Letter to You – L’ultimo album di Bruce Springsteen

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letter to you di Bruce Springsteen

In Letter to You, il suo ventesimo album, Bruce Springsteen affronta la mortalità, parla con i fantasmi e tira fuori tre brani dal suo libro di canzoni dei primi anni ’70 che non era mai riuscito a pubblicare prima. Non c’è modo di aggirarlo: il passato si nasconde dietro ogni nota. Ma, ironia della sorte, da anni non sembra così vivo e attuale.

Il ritorno di Bruce Springsteen

Ultimamente, Bruce Springsteen ha riflettuto sul suo passato. Ha iniziato il decennio precedente rivisitando quattro vecchie canzoni dell’album Wrecking Ball del 2012, rendendo omaggio al sassofonista della E Street Band Clarence Clemons dopo la sua morte nel 2011. Due anni dopo, Springsteen ha riempito l’intero LP High Hopes di canzoni che aveva scritto, ma poi scartato, per altri progetti, alcuni risalenti alla metà degli anni ’90. E Western Stars, omaggio al soft-pop anni ’70 del 2019, conteneva canzoni registrate anni prima.

Poi è arrivato il libro di memorie del 2016 Born to Run e la sua versione teatrale, Springsteen a Broadway.

Letter to You – L’ultimo album di Bruce Springsteen

Molte delle canzoni presenti in Letter to You sono state composte rapidamente da Springsteen e poi registrate in cinque giorni con la E Street Band a casa sua nel 2019. È la prima volta che il gruppo ha fatto così tanta musica dal vivo in studio erano gli inizi degli anni ’80.

Inizia solennemente, con Springsteen che sussurra la prima riga di One Minute You’re Here. “Grande treno nero che scende lungo i binari“, evocando la tradizionale metafora blues, country e folk della morte. Fin dall’inizio, Letter to You ti fa sapere dove sta andando, ma c’è anche gioia nella celebrazione della vita come comprensione e accettazione di ciò che segue.

La title track ricorda lo spirito rinvigorito e rinvigorente di The Rising del 2002, la risposta sincera di Springsteen all’11 settembre e il suo primo album con la E Street Band in quasi due decenni. Ci sono canzoni, in Letter to You, che rievocano Burnin’ Train, riferimenti lirici a House of a Thousand Guitars e persino a Janey Needs a Shooter.

Non funziona tutto. Last Man Standing mira alla grandiosità in stile Born to Run, ma è piatta sia musicalmente che liricamente nonostante un assolo di sax di Jake Clemons. L’indimenticabile The Power of Prayer potrebbe essere un residuo di qualsiasi album di Springsteen degli ultimi 15 anni.

Bruce Springsteen e la politica

Springsteen non diventa troppo politico in Letter to You. Solo l’entusiasmante Rainmaker fa riferimenti al clima attuale, facendo battute su una “casa … in fiamme“, una “stagione meschina” e su come “a volte la gente ha bisogno di credere in qualcosa di così brutto“. Non dice “Trump“, ma non è difficile collegare i punti del personaggio centrale delle canzoni, “Dice il bianco nero e nero del bianco, dice il giorno della notte e il giorno è notte“.

Per lo più Letter to You parla di trovare la pace nel passato. Le canzoni suonano molto come pezzi delle ultime pagine di Springsteen, anche con le performance aggiornate e la moderna co-produzione di Ron Aniello. Temi biblici, insieme a giochi di parole e armonica, e grandi, travolgenti svolazzi musicali, percorrono le tracce, che infestano l’album tanto quanto Ghosts.

Letter to You termina contemplativamente come inizia, con il fiducioso I’ll See You in My Dreams che dichiara “la morte non è la fine“. Come l’apertura One Minute You’re Here, funge da malinconico fermalibro per il lavoro più riflessivo di Springsteen. Ma la sua riconciliazione con il passato e, in definitiva, la sua mortalità, si riduce a una sola riga nel frenetico GhostsSono vivo!“.

Tracklist Letter to You

  1. One Minute You’re Here
  2. Letter to You
  3. Burnin Train
  4. Janey Needs a Shooter
  5. Last Man Standing
  6. The Power of Prayer
  7. House of a Thousand Guitars
  8. Rainmaker
  9. If I Was the Priest
  10. Ghosts
  11. Song for Orphans
  12. I’ll See You in My Dreams

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