Come potremmo raccontare in poche parole il genio di Martin Scorsese? In quasi 50 anni di carriera, penso che nessun critico o giornalista sia stato in grado di farlo. Di raccontare qualcosa che non può essere trasmesso con semplici parole. Martin Scorsese, non è solo un semplice regista, ma un artigiano del mestiere, uno sculture in grado di manovrare la materia cinematografica a proprio piacimento. Un maestro in grado di raccontare l’ uomo e la sua violenza come pochi sono stati in grado di fare. Il 17 Novembre del 1942 nasce a New York, Martin Charles Scorsese, il regista che ha mostrato al mondo la grandezza del gangster movie e che più di tutti, è stato in grado di portare il citazionismo ad un livello superiore.
Martin Scorsese: il maestro del cinema di genere?
Cresciuto nella Little Italy degli anni 50 e 60 a pane e Fellini, oltre ad essere un grandissimo regista, Martin Scorsese è un grandissimo conoscitore del cinema. Appassionato del cinema d’autore in tutte le sue forme, è riuscito a portarlo ad un livello sempre più alto, non dandosi mai un obiettivo. Gran parte dei suoi film, non vengono ricordati per le cifre incassate al botteghino, ma per il realismo e la profondità delle storie. Dal tassista con il disturbo post- traumatico al giovane che sogna di diventare un mafioso, Martin Scorsese racconta la varietà del genere umano con una facilità disarmante. Film come Taxi Driver, Quei Bravi Ragazzi e Casinò hanno fatto scuola nel genere del gangster movie e non solo. Ricercatezze nella regia e nella colonna sonora, rendono ogni prodotto di Scorsese qualcosa di unico ed inimitabile. Niente ti dà l’ idea di già visto.
Il lavoro con gli attori e lo scambio costante
Rimane tuttora uno dei pochissimi registi in grado di dirigere gli attori in maniera ottimale, senza prevaricare o cedere all’eccessivo protagonismo delle star. Una caratteristica veramente di pochi al giorno d’oggi. Ad attivarsi, è un processo di collaborazione reciproca. Il fatto che Scorsese lavori sempre con gli stessi attori è la conferma di questo suo modus operandi. Attori come Robert De Niro, Harvey Keitel, Joe Pesci e Leonardo DiCaprio sono la firma del suo lavoro. La capacità di trarre l’ uno il meglio dall’altro in maniera totale. Non esisterebbe Scorsese senza De Niro, come non esisterebbe De Niro senza Scorsese. Una collaborazione che va avanti da quasi 50 anni, che ha portato entrambi sul tetto del mondo. Un’amicizia che va oltre il lavoro e che si rivede in ogni intervista e nelle belle parole che spendono l’ uno verso l’altro da ormai decenni.
L’ unicità del cinema di Martin Scorsese
Ciò che rende il cinema di Martin Scorsese unico è l’attenzione al particolare. Dai colori della scena, al rivolo di fumo che esce dalla sigaretta, fino ad arrivare a come il personaggio regge una pistola. Tutto fa parte di un quadro più grande fatto di studio e di uno spirito creativo che pochi registi hanno.
Durante la notte degli Oscar 2020, andata in onda all’ inizio dell’anno, Bong Joon-ho, dopo aver ritirato il premio alla miglior regia per Parasite, ha citato Scorsese “Più si è personali, più si è creativi“. Una frase che da anni è un mantra per coloro che sognano di lavorare nel cinema. Pochi registi sono stati in grado di rendere il proprio lavoro personale come quello di Martin Scorsese. Può parlare di una famiglia mafiosa, come del corrotto mondo di Wall Street, ma c’è sempre qualcosa che richiama a lui. Al piccolo Martin che all’ inizio degli anni cinquanta, sedeva in una piccola sala newyorkese a guardare il mondo attraverso uno schermo.
Ricordo quando mi portavano al cinema da piccolo e la mia prima sensazione era quella di penetrare in un mondo magico: la moquette spessa, il profumo di pop corn fresco, l’oscurità, la sensazione di sicurezza e soprattutto quella di essere in un luogo sacro.
-Martin Scorsese, Il Bello del mio mestiere – Scritti sul cinema