Il regista aveva infatti sostenuto che Netflix sta rovinando il cinema, mentre Norton aveva ribattuto che sono invece le sale cinematogafiche a farlo. “Era un semplice commento in una conversazione privata. Era una situazione molto più divertente di quanto pensiate, purtoppo è un certo tipo di giornalismo che plasma le cose a suo piacimento.” Conclude: “Si è detto che la tv avrebbe ucciso il cinema, ora si dice che sarà Netflix. Le cose cambiano, è una cosa che va celebrata. La sensazione di stare in un cinema rimarrà però per sempre magica”.

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