Lo chiamavano Jeeg Robot – Recensione

Recensione dell' opera prima di Gabriele Mainetti del 2016 con protagonisti Claudio Santamaria, Ilenia Pastorelli e Luca Marinelli.

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Lo chiamavano Jeeg Robot

Lo chiamavano Jeeg Robot, primo vero tentativo di cinefumetto italiano del 2016 diretto da Gabriele Mainetti, è l’esempio di come i cinecomic dovrebbero essere fatti. Non solo in Italia, ma nel mondo intero. Disagio sociale, personale, realismo creano le fondamenta di un film che va ben oltre la classica origin story del supereroe. Qui siamo ad un livello superiore in cui non c’è semplicemente un ‘buono’ e un ‘cattivo’ ma un protagonista che non ha come obiettivo aiutare il mondo, ma semplicemente salvarsi. Quella che Mainetti vuole fare è una totale destrutturazione del genere. Negli Stati Uniti abbiamo visto una dinamica di questo tipo solo con cinecomic d’autore come Logan di James Mangold e Joker di Todd Phillips.

Lo chiamavano Jeeg Robot, è una rivoluzione. Una rivoluzione in un cinema che, almeno in Italia, non subiva un cambiamento di rotta o un miglioramento da qualche anno. Forse può essere un punto di partenza per un nuovo modo di concepire un prodotto di genere, non più come una storia fatta di eroi, ma di perdenti guidati da un istinto primordiale di sopravvivenza.

Lo chiamavano Jeeg Robot: La trama

Locandina de ìLo chiamavano Jeeg Robot' di Gabriele Mainetti
Locandina del film

Enzo Ceccotti, è un ladro della periferia romana. Durante un inseguimento con la polizia si tuffa nel Tevere entrando in contatto con delle sostanze radioattive abbandonate sul fondo del fiume. Dopo aver smaltito per due giorni l’ intossicazione, si renderà conto di possedere una forza sovrumana ed un incredibile capacità di rigenerazione. Nella storia si accavalleranno vari personaggi. Alessia, figlia del complice Sergio, giovane con forti problemi psichiatrici che riconosce il Enzo la figura di Jeeg Robot d’acciaio, l’eroe dei manga da cui è ossessionata. Ad Enzo si contrapporrà Lo Zingaro, capo di una banda malavitosa romana con manie di protagonismo,scatti di violenza ingiustificata e un ossessione per l’igiene. Il vero obiettivo del villain è quello di essere riconosciuto, ricordato, di fare er botto. In una trama tutt’altro che semplice, viene inserita anche la camorra, degli attentati dinamitardi (che sembrano rifarsi molto alla stagione delle bombe dei periodo Falcone/Borsellino) e il tema delle responsabilità.

Un viaggio nella psiche di un perdente

Ciò che interessa Mainetti, non è il modo in cui il protagonista ha ottenuto i poteri ma cosa deciderà di fare con essi. E’ questo il vero elemento che sancirà il cambiamento di Enzo dall’ inizio alla fine della pellicola. In questo sarà fondamentale la figura di Alessia, che è un pò il fiore nel deserto dell’ intera vicenda. Una giovane dalla straordinaria purezza e ingenuità che subisce passivamente le bruttezze del mondo. E Enzo, nel suo essere socialmente disadattato e incompreso, è affascinato dalla giovane e dal suo modo di vedere il mondo.

Un cast in stato di grazia

Claudio Santamaria ed Ilenia Pastorelli seduti su un divano in una scena di Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti
Una scena del film

Un Claudio Santamaria, ingrassato ed appesantito, porta sullo schermo il protagonista, Enzo Ceccotti, donandoci una delle sue migliori interpretazioni degli ultimi anni. Sempre misurato, mai esagerato, ci rivela la natura schiava e scontrosa del protagonista. Accanto a lui, troviamo una bravissima Ilenia Pastorelli, nei panni di Alessia. Al suo esordio cinematografico, l’attrice romana, ci emoziona e ci diverte in un ruolo complicato, violento e delicato allo stesso tempo. Il vero punto di forza del film però risiede nel villain. Il cattivo interpretato in maniera incredibile da Luca Marinelli, è un personaggio Queer come pochi, che esalta sfacciatamente questo lato di sè diventando sempre più affascinante e magnetico. Il misurato overacting di Marinelli rende il personaggio facilmente riconoscibile e sotto alcuni punti di vista indimenticabile. I tic, la passione per il pop italiano femminile anni 70, sono alcuni degli elementi che rendono perfetta la caratterizzazione del personaggio. Luca Marinelli ci dona una delle più incredibili interpretazione della sua carriera al pari dell’acclamato Martin Eden e del toccante Non essere cattivo.

Lo chiamavano Jeeg Robot: Una piccola rivoluzione?

Gabriele Mainetti con il Cast di Lo chiamavano Jeeg Robot
Cast e regista di ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’

Azione, sesso, violenza, realismo c’è di tutto in questo film che,almeno in Italia, è stato una piccola rivoluzione. Vincitore di 8 David di Donatello, 3 Nastri d’Argento e un globo d’oro ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’ è la crescita personale di un uomo e della sua incapacità di vivere. Mainetti vuole fare un passo avanti nel cinema italiano, migliorando l’utilizzo dei mezzi tecnici, dirigendo in maniera straordinaria gli attori di cui dispone e lavorando sulla sceneggiatura. Un regista che decide di non riparandosi dietro al classico prodotto paracadute italiano. Che vuole prendersi un rischio finalmente. Di lanciarsi nel burrone senza paracadute con il dubbio che ciò che fai potrebbe essere un successo quanto un fallimento. E noi in Italia, avremmo bisogno di più registi che ragionano in questo modo.

Dove vedere Lo chiamavano Jeeg Robot

Lo Chiamavano Jeeg Robot è disponibile su Rai Play.

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