Con protagonista Julia Roberts, Mangia Prega Ama è un film sulla riscoperta della vita. Basato sul quasi omonimo libro Mangia Prega Ama – Una donna cerca la felicità (Eat Pray Love: One Woman’s Search for Everything Across Italy, India and Indonesia) di Elizabeth Gilbert, è un film autobiografico. Diretto e sceneggiato da Ryan Murphy (Glee, American Horror Story), uscì nelle sale statunitensi il 13 agosto 2010. Partendo da un budget di circa 60 milioni, Mangia Prega Ama ne incassò oltre 200, sebbene le critiche non furono sempre positive.
Trama
Racconto autobiografico di Elizabeth Gilbert, detta Liz, narra la rinascita di una donna profondamente infelice, sebbene all’apparenza sembri avere tutto ciò che le serve per stare bene. Una bella casa a New York, una carriera promettente come scrittrice ed un marito che la ama. Nonostante questo, però, Liz sente di non appartenere alla vita che si è costruita attorno.
Decide così prima di divorziare dal marito e poi di intraprendere un viaggio intorno al mondo, della durata di un anno. Trascorre quattro mesi in Italia, in cui impara l’arte del dolce far niente e gode dei piaceri della tavola. Passa poi quattro mesi in India, in un ashram, in cui entra in contatto con la propria spiritualità. Ed infine, trascorre gli ultimi quattro mesi in Indonesia, principalmente a Bali, dove ritrova il suo equilibrio…ed anche l’amore. Dunque Mangia, Prega, Ama.
Cast
Elizabeth, la protagonista, è interpretata da Julia Roberts, impeccabile come sempre nella rappresentazione di donne forti ed alla ricerca di una vita in linea con il proprio sentire. E la ricordiamo tutti bene in Erin Brockovich, film di una decina di anni prima e per il quale vinse l’Oscar nel 2001.
Accanto alla Roberts a New York troviamo il marito di Liz, Billy Cudrup (The Good Shepherd). Il successivo fidanzato, James Franco (Spider-Man), e l’amica interpretata da Viola Davis (Oscar per Barriere, Emmy Award per How to Get Away wih Murder). Nella tappa italiana di Mangia Prega Ama troviamo attori nostrani come Luca Argentero e Giuseppe Gandini, esperti nell’arte del dolce far niente.
In india, invece, c’è Richard Jenkins (La Forma dell’Acqua), nel ruolo di Richard il Texano, a fare da spalla alla Roberts. A Bali, ultima fermata del viaggio di Liz, spicca in particolare Javier Bardem (Oscar per Non è un paese per vecchi, 2007), attore spagnolo che interpreta Felipe, il brasiliano di cui la nostra protagonista si innamorerà.
Recensione
“The scenery is nice to look at, and Julia Roberts is as luminous as ever. But without the spiritual and emotional weight of the book that inspired it, Eat Pray Love is too shallow to resonate. ”, si legge su Rotten Tomatoes. Ovvero, “Gli scenari sono belli da vedere, e Julia Roberts è luminosa come sempre. Ma senza il peso emotivo e spirituale del libro che lo ha ispirato, Mangia Prega Ama è troppo superficiale per risuonare”. A nostro parere, non c’è frase più adatta per descrivere la pellicola.
Mangia Prega Ama è stilisticamente ben confezionato e la scelta di una protagonista del calibro della Roberts è in grado di offuscare il giudizio oggettivo sulla pellicola. La sua recitazione è impeccabile come da copione, e solo prendendo le distanze dalla nostra ammirazione per lei possiamo descrivere Mangia Prega Ama per ciò che più realisticamente è. Ovvero un film superficiale, approssimativo e impregnato di luoghi comuni. E quest’ultimo punto è chiaro in particolare nel modo in cui viene descritta la parte italiana del viaggio, con una Roma ed una Napoli descritte a suon di pizza e mandolino.
La superficialità generale della pellicola, invece, è più nascosta e fa capolino solo nel leggero senso di insoddisfazione che si insinua nello spettatore più attento durante i titoli di coda. Oppure, più chiaramente, in coloro che hanno letto il libro. Il romanzo da cui è tratto, infatti, è tutt’altro che superficiale o approssimativo. Spalmata in più di 400 pagine, Elizabeth Gilbert racconta la sua storia con un concreto amore per il dettaglio. Una cura per il particolare che contribuisce all’avvicinamento del lettore alle esperienze di Liz, anche quelle più intime e personali. Un’interiorità questa, che purtroppo nel film non viene mai raggiunta, a favore invece di un racconto più “esteriore” e, ahimè, inadeguato.